Nicola Evangelisti. Beware
Dal 02 Dicembre 2015 al 28 Gennaio 2016
Milano
Luogo: Area35 Art Gallery
Indirizzo: via Vigevano 35
Orari: martedì- venerdì 15.30-19.30 sabato, domenica e lunedì su appuntamento
Curatori: Olivia Spatola, Arianna Grava
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339.3916899
E-Mail info: info@area35artgallery.com
Sito ufficiale: http://www.area35artgallery.com
Mercoledì 2 dicembre 2015 alle ore 18.30 si terrà l’inaugurazione di “BEWARE” mostra personale di Nicola Evangelisti, a cura di Arianna Grava ed Olivia Spatola e con testo critico di Paolo Bolpagni, presso la galleria d’arte contemporanea Area35 Art Gallery di Milano. Dopo l’ultimo ciclo di opere in cui ha esaminato il rapporto tra reale e virtuale nel contesto della crisi economica, Nicola Evangelisti continua la propria ricerca artistica con il progetto BEWARE, focalizzando l’attenzione sul senso d’inquietudine generato dall’attuale modalità terroristica in cui la comunicazione mediatica assume un valore determinante.
La violenza che uccide le vittime dell’attuale guerra santa non è più potente di quella che subiamo nell’istante in cui l’orrore della morte viene diffuso in tempo reale attraverso il web: il virtuale viene così a coincidere con una seconda, – non meno importante – forma di realtà che conduce e condiziona i nostri aspetti emotivi, comportamentali e, conseguentemente, la nostra vita.
Tale dualità viene tradotta da Evangelisti in opere che, analogamente, sono costituite da parti tangibili, misurabili, e da altre immateriali, supposte, generate da un’illusione percettiva.
Installazioni di bossoli compongono le parole DEMOCRACY e PEACE, termini volutamente scritti in inglese che stigmatizzano la strategia militare statunitense di spostare continuamente il fronte di guerra al di fuori dei propri confini: parafrasando il concetto di “pax romana” del periodo imperiale, quella attuale potrebbe essere definita una “pax americana” in cui vengono combattute guerre in nome della pace e della democrazia. Tuttavia questo senso di sicurezza si sta progressivamente sgretolando in seguito ai numerosi attacchi perpetrati al cuore dell’Occidente, un’organizzazione del terrore che destabilizza la nostra illusoria certezza d’inviolabilità.
Con HOLY LANCE, le lame e i coltelli usati per uccidere le vittime del califfato si dispongono a formare l’immagine di un mirino – visivamente sovrapponibile a quella di una croce – sottolineando la portata paradossale della violenza in nome di Dio. Lame specchianti in acciaio, forme digitali che hanno ritrovato, in questa materia, la capacità di riflettere la luce e le immagini contestuali. Ci riflettiamo nelle armi e nei simboli di morte, come in quelli di pace e di fede, in un continuum percettivo dai confini concettuali e semantici sovrapponibili ed interscambiabili.
Luce che crea le ombre come il nero delle bandiere che oscurano il sole della Libia, il lato oscuro del bene, caligine luminosissima che ottenebra le menti.
La luce resta sempre un elemento fondante del lavoro di Evangelisti in stretta continuità con i cicli precedenti.
Il simbolo del mirino, rappresentato in vari modi nell’ambito della mostra, appare anche in forma di luce olografica sospeso innanzi ad un proiettile incombente pronto a colpire l’ignaro visitatore: ancora forte è l’intreccio tra realtà oggettiva e realtà supposta, sintesi quanto mai icastica del mondo in cui viviamo.
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