Ter Brugghen. Dall’Olanda all’Italia sulle orme di Caravaggio
Dal 13 Ottobre 2023 al 14 Gennaio 2024
Modena
Luogo: Gallerie Estensi
Indirizzo: Largo Porta Sant'Agostino 337
Orari: Martedì – Sabato 8.30 – 19.30 Domenica e Festivi 10.00 – 18.00
Curatori: Federico Fischetti e Gianni Papi
Enti promotori:
- Gallerie Estensi
Costo del biglietto: Intero – 8 € Ridotto FAI – 7 € Ridotto Soci Coop – 6 € Ridotto Giovani (18-25) – 2 € Integrato Galleria Estense e Palazzo Ducale Sassuolo – 10 VISITE GUIDATE solo mostra Ter Brugghen: € 90 mostra Ter Brugghen + Galleria Estense o Biblioteca Estense Universitaria o Museo Lapidario Estense: € 120
Telefono per informazioni: +39 059 4395711
Sito ufficiale: http://www.gallerie-estensi.beniculturali.it/galleria-estense
Si deve al curatore scientifico della mostra Gianni Papi, tra i massimi specialisti di Caravaggio e del mondo caravaggesco, un primo inquadramento dell"artista di Utrecht negli anni italiani a partire dal riconoscimento di un"opera capitale, la grande tela con la Negazione di san Pietro originariamente nella collezione romana del marchese Giustiniani e oggi a Londra, collezione Spier.
A cura di Federico Fischetti e Gianni Papi la rassegna presenterà gli importantissimi risultati delle più recenti ricerche su Ter Brugghen, riunendo tutte le opere appartenenti alla fase italiana dell’ artista, che lo laurea fra i protagonisti del primo movimento naturalistico scaturito dalla rivoluzione caravaggesca: a fianco di Ribera e degli altri partecipanti alla “schola” di Michelangelo Merisi, cioè Bartolomeo Manfredi, Cecco del Caravaggio e Spadarino. Non a caso il marchese Vincenzo Giustiniani, amante dei pittori nordici di stanza a Roma, celebre per la sua importante collezione di dipinti di Caravaggio inseriva Ter Brugghen nella cerchia dei suoi preferiti, insieme a Honthorst, a Baburen e al suddetto Ribera. Fra le ventitre opere della mostra, saranno presentati per la prima volta assieme una decina di dipinti eseguiti dal giovane Ter Brugghen nel nostro paese. Fra questi, oltre alla succitata Negazione di Pietro, anche l"Adorazione dei pastori della stessa collezione Spier di Londra, il San Giovanni Evangelista della Galleria Sabauda di Torino, il probabile Autoritratto della collezione Leegenhoek di Parigi, la Cena in Emmaus del Kunsthistorisches Museum di Vienna, o il Santo scrivente della Galleria Estense, che probabilmente già in epoca molto antica era nella collezione del duca Francesco I d"Este dove si contava un distinto nucleo di opere caravaggesche.
La fase giovanile di Ter Brugghen si caratterizza da una pittura potente, con un"espressività severa e sobria, costruita con pennellate lunghe e robuste, date con grande forza; le figure di questi dipinti sono costruite con tocchi sintetici che non si curano del mimetismo e dell"unità dei contorni. Si assiste a una verità senza abbellimenti, secondo uno spirito naturalistico portato anche oltre il limite dello stesso Caravaggio, le cui figure sono alla fine sempre 'nobili' e classicamente più ‘belle'.
“ Caravaggio ha aperto la strada, ma quei pittori hanno esplorato sentieri diventati subito autonomi e personali – spiega Gianni Papi –. A differenza di altri grandi $capiscuola#"del secolo precedente, come Raffaello
o Leonardo, i cui seguaci attingono precisamente dall"universo figurativo dei maestri – al limite di replicare delle specie di copie o di derivazioni fedeli – e mantenendo segnali stilistici e fisionomici di inequivocabile dipendenza, per Caravaggio appare sempre più chiaro il diverso comportamento di coloro che a torto ormai vengono definiti $caravaggeschi": nessuno replica le composizioni del Merisi, nessuno si rifà esattamente a quelle iconografie, nessuno recupera le tipologie fisionomiche. Credo sia il momento di cominciare a delineare la fisionomia di Hendrick ter Brugghen in Italia, visto che ormai si possono assegnare a questo periodo dell"attività del pittore un numero di dipinti sufficiente a coglierne le caratteristiche e le differenze rispetto al ben più conosciuto Ter Brugghen degli anni olandesi”.
Nell"esposizione saranno presenti anche alcuni dipinti dell"artista olandese appartenenti agli anni immediatamente successivi al ritorno a Utrecht per documentare il rapido cambiamento del linguaggio del pittore lontano da Roma. Ter Brugghen in Italia infatti è diverso rispetto al Ter Brugghen tornato a Utrecht (cioè dalla fine del 1614 fino alla morte nel 1629, a quarantuno anni). In Olanda rapidamente cambierà pelle, la sua pittura diventerà più fluida e unita, ricca di laccati virtuosismi, talvolta anche leziosi, soprattutto quando affronta le scene di genere, scene invece assenti in Italia, dove le opere recuperate sono tutte religiose; mentre lascia sempre più spazio ad aspri nordicismi figurativi nelle immagini sacre: volti deformati, arti ossuti, tanto da apparirci talvolta, nelle composizioni più drammatiche, come un Grünewald del XVII secolo. Affiancheranno queste opere alcuni dipinti di artisti protagonisti di quegli anni e prossimi a Ter Brugghen, come Ribera, Honthorst e Giulio Cesare Procaccini, artefice di una finora inedita quanto misteriosa collaborazione in alcune opere. Infine potremmo ammirare anche il ticinese Giovanni Serodine, spesso in passato confuso con lo stesso Ter Brugghen.
!Si tratta di una mostra impensabile fino a pochi anni fa, che corona diversi filoni di studi e restauri - afferma il curatore Federico Fischetti -. Siamo felici di presentarla proprio fra le collezioni estensi, a cui è storicamente legato l"esordio del concetto di $naturalismo" così come lo conosciamo e che tanta fortuna ha avuto”
“La mostra celebra un lungo percorso studio e ricerca. In Galleria Estense questo percorso è cominciato con una mostra dossier (“Indagini intorno a Giovanni Serodine”) dedicata ad un’opera in collezione attribuita a Giovanni Serodine – dichiara Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi –. La mostra del 2022 servì ad esporre le problematiche che un attento restauro aveva aperto sull’attribuzione antica e che è stata poi scartata in favore di Ter Brugghen. La mostra corrente suggella questa nuova attribuzione, sottolineando quanto ogni evento espositivo si basi sulla ricerca e quanto le mostre serie siano importanti ad avanzare la conoscenza della storia dell’arte.“
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