Massimo Siragusa. Posti di lavoro
Dal 10 Giugno 2021 al 23 Luglio 2021
Milano
Luogo: Other Size Gallery
Indirizzo: Via Andrea Maffei 1
Orari: da lunedì a venerdì 10-18. Chiuso sabato e domenica
Telefono per informazioni: +39 02.70006800
E-Mail info: othersizegallery@workness.it
Con la mostra “Massimo Siragusa. Posti di lavoro”, dal 10 giugno al 23 luglio 2021, la Other Size Gallery di Milano apre una riflessione sul tema, quanto mai attuale, del valore sociale dei luoghi di lavoro intesi come spazi di relazione, creatività, formazione, e non solo di produttività.
La narrazione dell’esposizione si sviluppa a partire dall’ambiguità del titolo: se la locuzione “posto di lavoro” indica infatti un’occupazione stabile, designa anche, in modo più letterale, il luogo fisico dove tale occupazione si svolge. Sulla sottile soglia tra questi due significati si poggia la selezione delle dodici fotografie esposte, generando un effetto di straniamento: i luoghi di lavoro non sono solo “contenitori”, ma spazi in cui le dimensioni estetica e architettonica – che appaiono apollinee nell’obiettivo del fotografo catanese – svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione della società e dell’identità individuale.
Dal laboratorio del Teatro alla Scala agli spazi del Circolo Volta a Milano, dalle sale della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ai padiglioni della Fiera di Rimini, dalla mensa del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino agli hangar industriali di Fincantieri, sono questi alcuni dei luoghi di lavoro che Massimo Siragusa sceglie di immortalare. Nel percorso espositivo, sempre seguendo la logica del doppio e dello straniamento, le dodici opere sono presentate in sei dittici combinati per analogia o contrapposizione guardando alle geometrie e agli elementi architettonici, alle luci e ai colori, ma anche alle loro destinazioni d’uso, in una giostra di sollecitazioni visive.
Scattate tra il 2005 e il 2017, il nucleo di opere in mostra nasce da una ricognizione effettuata nell’archivio del fotografo con sguardo contemporaneo, che non ha potuto prescindere dalle riflessioni sul tema del lavoro che l’emergenza Covid-19 ha generato in questi mesi: i luoghi fotografati da Siragusa, pur essendo adibiti ad accogliere il brulichio del lavoro di decine di persone, sono caratterizzati dall’assenza della figura umana. A prevalere è l’indagine della bellezza e della geometria degli edifici, secondo lo stile del fotografo di architettura e di paesaggio vincitore di quattro World Press Photo. Eppure, il lavoro è evocato in potenza, l’impressione dell’azione di chi vive quotidianamente quei luoghi è palpabile.
L’assenza della figura umana, di chi tutti i giorni si reca sul proprio posto di lavoro all’interno di quei luoghi, nelle immagini di Massimo Siragusa è una scelta di stile, negli occhi di chi le guarda oggi, evoca irrimediabilmente un immaginario legato all’attualità pandemica.
Massimo Siragusa è fotografo e direttore artistico della Plenum Gallery di Catania e docente allo IED. Le sue fotografie si trovano nelle collezioni permanenti dei Musei Vaticani, della Galleria di Arte Contemporanea di Roma, del Mart di rovereto, del Museo di Roma in Trastevere e sono state esposte in numerose gallerie in Italia e all’estero. Ha pubblicato sulle più importanti testate internazionali e con i suoi lavori di corporate ha raccontato la realtà delle maggiori industrie italiane. Ha vinto numerosi premi, tra cui quattro World Press Photo - nel 1997, 1999, 2008, 2009 - e tre Sony Awards. Ha pubblicato i libri: Il Vaticano, Il cerchio magico, Credi, 12 portali, Teatro d’Italia, L’emozione della vertigine, Respirano i muri, Il cretto grande, Magic Coppedè, Roma.
La narrazione dell’esposizione si sviluppa a partire dall’ambiguità del titolo: se la locuzione “posto di lavoro” indica infatti un’occupazione stabile, designa anche, in modo più letterale, il luogo fisico dove tale occupazione si svolge. Sulla sottile soglia tra questi due significati si poggia la selezione delle dodici fotografie esposte, generando un effetto di straniamento: i luoghi di lavoro non sono solo “contenitori”, ma spazi in cui le dimensioni estetica e architettonica – che appaiono apollinee nell’obiettivo del fotografo catanese – svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione della società e dell’identità individuale.
Dal laboratorio del Teatro alla Scala agli spazi del Circolo Volta a Milano, dalle sale della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ai padiglioni della Fiera di Rimini, dalla mensa del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino agli hangar industriali di Fincantieri, sono questi alcuni dei luoghi di lavoro che Massimo Siragusa sceglie di immortalare. Nel percorso espositivo, sempre seguendo la logica del doppio e dello straniamento, le dodici opere sono presentate in sei dittici combinati per analogia o contrapposizione guardando alle geometrie e agli elementi architettonici, alle luci e ai colori, ma anche alle loro destinazioni d’uso, in una giostra di sollecitazioni visive.
Scattate tra il 2005 e il 2017, il nucleo di opere in mostra nasce da una ricognizione effettuata nell’archivio del fotografo con sguardo contemporaneo, che non ha potuto prescindere dalle riflessioni sul tema del lavoro che l’emergenza Covid-19 ha generato in questi mesi: i luoghi fotografati da Siragusa, pur essendo adibiti ad accogliere il brulichio del lavoro di decine di persone, sono caratterizzati dall’assenza della figura umana. A prevalere è l’indagine della bellezza e della geometria degli edifici, secondo lo stile del fotografo di architettura e di paesaggio vincitore di quattro World Press Photo. Eppure, il lavoro è evocato in potenza, l’impressione dell’azione di chi vive quotidianamente quei luoghi è palpabile.
L’assenza della figura umana, di chi tutti i giorni si reca sul proprio posto di lavoro all’interno di quei luoghi, nelle immagini di Massimo Siragusa è una scelta di stile, negli occhi di chi le guarda oggi, evoca irrimediabilmente un immaginario legato all’attualità pandemica.
Massimo Siragusa è fotografo e direttore artistico della Plenum Gallery di Catania e docente allo IED. Le sue fotografie si trovano nelle collezioni permanenti dei Musei Vaticani, della Galleria di Arte Contemporanea di Roma, del Mart di rovereto, del Museo di Roma in Trastevere e sono state esposte in numerose gallerie in Italia e all’estero. Ha pubblicato sulle più importanti testate internazionali e con i suoi lavori di corporate ha raccontato la realtà delle maggiori industrie italiane. Ha vinto numerosi premi, tra cui quattro World Press Photo - nel 1997, 1999, 2008, 2009 - e tre Sony Awards. Ha pubblicato i libri: Il Vaticano, Il cerchio magico, Credi, 12 portali, Teatro d’Italia, L’emozione della vertigine, Respirano i muri, Il cretto grande, Magic Coppedè, Roma.
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