Michele Nastasi. Città Sospesa. L’Aquila dopo il terremoto
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<div class="column"><span>Basilica di Santa Maria di Collemaggio, L'Aquila</span></div>
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<div class="column"><span>Basilica di Santa Maria di Collemaggio, L'Aquila</span></div>
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</div>](http://www.arte.it/foto/600x450/0c/44201-DSC_7264-2.jpg)
Basilica di Santa Maria di Collemaggio, L'Aquila
Dal 18 Febbraio 2016 al 05 Marzo 2016
Milano
Luogo: Expowall Gallery
Indirizzo: via Curtatone 4
Orari: da martedì a sabato 10-18
Telefono per informazioni: +39 02 872 879 61
E-Mail info: info@expowall.it
Sito ufficiale: http://www.expowallgallery.com
Expowall, la nuova galleria di fotografia aperta da Pamela Campaner e Alberto Meomartini a Milano in via Curtatone 4, ospiterà dal 18 febbraio al 5 marzo il lavoro di Michele Nastasi “Città Sospesa. L’Aquila dopo il terremoto”.
A quasi sette anni dal sisma del 6 aprile 2009 le fotografie dell'Aquila di Michele Nastasi traguardano la catastrofe del terremoto e raccontano di una città ancora oggi sospesa tra la vita e la mancata ricostruzione sociale e civile.
Gli interventi di messa in sicurezza nella Zona Rossa, il centro storico deserto, sgomberato subito dopo il terremoto e puntellato durante l'anno successivo, evocano un immaginario medico e si traducono in protesi, bendaggi chirurgici, busti e apparecchi ortodontici, che non hanno ancora guarito la città malata e sembrano, al contrario, impedirle di tornare pienamente a respirare. Certo non dobbiamo dimenticare la violenza del sisma e la sua estensione, ma le fotografie di Michele Nastasi sembrano suggerire - e la metafora non è forzata - che la città non sia tanto salvaguardata, ma come contenuta da una terribile camicia di forza.
Questo lavoro di Nastasi, pubblicato nel 2010 su Lotus International, esposto al MIT di Boston e oggi riproposto da Expowall, non figura come una denuncia gridata, ma come un insieme di importanti domande sul senso del vivere in città e in una comunità.
Quella che pare una "impossibilità di abitare", per dirla con Giorgio Agamben che ha firmato la prefazione del libro in cui è raccolto il lavoro, Citta sospesa: l'Aquila dopo il terremoto (edito da Actar nel 2015 a cura di Maddalena d’Alfonso), fissa “lo stato di eccezione come nuovo paradigma”, un "laboratorio perverso" come lo definisce Tomaso Montanari su Repubblica, che accelera lo svuotamento delle città storiche e pone un inquietante interrogativo sul futuro della cultura urbana europea.
Per queste importanti ragioni e per la loro grande capacità espressiva le fotografie di Michele Nastasi sono state scelte per arricchire il percorso che Expowall sta dedicando al paesaggio urbano: esse ci invitano a una riflessione sul rapporto tra la nostra contemporaneità e la storia, tra l’accettazione degli interventi post-sisma e la disperata necessità di una ricostruzione sociale, tra l’architettura e il silenzio che la abita.
Inaugurazione: giovedì 18 febbraio ore 18 Gallery Talk 18,30, sarà presente l’autore
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