Quattro forme. Mario Airò, Michael Anastassiades, Joana Escoval, Ettore Spalletti
![Quattro forme. Mario Airò, Michael Anastassiades, Joana Escoval, Ettore Spalletti, Vistamarestudio, Milano Quattro forme. Mario Airò, Michael Anastassiades, Joana Escoval, Ettore Spalletti, Vistamarestudio, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/e8/115263-unnamed.jpg)
Quattro forme. Mario Airò, Michael Anastassiades, Joana Escoval, Ettore Spalletti, Vistamarestudio, Milano
Dal 20 Aprile 2021 al 29 Maggio 2021
Milano
Luogo: Vistamarestudio
Indirizzo: Viale Vittorio Veneto 30
Orari: da martedì a sabato 10-19
Telefono per informazioni: +39 02 63471549
E-Mail info: contact@vistamarestudio.com
Sito ufficiale: http://www.vistamarestudio.com
Vistamarestudio è lieta di presentare Quattro forme, una mostra che riunisce opere di Mario Airò, Joana Escoval ed Ettore Spalletti, illuminate da un’installazione del designer Michael Anastassiades che trasforma le condizioni di luce della galleria.
Un’estetica essenziale accomuna i lavori in mostra, insieme alla ricerca di un equilibrio tra la purezza dei materiali e la semplicità delle forme.
Potrebbe sembrare, a un primo sguardo, che a tenerli insieme sia una certa poetica della riduzione, una predisposizione verso un’economia dei mezzi.
A ben guardare, però, ciascuna di queste opere accenna a un’apertura, alla possibilità di contemplare uno spiraglio, l’intuizione del paesaggio o la bellezza di un momento destinato a trascorrere. Base di colore (1991) di Ettore Spalletti suggerisce l’idea di un orizzonte che è contenuto nella geometria dell’alabastro e che il pigmento azzurro dischiude.
Calla (2011) di Mario Airò disegna un prezioso arabesco nello spazio solo per poter offrire un fiore al soffitto.
Made to accompany the sound of a storm I & II (2019) e I would rather be a storm (2020) di Joana Escoval tracciano una geografia quasi impercettibile, un paesaggio che è tanto stilizzato e astratto quanto intuitivo e presente.
One Well-Known Sequence (2018) di Michael Anastassiades, infine, utilizza la luce e la geometria per scandire ritmicamente lo spazio, facendo della sua misurazione un esercizio di sensibilità.
Così come sensibili sono le superfici riflettenti di Beauty Mirror e Fairest, che insieme alla luce e allo spazio corteggiano anche lo spettatore. Quattro forme è una modesta partitura di pause e di vuoti, un dialogo spontaneo tra opere che portano un po’ più vicino ciò che appare spesso lontano.
Ed è questa tensione poetica tra interno ed esterno, tra l’intimità dell’ambiente domestico e l’ampiezza di un altrove anche solo immaginato, che i lavori in mostra portano allo spettatore.
Mario Airò è nato a Pavia nel 1961. Il suo approccio sperimenta e reinterpreta i diversi mezzi artistici, evidenziando la capacità di creare un continuo cross-over tra le discipline. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MAXXI, Castello di Rivoli, GNAM di Roma, MaMbo, Museion di Bolzano e altri. Vive e lavora a Milano.
Michael Anastassiades ha fondato il suo studio a Londra 1994. Le sue creazioni - che l’illuminazione, i mobili e i prodotti di design industriale - sono caratterizzate da una poetica ma rigorosa interpretazione della tecnologia, dei materiali e funzionalità. Il suo lavoro, tra gli altri, è presente al MOMA, Art Institute di Chicago, V&A e al MAK, Vienna.
Joana Escoval è nata a Lisbona nel 1982. La sua pratica, sia visiva che sonora, include sculture, performance e installazioni. Nel 2020 il Museu Coleção Berardo, Lisbona ha ospitato una sua personale. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive tra cui: S.M.A.K. Gent, Belgium (2019); Tenderpixel, London (2019); Fiorucci Art Trust, London (2018); La Casa Encendida, Madrid (2017); Fondation d'entreprise Ricard, Paris (2015); Astrup Fearnley Museet, Oslo (2014). Vive e lavora a Lisbona.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940 – 2019), ha sviluppato da subito una voce singolare e solitaria e un corpus di lavoro che supera ogni movimento che circoscrive un artista ai confini regionali o ideologici. Il vocabolario formale di Spalletti ha sempre mescolato ed equilibrato pittura e scultura, forma e colore, spazio interno ed esterno. I suoi lavori sono presenti, tra gli altri, nelle collezioni del MUMOK, Vienna; SMAK, Gent; Centre Pompidou, Parigi; ARC Musée d’art moderne de la Ville de Paris; Museum Kurhaus Kleve, Kleve; Castello di Rivoli, Torino; Museo di Capodimonte, Napoli; GNAM, Roma; Guggenheim Museum, New York.
Un’estetica essenziale accomuna i lavori in mostra, insieme alla ricerca di un equilibrio tra la purezza dei materiali e la semplicità delle forme.
Potrebbe sembrare, a un primo sguardo, che a tenerli insieme sia una certa poetica della riduzione, una predisposizione verso un’economia dei mezzi.
A ben guardare, però, ciascuna di queste opere accenna a un’apertura, alla possibilità di contemplare uno spiraglio, l’intuizione del paesaggio o la bellezza di un momento destinato a trascorrere. Base di colore (1991) di Ettore Spalletti suggerisce l’idea di un orizzonte che è contenuto nella geometria dell’alabastro e che il pigmento azzurro dischiude.
Calla (2011) di Mario Airò disegna un prezioso arabesco nello spazio solo per poter offrire un fiore al soffitto.
Made to accompany the sound of a storm I & II (2019) e I would rather be a storm (2020) di Joana Escoval tracciano una geografia quasi impercettibile, un paesaggio che è tanto stilizzato e astratto quanto intuitivo e presente.
One Well-Known Sequence (2018) di Michael Anastassiades, infine, utilizza la luce e la geometria per scandire ritmicamente lo spazio, facendo della sua misurazione un esercizio di sensibilità.
Così come sensibili sono le superfici riflettenti di Beauty Mirror e Fairest, che insieme alla luce e allo spazio corteggiano anche lo spettatore. Quattro forme è una modesta partitura di pause e di vuoti, un dialogo spontaneo tra opere che portano un po’ più vicino ciò che appare spesso lontano.
Ed è questa tensione poetica tra interno ed esterno, tra l’intimità dell’ambiente domestico e l’ampiezza di un altrove anche solo immaginato, che i lavori in mostra portano allo spettatore.
Mario Airò è nato a Pavia nel 1961. Il suo approccio sperimenta e reinterpreta i diversi mezzi artistici, evidenziando la capacità di creare un continuo cross-over tra le discipline. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MAXXI, Castello di Rivoli, GNAM di Roma, MaMbo, Museion di Bolzano e altri. Vive e lavora a Milano.
Michael Anastassiades ha fondato il suo studio a Londra 1994. Le sue creazioni - che l’illuminazione, i mobili e i prodotti di design industriale - sono caratterizzate da una poetica ma rigorosa interpretazione della tecnologia, dei materiali e funzionalità. Il suo lavoro, tra gli altri, è presente al MOMA, Art Institute di Chicago, V&A e al MAK, Vienna.
Joana Escoval è nata a Lisbona nel 1982. La sua pratica, sia visiva che sonora, include sculture, performance e installazioni. Nel 2020 il Museu Coleção Berardo, Lisbona ha ospitato una sua personale. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive tra cui: S.M.A.K. Gent, Belgium (2019); Tenderpixel, London (2019); Fiorucci Art Trust, London (2018); La Casa Encendida, Madrid (2017); Fondation d'entreprise Ricard, Paris (2015); Astrup Fearnley Museet, Oslo (2014). Vive e lavora a Lisbona.
Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940 – 2019), ha sviluppato da subito una voce singolare e solitaria e un corpus di lavoro che supera ogni movimento che circoscrive un artista ai confini regionali o ideologici. Il vocabolario formale di Spalletti ha sempre mescolato ed equilibrato pittura e scultura, forma e colore, spazio interno ed esterno. I suoi lavori sono presenti, tra gli altri, nelle collezioni del MUMOK, Vienna; SMAK, Gent; Centre Pompidou, Parigi; ARC Musée d’art moderne de la Ville de Paris; Museum Kurhaus Kleve, Kleve; Castello di Rivoli, Torino; Museo di Capodimonte, Napoli; GNAM, Roma; Guggenheim Museum, New York.
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