ULTRABODY. 208 opere tra Arte e Design
ULTRABODY. 208 opere tra Arte e Design, Castello Sfarzesco, Milano
Dal 19 Aprile 2012 al 17 Giugno 2012
Milano
Luogo: Castello Sforzesco
Indirizzo: piazza Castello 3
Orari: da martedì a domenica 9-17.30
Curatori: Beppe Finessi
Enti promotori:
- Comune di Milano - Cultura
- Moda
- Design
Costo del biglietto: intero euro 8; ridotto euro 6
Telefono per informazioni: +39 02 43353522
E-Mail info: elenamaria.conenna@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.ultrabody.it
Dal 19 aprile al 17 giugno 2012, il Castello Sforzesco di Milano ospita ULTRABODY. 208 opere tra Arte e Design, una mostra tematica, dedicata all’influenza che il corpo umano ha esercitato nella creatività contemporanea, spaziando tra l’arte e il design, ma anche tra l’architettura, l’arredamento, le arti applicate, la moda e i gioielli. L’iniziativa, curata da Beppe Finessi, promossa dal Comune di Milano - Cultura, Moda, Design, realizzata insieme a Peugeot, organizzata da Civita, presenta una ricca selezione di lavori realizzati dai più significativi protagonisti della scena internazionale del design e delle arti visive che, a partire dal “corpo”, riescono a coinvolgere altre discipline come l’antropologia, la sociologia, il costume, la società, la tecnologia e l’estetica del nostro tempo.
Il percorso espositivo, ideato da Peter Bottazzi, è organizzato in tre grandi gruppi tematici corrispondenti ai tre ambienti delle Sale Viscontee del Castello Sforzesco: Alludere al Corpo, Assecondare il Corpo, Superare il Corpo.
Il primo, Alludere al Corpo, tra rappresentazione e metafora, comprende opere storiche come la poltrona Joe di De Pas, D’Urbino e Lomazzi per Poltronova, la spiritosa serie di cavatappi in forma di autoritratto Alessandro M. di Alessandro Mendini per Alessi, la sperimentale serie di oggetti Nobody’s Perfect - tra cui una seggiola con schienale antropomorfo - di Gaetano Pesce per Zerodisegno, la poltrona/rifugio Nemo di Fabio Novembre per Driade, ma anche le tante prove d’autore di un grande protagonista come Vito Acconci, alle prese con interventi d’arte, d’arredamento e d’architettura, sempre attento a ricalcare la figura umana come immagine fondamentale; si potrà, inoltre, incontrare un mobile contenitore di Masanori Umeda che simula un corpo umano con sembianze, forme e colori di robot, o le Forchette parlanti di Bruno Munari che riprendono il gesticolare tipico delle nostre mani e si trasformano da strumenti per mangiare in elementi di comunicazione.
Assecondare il Corpo, tra forma e funzione, contiene lavori che, partendo da una corretta corrispondenza tra le necessità d’uso e la giusta conformazione, suggeriscono nuove possibilità di relazione tra oggetti e corpo: dal bicchiere Smoke del visionario Joe Colombo, ideale per bere e fumare contemporaneamente, al tappetino da bagno Mat-Walk di Paolo Ulian, dalla sedia Chairless di Alejandro Aravena che diventa un semplice nastro per sedersi a terra, alle varie soluzioni da architetto/bricoleur di Allan Wexler, fino all’anello/segnalibro Patch di Matteo Ragni per De Vecchi che permette a una sola mano di tenere aperto di fronte a sé il libro che si sta leggendo.
La terza sezione, Superare il Corpo, ospita i progetti e le opere di maggiore sperimentazione, anche quelle più irriverenti o provocatorie, e capaci di suscitare maggiore inquietudine. Si va dal piercing per la lingua che diventa spazzolino da denti del giovane talento Hadji Moloudi, ai tanti esperimenti intorno al gioiello d’autore di Naomi Filmer, dai caschi/monitor di James Auger e Jimmy Loizeau che giocano sull’identità tra gli interlocutori, ai diversi ornamenti per il corpo di Gijs Bakker; non ultima, la maschera di Didier Fiuza Faustino che ridisegna, per la nostra fluida società contemporanea, un equilibrio (anche igienico) tra due corpi che si baciano.
L’immagine grafica di Ultrabody è affidata a Leonardo Sonnoli, che ha appositamente studiato un nuovo font, calibrato alle tematiche espresse dalle opere selezionate.
Accompagna la mostra un catalogo, edito da Corraini, che comprende una scheda per ognuno dei 208 lavori esposti, oltre al testo introduttivo generale e ai singoli saggi tematici, ed è strutturato come una sorta di lemmario di opere/autori/parole, in grado di costituire un vero e proprio dizionario intorno al corpo.
Durante i giorni del Salone del Mobile (dal 19 al 22 aprile), la mostra rimane aperta fino alle 23.00, a ingresso gratuito.
Il percorso espositivo, ideato da Peter Bottazzi, è organizzato in tre grandi gruppi tematici corrispondenti ai tre ambienti delle Sale Viscontee del Castello Sforzesco: Alludere al Corpo, Assecondare il Corpo, Superare il Corpo.
Il primo, Alludere al Corpo, tra rappresentazione e metafora, comprende opere storiche come la poltrona Joe di De Pas, D’Urbino e Lomazzi per Poltronova, la spiritosa serie di cavatappi in forma di autoritratto Alessandro M. di Alessandro Mendini per Alessi, la sperimentale serie di oggetti Nobody’s Perfect - tra cui una seggiola con schienale antropomorfo - di Gaetano Pesce per Zerodisegno, la poltrona/rifugio Nemo di Fabio Novembre per Driade, ma anche le tante prove d’autore di un grande protagonista come Vito Acconci, alle prese con interventi d’arte, d’arredamento e d’architettura, sempre attento a ricalcare la figura umana come immagine fondamentale; si potrà, inoltre, incontrare un mobile contenitore di Masanori Umeda che simula un corpo umano con sembianze, forme e colori di robot, o le Forchette parlanti di Bruno Munari che riprendono il gesticolare tipico delle nostre mani e si trasformano da strumenti per mangiare in elementi di comunicazione.
Assecondare il Corpo, tra forma e funzione, contiene lavori che, partendo da una corretta corrispondenza tra le necessità d’uso e la giusta conformazione, suggeriscono nuove possibilità di relazione tra oggetti e corpo: dal bicchiere Smoke del visionario Joe Colombo, ideale per bere e fumare contemporaneamente, al tappetino da bagno Mat-Walk di Paolo Ulian, dalla sedia Chairless di Alejandro Aravena che diventa un semplice nastro per sedersi a terra, alle varie soluzioni da architetto/bricoleur di Allan Wexler, fino all’anello/segnalibro Patch di Matteo Ragni per De Vecchi che permette a una sola mano di tenere aperto di fronte a sé il libro che si sta leggendo.
La terza sezione, Superare il Corpo, ospita i progetti e le opere di maggiore sperimentazione, anche quelle più irriverenti o provocatorie, e capaci di suscitare maggiore inquietudine. Si va dal piercing per la lingua che diventa spazzolino da denti del giovane talento Hadji Moloudi, ai tanti esperimenti intorno al gioiello d’autore di Naomi Filmer, dai caschi/monitor di James Auger e Jimmy Loizeau che giocano sull’identità tra gli interlocutori, ai diversi ornamenti per il corpo di Gijs Bakker; non ultima, la maschera di Didier Fiuza Faustino che ridisegna, per la nostra fluida società contemporanea, un equilibrio (anche igienico) tra due corpi che si baciano.
L’immagine grafica di Ultrabody è affidata a Leonardo Sonnoli, che ha appositamente studiato un nuovo font, calibrato alle tematiche espresse dalle opere selezionate.
Accompagna la mostra un catalogo, edito da Corraini, che comprende una scheda per ognuno dei 208 lavori esposti, oltre al testo introduttivo generale e ai singoli saggi tematici, ed è strutturato come una sorta di lemmario di opere/autori/parole, in grado di costituire un vero e proprio dizionario intorno al corpo.
Durante i giorni del Salone del Mobile (dal 19 al 22 aprile), la mostra rimane aperta fino alle 23.00, a ingresso gratuito.
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