Marta Riniker-Radich. Patience Will Reward Those Who Lie in Wait
Dal 16 Settembre 2021 al 30 Ottobre 2021
Milano
Luogo: Istituto Svizzero
Indirizzo: Via Vecchio Politecnico 3
Telefono per informazioni: +39 02 760 16 118
E-Mail info: milano@istitutosvizzero.it
Sito ufficiale: http://www.istitutosvizzero.it
L’Istituto Svizzero è lieto di presentare Patience Will Reward Those Who Lie in Wait, una mostra con nuove opere di Marta Riniker-Radich (n. 1982, Berna). Rinomata per i suoi disegni a matita di piccolo formato, l’artista presenta nuove serie di disegni che trattano il tema della pressione sociale e psicologica in rapporto alle condizioni di lavoro. Attraverso un immaginario surreale, Marta Riniker-Radich, indaga le modalità con cui la vulnerabilità, le insicurezze e le paure siano connesse all’odierno mondo del lavoro e alla società sempre più esigente.
Patience Will Reward Those Who Lie in Wait è influenzata da studi sociologici e sui resoconti circa gli ambienti di lavoro impersonali ed estremamente burocratici dei colletti bianchi che si sono rapidamente diffusi a partire dagli anni Cinquanta. Nella mostra combina frammenti testuali tratti dal libro White Collar. The American Middle Classes, scritto nel 1951 dal sociologo C. Wright Mills, con disegni fortemente dettagliati di ginocchia umane – una delle parti più fragili di tutto il corpo. In altri disegni, allo stesso tempo, accenna alla figura del lavoratore e della lavoratrice perennemente disponibili e ossessivi con le penne nel taschino della camicia, oppure al fenomeno del così detto ‘ostrich pillow’, un aiuto per il sonno per sfuggire allo stress dell’ufficio e sottrarsi alla monotonia della giornata lavorativa. I disegni, alcuni dei quali sono esposti come una sorta di ‘Gesamtinstallation’ in vetrine appositamente prodotte, veicolano sempre l’umorismo e l’ambiguità di Marta Riniker-Radich. Allo stesso tempo, il senso di terrore che evocano risuona con noi a livello personale, poiché si riferisce una vita lavorativa quotidiana che ci è ben nota, e riflette anche sulla sua esistenza come artista in un ambiente altamente competitivo.
Marta Riniker-Radich (1982, Berna, vive e lavora a Francoforte sul Meno) ha sviluppato una pratica disegnativa fondata sull’utilizzo di mezzi semplici, che tuttavia è intensificata dal suo uso del colore e delle tecniche di stratificazione.
Creati in serie e realizzati quasi esclusivamente in formato A4 con matite colorate, i suoi disegni funzionano come porzioni di una realtà astratta e interagiscono con opere in altri media, come testi, oggetti e installazioni site specific, per creare narrazioni più ampie.
I suoi progetti sono spesso ispirati da avvenimenti e situazioni storiche specifiche, come la crisi dell’elettricità in California della fine degli anni Novanta, o l’industria petrolifera in Texas. Questi temi di ricerca sono traslati in una rete di simboli e narrazioni fittizie che evidenziano l’impatto delle realtà socio-politiche ed economiche sullo sviluppo del comportamento umano. Le strutture di potere, sia aziendali che individuali, il clientelismo, l’insicurezza e la regressione all’infanzia sono tra i temi che emergono dal suo lavoro.
Marta Riniker-Radich ha studiato alla HEAD di Ginevra e ha preso parte a numerose residenze artistiche (Fieldwork Marfa, Studio Roma/Istituto Svizzero, Landis & Gyr Stiftung a Londra, tra le altre). Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale e ha ricevuto lo Swiss Art Award (2010) e il Manor Kunstpreis (2016). Mostre recenti includono: Swiss Institute, New York, Kunsthaus Glarus, ed Eclair, Berlino.
Patience Will Reward Those Who Lie in Wait è influenzata da studi sociologici e sui resoconti circa gli ambienti di lavoro impersonali ed estremamente burocratici dei colletti bianchi che si sono rapidamente diffusi a partire dagli anni Cinquanta. Nella mostra combina frammenti testuali tratti dal libro White Collar. The American Middle Classes, scritto nel 1951 dal sociologo C. Wright Mills, con disegni fortemente dettagliati di ginocchia umane – una delle parti più fragili di tutto il corpo. In altri disegni, allo stesso tempo, accenna alla figura del lavoratore e della lavoratrice perennemente disponibili e ossessivi con le penne nel taschino della camicia, oppure al fenomeno del così detto ‘ostrich pillow’, un aiuto per il sonno per sfuggire allo stress dell’ufficio e sottrarsi alla monotonia della giornata lavorativa. I disegni, alcuni dei quali sono esposti come una sorta di ‘Gesamtinstallation’ in vetrine appositamente prodotte, veicolano sempre l’umorismo e l’ambiguità di Marta Riniker-Radich. Allo stesso tempo, il senso di terrore che evocano risuona con noi a livello personale, poiché si riferisce una vita lavorativa quotidiana che ci è ben nota, e riflette anche sulla sua esistenza come artista in un ambiente altamente competitivo.
Marta Riniker-Radich (1982, Berna, vive e lavora a Francoforte sul Meno) ha sviluppato una pratica disegnativa fondata sull’utilizzo di mezzi semplici, che tuttavia è intensificata dal suo uso del colore e delle tecniche di stratificazione.
Creati in serie e realizzati quasi esclusivamente in formato A4 con matite colorate, i suoi disegni funzionano come porzioni di una realtà astratta e interagiscono con opere in altri media, come testi, oggetti e installazioni site specific, per creare narrazioni più ampie.
I suoi progetti sono spesso ispirati da avvenimenti e situazioni storiche specifiche, come la crisi dell’elettricità in California della fine degli anni Novanta, o l’industria petrolifera in Texas. Questi temi di ricerca sono traslati in una rete di simboli e narrazioni fittizie che evidenziano l’impatto delle realtà socio-politiche ed economiche sullo sviluppo del comportamento umano. Le strutture di potere, sia aziendali che individuali, il clientelismo, l’insicurezza e la regressione all’infanzia sono tra i temi che emergono dal suo lavoro.
Marta Riniker-Radich ha studiato alla HEAD di Ginevra e ha preso parte a numerose residenze artistiche (Fieldwork Marfa, Studio Roma/Istituto Svizzero, Landis & Gyr Stiftung a Londra, tra le altre). Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale e ha ricevuto lo Swiss Art Award (2010) e il Manor Kunstpreis (2016). Mostre recenti includono: Swiss Institute, New York, Kunsthaus Glarus, ed Eclair, Berlino.
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