Maxim Kantor. Vulcano
Dal 26 Ottobre 2012 al 09 Dicembre 2012
Milano
Luogo: Fondazione Stelline
Indirizzo: corso Magenta 61
Orari: da martedì a domenica 10-20
Curatori: Alexandr Borovsky, Cristina Barbano
Costo del biglietto: intero euro 5, ridotto euro 3.50
Telefono per informazioni: +39 02 45462411/ 02 76003912
E-Mail info: pozzicomunicazione@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.stelline.it
Dal 26 ottobre 2012 la Fondazione Stelline di Milano, in collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, presenta per la prima volta in Italia in maniera completa ed esaustiva l’opera di Maxim Kantor, pittore e scrittore di origine russa.
Il cuore dell’esposizione, a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, è il portfolio Vulcanus. Atlasrealizzato nel 2010, a cui fanno da cornice un nucleo di dipinti degli ultimi anni e alcuni esempi rappresentavi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012). Una piccola sezione sarà dedicata alla sua attività di scrittore.
L’opera di Maxim Kantor è conosciuta in Italia, dove l’artista ha esposto in tre precedenti occasioni. Nel 1988 presso Studio Marconi Milano, all’interno della mostra collettiva “Artisti Sovietici Contemporanei”; nel 1997 alla XLVII Biennale di Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”, a cui fu completamente dedicato il Padiglione Russo e nel 2005 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Tuttavia le numerose mostre tenute dall’artista a partire dalla fine degli anni Ottanta in diverse città in Europa e negli Stati Uniti, oltre a quelle italiane appena citate, sono sempre state dedicate a un particolare periodo del suo lavoro o ad una singola serie grafica.
Questa mostra, che occuperà entrambe le Gallery della Fondazione Stelline, si differenzia invece dalle precedenti in quanto accosta alla raccolta Vulcanus, 20 dipinti di grandi dimensioni, provenienti da collezioni pubbliche e private, ed altrettante grafiche delle serie, Wasteland. Atlas (2000-2001) e Metropolis (2001-2003),in modo da presentare tutto il suo percorso artistico, sempre molto legato al suo pensiero e ai suoi scritti.
Maxim Kantor (Mosca 1957) è pittore, incisore e scrittore russo contemporaneo, figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, scomparso nel 2008, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto.
La sua produzione artistica si divide in tre periodi principali.
IL PERIODO ROSSO (Periodo Sovietico, 1980-fine anni Novanta). I dipinti, a partire dalla metà degli anni Ottanta fino alla fine del secolo scorso, sono chiamati del Periodo rosso (in mostra a Milano, Politburo, La casa rossa, La mia famiglia). Rappresentano case, prigioni, lager, ospedali, metropolitane, ma anche e soprattutto uomini che, pur oppressi da un regime disumanizzante, conservano “umanità” nel senso più ampio e più profondo del termine. I colori preferiti sono il giallo, il rosso e l’arancione. Lo stile di quegli anni è definito di “resistenza” ed è spesso brutale. L'eroe più ricorrente è il padre ed il simbolo più importante Giobbe.
Il quadro cardine di questo periodo è Stato (1990-91), di proprietà dell’autore, che sarà presente alla mostra milanese. Il portfolio Wasteland è una specie di compendio, un riassunto di questi vent'anni di attività.
IL NUOVO IMPERO (Fine anni Novanta – 2008). La caduta del comunismo, alla fine degli anni Ottanta, rappresenta per Kantor la possibilità di viaggiare per il mondo, di abitare in altre città come Berlino, Londra, Parigi.
Inizia un'epoca di grandi speranze, caratterizzata anche dalla perdita di orientamento. La Russia crolla, ma anche l'Europa attraversa una profonda crisi. Kantor dipinge moltissimo, quadri intensi come Tredici cani randagi, Il figliol prodigo, La torre di Babele, Un albero solitario, La struttura della democrazia e Requiem per un terrorista, tutti presenti a Milano. Ma l’opera che si può considerare un riassunto di questi 10 anni è il portfolio Metropolis, del 2001-2003.
ATLANDIDE (Dal 2008 a oggi). Negli ultimi anni la consapevolezza della fine di un certo “ciclo storico”, non solo in Russia, è diventata evidente. Il mondo è entrato in una crisi profonda, non solo politica, ma anche intellettuale.
Il compendio del lavoro di questo periodo si ritrova nell'ultimo portfolio grafico Vulcanus, dove Kantor si ritrae nella prima incisione con il titolo Autoritratto tra Lenin e Putin. In esso Kantor con segno mirabile, acuto e con ironia sferzante ripropone la storia del XX secolo e dei giorni nostri, con particolare attenzione agli eventi legati alla Prima Guerra Mondiale. I soggetti delle sue incisioni sono i protagonisti della storia, da Lenin, a Stalin, a Trotsky da Churchill a Roosvelt, e gli intellettuali da Tolstoi a Cecov, a Majakovskij, all’Achmatova. L’artista critica i personaggi famosi della storia con implacabile severità e mostra compassione per le vittime: la gente comune. La sua critica non è solo nei confronti dei fantasmi del comunismo, ma anche degli spaventapasseri del capitalismo.
In mostra saranno esposte alcune opere recenti, come Autoritratto, Folla solitaria, Treno, Via Crucis.
Ogni periodo ha una propria geografia. Per il Periodo Rosso è Mosca. Per il periodo del Nuovo Impero sono le città in cui ha viaggiato, Berlino, Londra, Parigi ecc. Negli ultimi anni Kantor passa sempre più tempo in un'isola vicino alla costa della Francia, l'Ile de Ré. L’immagine centrale nelle sue opere pittoriche è Atlantide che si inabissa nell'oceano, come racconta Platone.
La mostra, alla Fondazione Stelline dopo la tappa al Museo di Stato di San Pietroburgo, è accompagnata da un ricco catalogo (Palace Edition; pagg. 192; 30,5x30), con prefazione di Camillo Fornasieri, un saggio introduttivo di Erik Hobsbaum e testi dei curatori Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, degli autori Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e dell’artista. Le immagini a colori illustrano il nucleo principale della produzione pittorica di Kantor e le opere della serie Vulcanus.
Maxim Kantor (Mosca, 1957), è autore di cinque opere letterarie, di diverse pièce teatrali (tra cui “Cena col babbuino”, 2007-2008) e di tre raccolte di saggi tra cui “le Mandibole lente della democrazia” del 2008. Alcune sono attualmente in corso di traduzione in italiano e inglese. L’artista collabora costantemente con il giornale inglese online “Open Democracy”, col mensile parigino “Le Monde Diplomatique”, e con i giornali moscoviti “Novaya Gazeta”, “Rossiiskaja Gazeta” ed “Expert”. È membro del Senior Council del St Antony College, del Wolfson College, del Pembroke College dell’Università di Oxford. Vive tra l’Île de Ré (Francia), Oxford, Berlino e Mosca. Sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Staedel Institution di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei.
Maxim Kantor ha presentato la serie Vulcanus. Atlas lo scorso anno a Berlino alla Galerie Nierendorf; recentemente al Musée du Montaparnasse di Parigi (6 aprile – 6 maggio 2012), all’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford (in occasione della Conferenza Internazionale sul tema “Come rispondere alla crisi globale” da lui promossa con il sostegno della Cattedra di Politica Mondiale dell’Università di Oxford, 12-13 maggio 2012), e al Museo di Stato di San Pietroburgo (20 giugno – 23 luglio 2012).
Il cuore dell’esposizione, a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, è il portfolio Vulcanus. Atlasrealizzato nel 2010, a cui fanno da cornice un nucleo di dipinti degli ultimi anni e alcuni esempi rappresentavi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012). Una piccola sezione sarà dedicata alla sua attività di scrittore.
L’opera di Maxim Kantor è conosciuta in Italia, dove l’artista ha esposto in tre precedenti occasioni. Nel 1988 presso Studio Marconi Milano, all’interno della mostra collettiva “Artisti Sovietici Contemporanei”; nel 1997 alla XLVII Biennale di Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”, a cui fu completamente dedicato il Padiglione Russo e nel 2005 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Tuttavia le numerose mostre tenute dall’artista a partire dalla fine degli anni Ottanta in diverse città in Europa e negli Stati Uniti, oltre a quelle italiane appena citate, sono sempre state dedicate a un particolare periodo del suo lavoro o ad una singola serie grafica.
Questa mostra, che occuperà entrambe le Gallery della Fondazione Stelline, si differenzia invece dalle precedenti in quanto accosta alla raccolta Vulcanus, 20 dipinti di grandi dimensioni, provenienti da collezioni pubbliche e private, ed altrettante grafiche delle serie, Wasteland. Atlas (2000-2001) e Metropolis (2001-2003),in modo da presentare tutto il suo percorso artistico, sempre molto legato al suo pensiero e ai suoi scritti.
Maxim Kantor (Mosca 1957) è pittore, incisore e scrittore russo contemporaneo, figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, scomparso nel 2008, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto.
La sua produzione artistica si divide in tre periodi principali.
IL PERIODO ROSSO (Periodo Sovietico, 1980-fine anni Novanta). I dipinti, a partire dalla metà degli anni Ottanta fino alla fine del secolo scorso, sono chiamati del Periodo rosso (in mostra a Milano, Politburo, La casa rossa, La mia famiglia). Rappresentano case, prigioni, lager, ospedali, metropolitane, ma anche e soprattutto uomini che, pur oppressi da un regime disumanizzante, conservano “umanità” nel senso più ampio e più profondo del termine. I colori preferiti sono il giallo, il rosso e l’arancione. Lo stile di quegli anni è definito di “resistenza” ed è spesso brutale. L'eroe più ricorrente è il padre ed il simbolo più importante Giobbe.
Il quadro cardine di questo periodo è Stato (1990-91), di proprietà dell’autore, che sarà presente alla mostra milanese. Il portfolio Wasteland è una specie di compendio, un riassunto di questi vent'anni di attività.
IL NUOVO IMPERO (Fine anni Novanta – 2008). La caduta del comunismo, alla fine degli anni Ottanta, rappresenta per Kantor la possibilità di viaggiare per il mondo, di abitare in altre città come Berlino, Londra, Parigi.
Inizia un'epoca di grandi speranze, caratterizzata anche dalla perdita di orientamento. La Russia crolla, ma anche l'Europa attraversa una profonda crisi. Kantor dipinge moltissimo, quadri intensi come Tredici cani randagi, Il figliol prodigo, La torre di Babele, Un albero solitario, La struttura della democrazia e Requiem per un terrorista, tutti presenti a Milano. Ma l’opera che si può considerare un riassunto di questi 10 anni è il portfolio Metropolis, del 2001-2003.
ATLANDIDE (Dal 2008 a oggi). Negli ultimi anni la consapevolezza della fine di un certo “ciclo storico”, non solo in Russia, è diventata evidente. Il mondo è entrato in una crisi profonda, non solo politica, ma anche intellettuale.
Il compendio del lavoro di questo periodo si ritrova nell'ultimo portfolio grafico Vulcanus, dove Kantor si ritrae nella prima incisione con il titolo Autoritratto tra Lenin e Putin. In esso Kantor con segno mirabile, acuto e con ironia sferzante ripropone la storia del XX secolo e dei giorni nostri, con particolare attenzione agli eventi legati alla Prima Guerra Mondiale. I soggetti delle sue incisioni sono i protagonisti della storia, da Lenin, a Stalin, a Trotsky da Churchill a Roosvelt, e gli intellettuali da Tolstoi a Cecov, a Majakovskij, all’Achmatova. L’artista critica i personaggi famosi della storia con implacabile severità e mostra compassione per le vittime: la gente comune. La sua critica non è solo nei confronti dei fantasmi del comunismo, ma anche degli spaventapasseri del capitalismo.
In mostra saranno esposte alcune opere recenti, come Autoritratto, Folla solitaria, Treno, Via Crucis.
Ogni periodo ha una propria geografia. Per il Periodo Rosso è Mosca. Per il periodo del Nuovo Impero sono le città in cui ha viaggiato, Berlino, Londra, Parigi ecc. Negli ultimi anni Kantor passa sempre più tempo in un'isola vicino alla costa della Francia, l'Ile de Ré. L’immagine centrale nelle sue opere pittoriche è Atlantide che si inabissa nell'oceano, come racconta Platone.
La mostra, alla Fondazione Stelline dopo la tappa al Museo di Stato di San Pietroburgo, è accompagnata da un ricco catalogo (Palace Edition; pagg. 192; 30,5x30), con prefazione di Camillo Fornasieri, un saggio introduttivo di Erik Hobsbaum e testi dei curatori Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, degli autori Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e dell’artista. Le immagini a colori illustrano il nucleo principale della produzione pittorica di Kantor e le opere della serie Vulcanus.
Maxim Kantor (Mosca, 1957), è autore di cinque opere letterarie, di diverse pièce teatrali (tra cui “Cena col babbuino”, 2007-2008) e di tre raccolte di saggi tra cui “le Mandibole lente della democrazia” del 2008. Alcune sono attualmente in corso di traduzione in italiano e inglese. L’artista collabora costantemente con il giornale inglese online “Open Democracy”, col mensile parigino “Le Monde Diplomatique”, e con i giornali moscoviti “Novaya Gazeta”, “Rossiiskaja Gazeta” ed “Expert”. È membro del Senior Council del St Antony College, del Wolfson College, del Pembroke College dell’Università di Oxford. Vive tra l’Île de Ré (Francia), Oxford, Berlino e Mosca. Sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Staedel Institution di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei.
Maxim Kantor ha presentato la serie Vulcanus. Atlas lo scorso anno a Berlino alla Galerie Nierendorf; recentemente al Musée du Montaparnasse di Parigi (6 aprile – 6 maggio 2012), all’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford (in occasione della Conferenza Internazionale sul tema “Come rispondere alla crisi globale” da lui promossa con il sostegno della Cattedra di Politica Mondiale dell’Università di Oxford, 12-13 maggio 2012), e al Museo di Stato di San Pietroburgo (20 giugno – 23 luglio 2012).
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