Steven Holl. Half Earth
Dal 26 Maggio 2023 al 14 Luglio 2023
Milano
Luogo: Antonia Jannone Disegni di Architettura
Indirizzo: Corso Garibaldi 125
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30, mattina e sabato su appuntamento
Curatori: Steven Holl Architects
Telefono per informazioni: +39 02 29002930
E-Mail info: info@antoniajannone.it
Sito ufficiale: http://www.antoniajannone.it
Dal 26 maggio al 14 luglio 2023, Antonia Jannone Disegni di Architettura presenta HALF EARTH, la nuova mostra dell’architetto, artista e educatore Steven Holl (Washington, 1947) a cura di Steven Holl Architects.
Il progetto espositivo - a cinque anni dalla prima mostra “One Two Five” curata da Marco Sammicheli - è una riflessione sul ruolo dell’architettura come attività, oggi inevitabilmente e imprescindibilmente, legata ai doveri dell’uomo nei confronti della Natura.
La mostra prende il titolo dall’opera omonima sulla biodiversità dello studioso Edward Osborne Wilson, che, negli anni Settanta, tentava di mappare specie animali e vegetali di tutto il mondo, per identificare i luoghi in cui l’uomo avesse più margine d’azione sull’ambiente comunque proteggendolo.
L’idea di ripensare gli insediamenti urbani e la loro densità è, oggi più che mai, un compito fondamentale, nonché un dovere per urbanisti e architetti. Lo stesso Holl ha provato a rispondere a questa esigenza nel corso del tempo ideando mini-utopieche potessero preservare e/o ripristinare gli ecosistemi in difficoltà grazie a un’architettura ecologica alimentata da fonti di energia rinnovabili.
HALF EARTH comprende progetti come Edge of a City (1988-1991), che racconta alcune proposte di ripristino del paesaggio naturale ai margini delle grandi città americane, o Spatial Retaining Bars for Phoenix e Spiroid Sectors for Dallas, dedicati all’ideazione e costruzione di nuovi insediamenti comunitari: riscaldate e raffreddate geotermicamente, queste nuove comunità includono vita, lavoro, attività ricreative e culturali. Su una parete della galleria trova posto anche un’immagine a grandezza naturale del Gran Sasso accompagnata da modelli e studi per una nuova piazza pubblica della comunità, il padiglione del Gran Sasso e trasformazioni alberghiere.
Accanto a progetti e maquette, anche grandi disegni ad acquerello ispirati alle idee di John Cage sulla creazione controllata dal caso: più della metà delle forme è infatti lasciata all'acqua e alla casualità.
L’atto di disegnare per Holl è un esercizio quotidiano, da sempre concepito come un’attività metafisica alla ricerca di una concezione essenziale dell’architettura: il processo di progettazione assume le caratteristiche di un viaggio tra realtà e finzione, in cui i grandi edifici fungono da contenitori monumentali che catturano il passaggio del tempo.
“Per me lo schizzo, il disegno fatto a mano, è una forma di pensiero. – sottolinea l’architetto – È attraverso i miei dipinti che si precisano i pensieri: dipingendo o disegnando riesco a stabilire una connessione tra l’elemento soggettivo e quello oggettivo. È una maniera imprevedibile di aprire la mente e di sentire liberamente.”
Il progetto espositivo - a cinque anni dalla prima mostra “One Two Five” curata da Marco Sammicheli - è una riflessione sul ruolo dell’architettura come attività, oggi inevitabilmente e imprescindibilmente, legata ai doveri dell’uomo nei confronti della Natura.
La mostra prende il titolo dall’opera omonima sulla biodiversità dello studioso Edward Osborne Wilson, che, negli anni Settanta, tentava di mappare specie animali e vegetali di tutto il mondo, per identificare i luoghi in cui l’uomo avesse più margine d’azione sull’ambiente comunque proteggendolo.
L’idea di ripensare gli insediamenti urbani e la loro densità è, oggi più che mai, un compito fondamentale, nonché un dovere per urbanisti e architetti. Lo stesso Holl ha provato a rispondere a questa esigenza nel corso del tempo ideando mini-utopieche potessero preservare e/o ripristinare gli ecosistemi in difficoltà grazie a un’architettura ecologica alimentata da fonti di energia rinnovabili.
HALF EARTH comprende progetti come Edge of a City (1988-1991), che racconta alcune proposte di ripristino del paesaggio naturale ai margini delle grandi città americane, o Spatial Retaining Bars for Phoenix e Spiroid Sectors for Dallas, dedicati all’ideazione e costruzione di nuovi insediamenti comunitari: riscaldate e raffreddate geotermicamente, queste nuove comunità includono vita, lavoro, attività ricreative e culturali. Su una parete della galleria trova posto anche un’immagine a grandezza naturale del Gran Sasso accompagnata da modelli e studi per una nuova piazza pubblica della comunità, il padiglione del Gran Sasso e trasformazioni alberghiere.
Accanto a progetti e maquette, anche grandi disegni ad acquerello ispirati alle idee di John Cage sulla creazione controllata dal caso: più della metà delle forme è infatti lasciata all'acqua e alla casualità.
L’atto di disegnare per Holl è un esercizio quotidiano, da sempre concepito come un’attività metafisica alla ricerca di una concezione essenziale dell’architettura: il processo di progettazione assume le caratteristiche di un viaggio tra realtà e finzione, in cui i grandi edifici fungono da contenitori monumentali che catturano il passaggio del tempo.
“Per me lo schizzo, il disegno fatto a mano, è una forma di pensiero. – sottolinea l’architetto – È attraverso i miei dipinti che si precisano i pensieri: dipingendo o disegnando riesco a stabilire una connessione tra l’elemento soggettivo e quello oggettivo. È una maniera imprevedibile di aprire la mente e di sentire liberamente.”
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