Unseen Sixties. Le altre immagini del Sessantotto americano
Dal 08 Novembre 2017 al 11 Novembre 2017
Milano
Luogo: Galleria Expowall
Indirizzo: via Curtatone 4
Orari: ore 10.00-15.00 e su appuntamento
Curatori: Matteo Ceschi
Telefono per informazioni: +39 02 87287961
E-Mail info: info@expowallgallery.com
Sito ufficiale: http://www.expowallgallery.com
La Galleria Expowall dedica le prossime mostre alla celebrazione dell’anniversario del 1968. Si parlerà e si scriverà molto sul Sessantotto; gli anniversari sono talvolta pericolosi. La galleria Expowall vuole provarci, restituendo al proprio pubblico l’atmosfera di quegli anni.
Il primo appuntamento è la mostra UNSEEN SIXTIES. Le altre immagini del “Sessantotto” americano curata da Matteo Ceschi, il quale ha scovato in archivi di quotidiani del Midwest, in particolare dell’area di Chicago, foto inedite che raccontano il Sessantotto, inteso nella sua accezione più ampia, ovvero dal 1964 al 1970.
Chicago era al tempo amministrata dal sindaco Richard Dailey, numero uno del partito Democratico. A causa del ruolo centrale nelle vicende politiche nazionali del suo primo cittadino, Chicago fu per tutti gli anni Sessanta il centro nevralgico dell’informazione americana sui temi “sessantottini”. E lo fu ben prima di assurgere alla cronaca internazionale a causa delle manifestazioni di protesta – duramente represse dalle forze dell’ordine locali – che si verificarono nell’agosto del 1968 in coincidenza con i lavori della Convention Democratica che, ormai orfana del candidato Robert Kennedy, assassinato il 6 giugno, portarono all’elezione di Hubert Humphrey. La serie di scatti inediti raccolti da Matteo Ceschi sono “scarti”, ovvero di tutti quei frames scattati dai fotoreporter dell’epoca e per ragioni di linea editoriale e/o impaginazione non sceltidai caporedattori. Accanto agli scatti istituzionali di Robert Kennedy e alle scene di devastazione urbana dopo l’assassinio di Martin Luther King, compaiono i Jefferson Airplane durante un concerto del 1969 e i primi giocatori afro-americani della NBA, così come Abbie Hoffman e Jerry Rubin, i leader radical della protesta anti-sistema andata in scena a Chicago, o, ancora, membri delle Black Panthers e reduci del Vietnam.
L’operazione UNSEEN SIXTIES. Le altre immagini del “Sessantotto” americano nasce fin dall’inizio con un preciso scopo divulgativo. Anzi, senza questo aspetto, forse l’intera operazione non avrebbe preso forma. La precedente mostra America, America -organizzata da Expowall attingendo all’archivio open source della New York Public Library e patrocinata dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano- aveva già testato con successo l’idea di offrire ai visitatori la possibilità sia di acquistare stampe professionali certificate sia di scaricare dal sito della NYPL le immagini in mostra per poi stamparle in proprio. Così al momento di definire il contenitore che avrebbe accolto UNSEEN SIXTIES Matteo Ceschi ha fatto sua l’idea di mettere disposizione di tutti le scansioni dei suoi negativi: “ Ritengo che invitare il visitatore a scaricare e stampare così come acquistare una stampa in galleria rappresenti un utile esercizio di preservazione della memoria. A prescindere dalla libera scelta che ogni singolo visitatore farà, il solo fatto di rendere fisiche le memorie del passato in un momento in cui le immagini sono spasmodicamente consumate e subito dopo dimenticate può rappresentare un fondamentale contributo a ristabilire la memoria di sé e di quanto ci circonda.”
Le foto della mostra saranno infatti scaricabili gratuitamente sul sito della galleria Expowall www.expowallgallery.com dopo un lavoro di acquisizione e ripristino eseguito da Mario Govino. Oppure potranno essere acquistate già stampate in galleria.
“Gli anniversari sono sempre un po’ pericolosi: si rischia la retorica, il conformismo o l’anticonformismo nel giudizio, l’apologia dei tempi passati” dice Alberto Meomartini, co-fondatore insieme a Pamela Campaner della galleria Expowall. “Impossibile riassumere quell’anno e quegli anni: la ribellione verso tutto nei campus americani, la guerra del Vietnam, la diffusione delle droghe, le lotte per il superamento del razzismo e dell’oppressione sulle donne, l’uccisione di Martin Luther King e di Robert Kennedy, l’invasione della Cecoslovacchia, i viaggi spaziali, e ciascuno può ricordare tutto quello che abbiamo dimenticato.
Forse il denominatore comune è la speranza, fortificata o abbattuta, e la forza nel sentirsi solidali con tanti altri. E la musica, per la prima volta non sottofondo ma protagonista: la musica che ciascuno di noi sente guardando queste fotografie, una colonna sonora personale. Fotografie della vita in sintesi”.
INAUGURAZIONE mercoledì 8 novembre ore 18
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