Paolo Facchinetti. Attimi
Dal 30 Ottobre 2014 al 03 Aprile 2015
Milano
Luogo: FourPoints by Sheraton Milan Center
Indirizzo: via Gerolamo Cardano 1
Orari: da lunedì a domenica 9-23
Curatori: Stefano Bianchi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 667461
E-Mail info: pressmedia@coolmag.it
Sito ufficiale: http://www.fourpointsmilan.com/it
FourPoints by Sheraton Milan Center ospita la mostra dell’artista lombardo Paolo Facchinetti. Le opere daranno vita a un percorso visivo che coinvolgerà la Reception, la Lounge e il Ristorante Nectare. In occasione del vernissage, nel nuovo spazio Malibran Bar progettato dall’Architetto Michele Arcarese, tra marmi e pareti in vetro laccato che fanno da cornice ai moderni arredi PFZ, lo staff dell’hotel organizzerà un “aperitivo con l’artista” all’insegna del relax culturale, riservato a ospiti e visitatori.
C’è tutto un mondo intorno all’arte astratta e informale di Paolo Facchinetti. Un mondo spesso impalpabile e sfuggente, frutto di suggestioni inconsce, che all’improvviso si accende a colpi di spatola sulla tela tramutandosi in segno tangibile, presenza, coagulo di materia. Facchinetti ha scritto che “la pittura è la mia solitudine ma soprattutto la mia salvezza, la mia libertà, dove ancora esistono l’immaginazione, il sogno, l’alchimia, il rito magico di un segno, di una forma, di un colore”. L’azione gestuale, l’”incipit” del pittore nato a Nembro, nella Valle Seriana, a un’incollatura da Bergamo, è dunque la sinfonica “palette” di colori che di volta in volta si svelano, suggeriscono, introducono densi, omogenei, diluiti. Quando il gesto si fa etereo e leggero dando vita a colature che si sovrappongono e stratificano, ecco trasparire dai quadri carezze cromatiche riconducibili all’espressionismo lirico dell’americano Paul Jenkins. Quando viceversa il gesto equivale a forza, impulso, sfogo emotivo, l’ideale riferimento è l’energia pittorica del tedesco Gerhard Richter. Entrambe le “anime”, spesso, dialogano fra loro concretizzando rapide pennellate e grumi di colore, sgocciolature e “fermi immagine” materici. È proprio in queste pitture, allora, che l’action painting e il dipingere meditativo si confrontano e si armonizzano per scandire, nell’arte di Paolo Facchinetti, la migliore ragion d’essere.
Stefano Bianchi
Paolo Facchinetti nasce nel 1953 a Nembro, dove oggi vive e lavora. Inizia la sua formazione artistica all'Accademia Carrara di Belle Arti a Bergamo frequentando i corsi di disegno e di nudo sotto la guida del Prof. Mino Marra. Anche il maestro Cesare Benaglia ebbe una forte importanza nella crescita di Paolo, infatti frequentò il suo studio e il Gruppo Artistico Valbrembo 77 dal 1985 al 1989. Fin dagli inizi la sua arte è caratterizzata da un forte dualismo. L'astrattismo e la ricerca cromatico-formale convivono con la ritrattistica e la capacità di cogliere l'essenza del soggetto. Il movimento fisico-gestuale dell'attimo in cui il colore si deposita sulla tela è riconoscibile sempre e spesso è parte fondamentale dell'opera. Dal 1972 Paolo Facchinetti espone le sue opere in numerose mostre personali, collettive e partecipa a rassegne d'Arte nazionali e internazionali. Nel 1990 e nel 1992, su richiesta della Arti Grafiche Ricordi e di Edizioni Del Cappello (Milano), esegue opere su carta poi serigrafate e numerate. È stato invitato al progetto itinerante 13x17, a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert, che è stato presentato tra il 2006 e 2007 presso la Chiesa di Santa Cristina a Bologna, Studio Mic di Roma, Berengo Studio di Murano (VE), Teatro Nuovo Montevergini a Palermo, Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH), Museo Provinciale di Potenza, Politecnico di Milano e Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli. La sua attività artistica lambisce anche territori poco frequentati da un artista, succede ad esempio nel 2007, quando è chiamato a realizzare la copertina dell'album Requiem per il gruppo italiano Verdena. Nel 2008 è uno dei due artisti italiani selezionati alla Biennale del Disegno, di Pilsen - Repubblica Ceca. La casa editrice Aufbau Verlag, di Berlino, pubblicherà su "Aufbau Literatur Kalender 2013" e "Aufbau Literatur Wochenplaner 2013", il ritratto di John Fante, un'opera tratta dal progetto Auto Biografie: una serie di quaranta ritratti che tra il 2006 e il 2007, sono stati esposti in molte località tra cui il Centro Culturale L'Orto degli Angeli di Biella, la Galleria Florilegio di Leno (BS) e il Collegio Raffaello di Urbino che ha coronato la mostra con un catalogo edito da Libri Aparte con testi di Viola Giacometti e Sara Mazzocchi.
C’è tutto un mondo intorno all’arte astratta e informale di Paolo Facchinetti. Un mondo spesso impalpabile e sfuggente, frutto di suggestioni inconsce, che all’improvviso si accende a colpi di spatola sulla tela tramutandosi in segno tangibile, presenza, coagulo di materia. Facchinetti ha scritto che “la pittura è la mia solitudine ma soprattutto la mia salvezza, la mia libertà, dove ancora esistono l’immaginazione, il sogno, l’alchimia, il rito magico di un segno, di una forma, di un colore”. L’azione gestuale, l’”incipit” del pittore nato a Nembro, nella Valle Seriana, a un’incollatura da Bergamo, è dunque la sinfonica “palette” di colori che di volta in volta si svelano, suggeriscono, introducono densi, omogenei, diluiti. Quando il gesto si fa etereo e leggero dando vita a colature che si sovrappongono e stratificano, ecco trasparire dai quadri carezze cromatiche riconducibili all’espressionismo lirico dell’americano Paul Jenkins. Quando viceversa il gesto equivale a forza, impulso, sfogo emotivo, l’ideale riferimento è l’energia pittorica del tedesco Gerhard Richter. Entrambe le “anime”, spesso, dialogano fra loro concretizzando rapide pennellate e grumi di colore, sgocciolature e “fermi immagine” materici. È proprio in queste pitture, allora, che l’action painting e il dipingere meditativo si confrontano e si armonizzano per scandire, nell’arte di Paolo Facchinetti, la migliore ragion d’essere.
Stefano Bianchi
Paolo Facchinetti nasce nel 1953 a Nembro, dove oggi vive e lavora. Inizia la sua formazione artistica all'Accademia Carrara di Belle Arti a Bergamo frequentando i corsi di disegno e di nudo sotto la guida del Prof. Mino Marra. Anche il maestro Cesare Benaglia ebbe una forte importanza nella crescita di Paolo, infatti frequentò il suo studio e il Gruppo Artistico Valbrembo 77 dal 1985 al 1989. Fin dagli inizi la sua arte è caratterizzata da un forte dualismo. L'astrattismo e la ricerca cromatico-formale convivono con la ritrattistica e la capacità di cogliere l'essenza del soggetto. Il movimento fisico-gestuale dell'attimo in cui il colore si deposita sulla tela è riconoscibile sempre e spesso è parte fondamentale dell'opera. Dal 1972 Paolo Facchinetti espone le sue opere in numerose mostre personali, collettive e partecipa a rassegne d'Arte nazionali e internazionali. Nel 1990 e nel 1992, su richiesta della Arti Grafiche Ricordi e di Edizioni Del Cappello (Milano), esegue opere su carta poi serigrafate e numerate. È stato invitato al progetto itinerante 13x17, a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert, che è stato presentato tra il 2006 e 2007 presso la Chiesa di Santa Cristina a Bologna, Studio Mic di Roma, Berengo Studio di Murano (VE), Teatro Nuovo Montevergini a Palermo, Museo Michetti di Francavilla al Mare (CH), Museo Provinciale di Potenza, Politecnico di Milano e Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli. La sua attività artistica lambisce anche territori poco frequentati da un artista, succede ad esempio nel 2007, quando è chiamato a realizzare la copertina dell'album Requiem per il gruppo italiano Verdena. Nel 2008 è uno dei due artisti italiani selezionati alla Biennale del Disegno, di Pilsen - Repubblica Ceca. La casa editrice Aufbau Verlag, di Berlino, pubblicherà su "Aufbau Literatur Kalender 2013" e "Aufbau Literatur Wochenplaner 2013", il ritratto di John Fante, un'opera tratta dal progetto Auto Biografie: una serie di quaranta ritratti che tra il 2006 e il 2007, sono stati esposti in molte località tra cui il Centro Culturale L'Orto degli Angeli di Biella, la Galleria Florilegio di Leno (BS) e il Collegio Raffaello di Urbino che ha coronato la mostra con un catalogo edito da Libri Aparte con testi di Viola Giacometti e Sara Mazzocchi.
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