Melina Mulas. Il gesto è offerta
Dal 24 Novembre 2022 al 24 Maggio 2023
Milano
Luogo: Studio Medico Boscovich
Indirizzo: Via Settembrini 7
Orari: Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.00 Sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 Sabato pomeriggio e domenica su appuntamento
Curatori: Caterina Corni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02.6693281
E-Mail info: info@studiomedicoboscovich.com
Lo Studio Medico Boscovich presenta, dal 24 novembre 2022 al 24 maggio 2023, i due progetti fotografici dell’artista Melina Mulas, a cura della storica dell’India Caterina Corni: una rassegna di oltre cento fotografie esposte in mostra e un cofanetto con altrettanti scatti da consultare, per la prima volta entrambi presentati al pubblico, che vogliono rappresentare un duplice omaggio alla straordinarietà delle donne incontrate durante i suoi viaggi in India.
Sin dalla prima visita nel 1992, Melina Mulas è stata folgorata dal misto di grazia, forza ed eleganza che emanano le donne indiane, qualità dell’anima che sembrano ormai perdute in Occidente. Nonostante la complessità della condizione femminile, contradditoria e spesso drammatica, i movimenti di queste donne, le schiene dritte ed elastiche, i gesti calmi e consapevoli dei corpi cinti dagli straordinari sari colorati conservano un aspetto misterioso che genera meraviglia e stupore.
In India, la danza rappresenta una manifestazione artistica fondamentale, percepita come rappresentazione sacra che narra i miti degli Dei attraverso musica, canto e gestualità, esprimendo così il desiderio di connessione col divino. È proprio nella Bharatanatyam, antica danza indiana, che l’artista ha ritrovato l’essenza di quella femminilità integra e immaginifica, e ha così cercato, con Nuria Sala Grau, splendida danzatrice occidentale di Bharatanatyam, di esprimerla fissandone le forme in una sequenza.
Il progetto Bharatanatyam si compone di centocinquanta scatti presentati in mostra che rappresentano le figure delle divinità interpretate da Nuria Sala Grau nella sequenza coreografica Varnam on Nava-Rasa, creata per lei da Mia Guruji Krishnaveni Lakshmanan, danzatrice e direttore artistico dell’Accademia Kalakshetra di Chennai. La coreografia è stata accompagnata dalla musica di Lalgudi Jayaraman e dalle composizioni ritmiche della musicista Kamala Rani, sullo sfondo di Lithica, una cava di tufo abbandonata sull’isola di Minorca che evoca perfettamente l’idea di un’India immaginaria e simbolica, diventata ora un luogo vivo e vissuto, meta di turismo e di iniziative culturali grazie all’intuizione e all’impegno dell’artista Letizia Sauleau.
Il secondo progetto, Tibetan Children’s Village, presentato sotto forma di cofanetto con foto sciolte da consultare, racchiude invece il lavoro svolto da Melina Mulas presso il Tibetan Chidren’s Villages, una comunità per la cura e l’istruzione di bambini tibetani, orfani e rifugiati, voluta dal Dalai Lama e dalla sorella Jetsun Pema, che si trova a Dharamsala, un villaggio indiano nella regione dell’Himachal Pradesh, dove dal 1959 risiede il governo tibetano in esilio. Entrata in contatto con i più autorevoli Lama tibetani, Melina Mulas si è resa conto che fra loro dimoravano solo un paio di donne riconosciute: a quell’epoca le maestre che davano insegnamenti erano pochissime (oggi le cose stanno cambiando) e questo l’ha portata a porsi interrogativi sull’aspetto spirituale femminile. Proprio visitando più volte il TCV Tibetan Chidren’s Village ha così compreso che l’insegnamento femminile non lo si incontrava su di un trono, ma nella vita pratica e quotidiana, con la sua presenza amorevole e il suo totale impegno nella partecipazione paritaria alla vita pubblica e sociale, e in particolare nella cura dell’educazione.
Le fotografie del progetto Tibetan Children’s Village vogliono così rappresentare alcuni insegnamenti preziosi elargiti da questa comunità esiliata da oramai 60 anni, in cui regna la compassione per tutti gli esseri senzienti e la tolleranza, oltre che un piccolo omaggio a quelle donne che, senza mai farsi notare, dedicano la loro vita al bene comune delle nuove generazioni.
Le fotografie dedicate alla Bharatanatyam inoltre sono raccolte in un catalogo con un testo critico di Marilia Albanese che, col suo prezioso contributo, ha partecipato alla realizzazione del progetto.
Lo Studio Boscovich che ospita i progetti rappresenta per questo il luogo ideale perchè frequentato da donne, mamme, pazienti di ogni tipo ed età, in una situazione di passaggio, di cura, di attenzione per il proprio corpo e per la propria salute.
Melina Mulas è nata e cresciuta in una famiglia di fotografi.
Impara il mestiere dalla madre Antonia Mulas e dal 1984 inizia la sua ricerca nell’ambito del ritratto, a cui si affiancano frequenti collaborazioni con il teatro e la moda, oltre alla curatela con l’Archivio Ugo Mulas delle principali esposizioni e pubblicazioni.
Nel 2006 espone e pubblica “The Lamas of Tibet/Il Terzo Occhio”, una raccolta di ritratti dei principali Lama tibetani fotografati dal 1991e da diversi anni si dedica alla documentazione di alcuni aspetti della cultura del popolo tibetano in esilio in India.
Attualmente è docente di fotografia per Naba - Nuova Accademia di Belle Arti e organizza laboratori didattici che coinvolgono gruppi di studenti in un percorso di lavoro collettivo, spesso legato al territorio.
Nel 2012, in collaborazione con la cooperativa Minotauro, dà vita al progetto fotografico “In campo”, di cui è direttrice artistica.
Melina Mulas vive e lavora a Milano.
Sin dalla prima visita nel 1992, Melina Mulas è stata folgorata dal misto di grazia, forza ed eleganza che emanano le donne indiane, qualità dell’anima che sembrano ormai perdute in Occidente. Nonostante la complessità della condizione femminile, contradditoria e spesso drammatica, i movimenti di queste donne, le schiene dritte ed elastiche, i gesti calmi e consapevoli dei corpi cinti dagli straordinari sari colorati conservano un aspetto misterioso che genera meraviglia e stupore.
In India, la danza rappresenta una manifestazione artistica fondamentale, percepita come rappresentazione sacra che narra i miti degli Dei attraverso musica, canto e gestualità, esprimendo così il desiderio di connessione col divino. È proprio nella Bharatanatyam, antica danza indiana, che l’artista ha ritrovato l’essenza di quella femminilità integra e immaginifica, e ha così cercato, con Nuria Sala Grau, splendida danzatrice occidentale di Bharatanatyam, di esprimerla fissandone le forme in una sequenza.
Il progetto Bharatanatyam si compone di centocinquanta scatti presentati in mostra che rappresentano le figure delle divinità interpretate da Nuria Sala Grau nella sequenza coreografica Varnam on Nava-Rasa, creata per lei da Mia Guruji Krishnaveni Lakshmanan, danzatrice e direttore artistico dell’Accademia Kalakshetra di Chennai. La coreografia è stata accompagnata dalla musica di Lalgudi Jayaraman e dalle composizioni ritmiche della musicista Kamala Rani, sullo sfondo di Lithica, una cava di tufo abbandonata sull’isola di Minorca che evoca perfettamente l’idea di un’India immaginaria e simbolica, diventata ora un luogo vivo e vissuto, meta di turismo e di iniziative culturali grazie all’intuizione e all’impegno dell’artista Letizia Sauleau.
Il secondo progetto, Tibetan Children’s Village, presentato sotto forma di cofanetto con foto sciolte da consultare, racchiude invece il lavoro svolto da Melina Mulas presso il Tibetan Chidren’s Villages, una comunità per la cura e l’istruzione di bambini tibetani, orfani e rifugiati, voluta dal Dalai Lama e dalla sorella Jetsun Pema, che si trova a Dharamsala, un villaggio indiano nella regione dell’Himachal Pradesh, dove dal 1959 risiede il governo tibetano in esilio. Entrata in contatto con i più autorevoli Lama tibetani, Melina Mulas si è resa conto che fra loro dimoravano solo un paio di donne riconosciute: a quell’epoca le maestre che davano insegnamenti erano pochissime (oggi le cose stanno cambiando) e questo l’ha portata a porsi interrogativi sull’aspetto spirituale femminile. Proprio visitando più volte il TCV Tibetan Chidren’s Village ha così compreso che l’insegnamento femminile non lo si incontrava su di un trono, ma nella vita pratica e quotidiana, con la sua presenza amorevole e il suo totale impegno nella partecipazione paritaria alla vita pubblica e sociale, e in particolare nella cura dell’educazione.
Le fotografie del progetto Tibetan Children’s Village vogliono così rappresentare alcuni insegnamenti preziosi elargiti da questa comunità esiliata da oramai 60 anni, in cui regna la compassione per tutti gli esseri senzienti e la tolleranza, oltre che un piccolo omaggio a quelle donne che, senza mai farsi notare, dedicano la loro vita al bene comune delle nuove generazioni.
Le fotografie dedicate alla Bharatanatyam inoltre sono raccolte in un catalogo con un testo critico di Marilia Albanese che, col suo prezioso contributo, ha partecipato alla realizzazione del progetto.
Lo Studio Boscovich che ospita i progetti rappresenta per questo il luogo ideale perchè frequentato da donne, mamme, pazienti di ogni tipo ed età, in una situazione di passaggio, di cura, di attenzione per il proprio corpo e per la propria salute.
Melina Mulas è nata e cresciuta in una famiglia di fotografi.
Impara il mestiere dalla madre Antonia Mulas e dal 1984 inizia la sua ricerca nell’ambito del ritratto, a cui si affiancano frequenti collaborazioni con il teatro e la moda, oltre alla curatela con l’Archivio Ugo Mulas delle principali esposizioni e pubblicazioni.
Nel 2006 espone e pubblica “The Lamas of Tibet/Il Terzo Occhio”, una raccolta di ritratti dei principali Lama tibetani fotografati dal 1991e da diversi anni si dedica alla documentazione di alcuni aspetti della cultura del popolo tibetano in esilio in India.
Attualmente è docente di fotografia per Naba - Nuova Accademia di Belle Arti e organizza laboratori didattici che coinvolgono gruppi di studenti in un percorso di lavoro collettivo, spesso legato al territorio.
Nel 2012, in collaborazione con la cooperativa Minotauro, dà vita al progetto fotografico “In campo”, di cui è direttrice artistica.
Melina Mulas vive e lavora a Milano.
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