Sonia Delaunay. Atelier simultanèe 1923 - 1934
Sonia Delaunay. Atelier simultanèe 1923 - 1934, Fondazione Marconi, Milano
Dal 22 Febbraio 2012 al 31 Marzo 2012
Milano
Luogo: Fondazione Marconi
Indirizzo: Via Alessandro Tadino 15
Orari: dal martedì al sabato 10.30-12.30/ 15.30-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 29419232
E-Mail info: info@fondazionemarconi.org
Sito ufficiale: http://www.fondazionemarconi.org
“Sonia Delaunay non reputa le cose familiari, le cose della vita, inferiori come contenuto ai quadri che la resero nota … Voglio ancora ringraziarla per aver abolito un pregiudizio di gerarchie, di amare la vita, la magnifica vita, e per donarci dei capolavori che fanno più belli i nostri gesti quotidiani”
(René Crevel)
Il 22 febbraio 2012 la Fondazione Marconi ha il piacere di presentare la mostra Sonia Delaunay. Atelier simultanèe 1923 -1934.
La mostra è dedicata alle creazioni di Sonia Delaunay, artista che ha rivoluzionato la storia dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso.
Nata nel 1885 in Ucraina, l’artista attinge proprio lì quelle indimenticabili visioni colorate, costantemente presenti nel suo lavoro. Sono soprattutto i colori dei vestiti dei contadini russi a rimanerle impressi nella mente e la coperta in patchwork che realizzerà nel 1911 per il figlio Charles ne è testimonianza.
Arrivata a Parigi nel 1905, subisce il fascino e l’influenza delle opere di Van Gogh, Gaughin e del fauvismo, che trasporrà poi nel suo lavoro in maniera personalissima. Nel 1909 conosce Robert Delaunay, che sposa l’anno successivo, con cui condivide una passione totalizzante per la pittura e soprattutto per il colore come essenza della pittura. Scrive Robert Delaunay “ Il colore, che è frutto della luce come ha scritto Apolinnaire, è alla base dei mezzi materiali del pittore – ed è il suo linguaggio. Il pittore quindi, lavora con il sussidio di elementi fisici, che la sua volontà deve dominare nel suo complesso”. I colori, distribuiti sulla superficie del quadro creano tra loro delle relazioni che si ricreano nell’occhio dello spettatore, “quello che generalmente si chiama mescolanza ottica”.
Le loro ricerche basate sulle teorie del colore di Chevreul e sulla rifrazione della luce approdarono al movimento chiamato orfismo.
Il percorso dell’artista è stato caratterizzato da una poliedrica attività: Sonia Delaunay si spinse oltre la pittura, indirizzandosi a partire dal 1913 verso la produzione tridimensionale: tessuti, stoffe, vestiti, ambienti a contrasti simultanei, creazioni astratte con rapporti cromatici. Dal 1923 Sonia Delaunay è chiamata da una Casa di Lione interessata ai suoi disegni di tessuti per la realizzazione di abiti e nel 1924 l’artista apre il suo Atelier Simultanèe: un laboratorio dove vengono abbattute le tradizionali frontiere tra i settori in una perfetta armonia creativa.
La mostra, allestita sui due piani dello spazio espositivo presenta una parte importante dell’opera di Sonia Delaunay: circa cento gouaches realizzate tra il 1923 - 1934 in cui emerge la ricerca dell’artista sul colore, sul rapporto figura – sfondo e l’attenzione per le trame, e molti studi che ne testimoniano l’elaborazione.
Le gouache create da Sonia Delaunay tra il 1923 -1934, la cui progettazione è testimoniata dai Libri Neri, costituiscono un corpus di ricerche importanti dove l’artista sembra anticipare problematiche poi affrontate da altri artisti, anche se con significati diversi, si è parlato di Dorazio, Morellet, Calder, Vasarely…
Sonia Delaunay nasce nel 1885 a Gradiesk, in Ucraina, con il nome di Sonia Terk Stern, trascorre l’infanzia a Pietroburgo e mostra una precoce inclinazione per le arti. Dopo i primi studi di disegno all’Accademia di Karlsruhe, nel 1905 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Académie de la Palette e inizia a dipingere nel solco del postimpressionismo. Nel 1908 espone una selezione di opere nella galleria parigina di Wilhelm Uhde, che sposa l’anno seguente. Tuttavia il matrimonio ha breve durata, e nel 1910 l’artista sposa Robert Delaunay, con il quale avvia una ricerca sulla luce e sul colore che approderà alla nascita dell’orfismo. Fin dai primi anni dieci si dedica sia alla luce sia alle arti applicate, sviluppando il tema dei “contrasti simultanei” e lo studio della rifrazione della luce su diversi supporti, sperimentando anche il collage. Nel 1913 espone all’Erster Deutscher Herbstsalon, un’ampia rassegna sull’avanguardia internazionale che si tiene alla Galerie Der Sturm di Berlino, e l’anno seguente partecipa al Salon des Indépendants di Parigi. Presente alle maggiori manifestazioni di tendenza, inizia ad avere personali in varie città europee. A seguito della rivoluzione d’ottobre cessa di percepire la rendita che assicurava la tranquillità economica alla sua famiglia, e da ora in poi il suo impegno nelle arti applicate diventa sempre più costante. Oltre ai costumi per i Ballets Russes di Diaghilev (Cléopâtre, 1917) e per l’opera teatrale di Tristan Tzara Le coeur à gaz (1923), si dedica alla produzione di tessuti, abiti e arazzi e lavora nel campo del design industriale. Nel 1925 le sue creazioni d’avanguardia riscuotono grandi consensi all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, e nello stesso anno l’artista apre un emporio di abiti e accessori insieme allo stilista Jacques Heim. Negli anni trenta aderisce al gruppo Abstraction-Création e partecipa alle principali collettive del movimento. Nel 1937 lavora con Robert Delaunay alle decorazioni per l’Esposizione universale di Parigi, e l’anno seguente lo Stedelijk Museum di Amsterdam le dedica un’ampia retrospettiva. Dopo la guerra partecipa alla fondazione del Salon des Réalités Nouvelles, ideato per la promozione e l’aggregazione di tutte le esperienze astratte internazionali. Dagli anni cinquanta si susseguono importanti retrospettive nei principali musei del mondo, e l’artista ottiene numerosi riconoscimenti per il suo fondamentale contributo alla diffusione dell’estetica d’avanguardia nel campo delle arti applicate. Si spegne a Parigi nel 1979.
(René Crevel)
Il 22 febbraio 2012 la Fondazione Marconi ha il piacere di presentare la mostra Sonia Delaunay. Atelier simultanèe 1923 -1934.
La mostra è dedicata alle creazioni di Sonia Delaunay, artista che ha rivoluzionato la storia dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso.
Nata nel 1885 in Ucraina, l’artista attinge proprio lì quelle indimenticabili visioni colorate, costantemente presenti nel suo lavoro. Sono soprattutto i colori dei vestiti dei contadini russi a rimanerle impressi nella mente e la coperta in patchwork che realizzerà nel 1911 per il figlio Charles ne è testimonianza.
Arrivata a Parigi nel 1905, subisce il fascino e l’influenza delle opere di Van Gogh, Gaughin e del fauvismo, che trasporrà poi nel suo lavoro in maniera personalissima. Nel 1909 conosce Robert Delaunay, che sposa l’anno successivo, con cui condivide una passione totalizzante per la pittura e soprattutto per il colore come essenza della pittura. Scrive Robert Delaunay “ Il colore, che è frutto della luce come ha scritto Apolinnaire, è alla base dei mezzi materiali del pittore – ed è il suo linguaggio. Il pittore quindi, lavora con il sussidio di elementi fisici, che la sua volontà deve dominare nel suo complesso”. I colori, distribuiti sulla superficie del quadro creano tra loro delle relazioni che si ricreano nell’occhio dello spettatore, “quello che generalmente si chiama mescolanza ottica”.
Le loro ricerche basate sulle teorie del colore di Chevreul e sulla rifrazione della luce approdarono al movimento chiamato orfismo.
Il percorso dell’artista è stato caratterizzato da una poliedrica attività: Sonia Delaunay si spinse oltre la pittura, indirizzandosi a partire dal 1913 verso la produzione tridimensionale: tessuti, stoffe, vestiti, ambienti a contrasti simultanei, creazioni astratte con rapporti cromatici. Dal 1923 Sonia Delaunay è chiamata da una Casa di Lione interessata ai suoi disegni di tessuti per la realizzazione di abiti e nel 1924 l’artista apre il suo Atelier Simultanèe: un laboratorio dove vengono abbattute le tradizionali frontiere tra i settori in una perfetta armonia creativa.
La mostra, allestita sui due piani dello spazio espositivo presenta una parte importante dell’opera di Sonia Delaunay: circa cento gouaches realizzate tra il 1923 - 1934 in cui emerge la ricerca dell’artista sul colore, sul rapporto figura – sfondo e l’attenzione per le trame, e molti studi che ne testimoniano l’elaborazione.
Le gouache create da Sonia Delaunay tra il 1923 -1934, la cui progettazione è testimoniata dai Libri Neri, costituiscono un corpus di ricerche importanti dove l’artista sembra anticipare problematiche poi affrontate da altri artisti, anche se con significati diversi, si è parlato di Dorazio, Morellet, Calder, Vasarely…
Sonia Delaunay nasce nel 1885 a Gradiesk, in Ucraina, con il nome di Sonia Terk Stern, trascorre l’infanzia a Pietroburgo e mostra una precoce inclinazione per le arti. Dopo i primi studi di disegno all’Accademia di Karlsruhe, nel 1905 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Académie de la Palette e inizia a dipingere nel solco del postimpressionismo. Nel 1908 espone una selezione di opere nella galleria parigina di Wilhelm Uhde, che sposa l’anno seguente. Tuttavia il matrimonio ha breve durata, e nel 1910 l’artista sposa Robert Delaunay, con il quale avvia una ricerca sulla luce e sul colore che approderà alla nascita dell’orfismo. Fin dai primi anni dieci si dedica sia alla luce sia alle arti applicate, sviluppando il tema dei “contrasti simultanei” e lo studio della rifrazione della luce su diversi supporti, sperimentando anche il collage. Nel 1913 espone all’Erster Deutscher Herbstsalon, un’ampia rassegna sull’avanguardia internazionale che si tiene alla Galerie Der Sturm di Berlino, e l’anno seguente partecipa al Salon des Indépendants di Parigi. Presente alle maggiori manifestazioni di tendenza, inizia ad avere personali in varie città europee. A seguito della rivoluzione d’ottobre cessa di percepire la rendita che assicurava la tranquillità economica alla sua famiglia, e da ora in poi il suo impegno nelle arti applicate diventa sempre più costante. Oltre ai costumi per i Ballets Russes di Diaghilev (Cléopâtre, 1917) e per l’opera teatrale di Tristan Tzara Le coeur à gaz (1923), si dedica alla produzione di tessuti, abiti e arazzi e lavora nel campo del design industriale. Nel 1925 le sue creazioni d’avanguardia riscuotono grandi consensi all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, e nello stesso anno l’artista apre un emporio di abiti e accessori insieme allo stilista Jacques Heim. Negli anni trenta aderisce al gruppo Abstraction-Création e partecipa alle principali collettive del movimento. Nel 1937 lavora con Robert Delaunay alle decorazioni per l’Esposizione universale di Parigi, e l’anno seguente lo Stedelijk Museum di Amsterdam le dedica un’ampia retrospettiva. Dopo la guerra partecipa alla fondazione del Salon des Réalités Nouvelles, ideato per la promozione e l’aggregazione di tutte le esperienze astratte internazionali. Dagli anni cinquanta si susseguono importanti retrospettive nei principali musei del mondo, e l’artista ottiene numerosi riconoscimenti per il suo fondamentale contributo alla diffusione dell’estetica d’avanguardia nel campo delle arti applicate. Si spegne a Parigi nel 1979.
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