Luca Caccioni. Onicophagie
Dal 22 Marzo 2014 al 27 Aprile 2014
Lissone | Milano
Luogo: MAC - Museo d'Arte Contemporanea di Lissone
Indirizzo: viale Padania 6
Orari: Martedì - Mercoledì - Venerdì 15-19, Giovedì 15-23 e Sabato - Domenica 10-12 e 15-19
Curatori: Alberto Zanchetta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 7397368 - 039 2145174
E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it
Sito ufficiale: http://www.comune.lissone.mb.it
Luca Caccioni [Bologna, 1962] presenta le Onicophagie, un inedito ciclo di lavori cheprende il nome dal disturbo compulsivo che l'artista associa all'idea del ritaglio. Le prurigini dell'onicofagia rispecchiano l'abitudine di saggiare il limite a cui si può giungere lavorando sugli elementi minimi del linguaggio artistico. Già in passato l'artista aveva utilizzato grandi fondali di scena, ma questa volta concentra l'attenzione soltanto sulle qualità e i valori di superficie delle stesse carte, tagliandole e ricomponendole, senza più cedere alla tentazione di intervenire con pigmenti, oli e resine.
Il retro dei fondali dipinti per le Opere Liriche vengono ricombinati per ottenere silhouette che evocano particolari architettonici o altri oggetti non meglio identificati. Caccioni sembra spingersi al limite estremo della sua ricerca del segno, dove le cose si smaterializzanodiventando dei fantasmata. Sovrapposte e ricombinate tra loro, le carte sono state lavorate il meno possibile, mantenendo la suggestione d'essere fantasmi-frammenti, sgualciti e sbrindellati, sempre evocativi anziché troppo descrittivi.
L'inconscia attività di "rosicchiare le estremità" ha portato l'artista ad adottare uno stile lineare, di contorno, che nelle opere raggiunge effetti plastici e di sfumato. Addossate allepareti, le Onicophagie sono accompagnate da micro-installazioni e da scritture calligrafiche; sono notazioni visive e verbali che non svelano i propri significati. Gli stimoli visivi ruotano intorno all'evanescenza che modifica il campo attentivo: la mente più dell'occhio si dimostra vigile in questa mostra, perché l'aspetto preponderante di queste opere è "quello che sembra" - questo o quello, qualcosa oppure no. L'artista invita il pubblico a seguirlo nel tentativo di accarezzare le forme che si sfaldano, come fossero ombre vespertine che ci vengono restituite attraverso un "appetito" (l'onicofagia) che ci sgrava dalle abitudini e dalle vestigia del mondo.
Tutta la ricerca di Luca Caccioni si è sempre ostinata a mettere in crisi il concetto di forma,"trasgredendo" la bella maniera e i suoi cliché tecnico-stlistici, convinto che è solo dai sensi che derivano le immagini delle cose. Nelle opere dell'artista tutto concorre alla creazione: dall'accumulo fino alla sedimentazione, dallo scorrere del tempo fino all'imprevisto e all'imperfezione. In questo senso, le Onicophagie sono il logico approdo di una ricerca che ha sempre sondato i limiti della visione. Dopo più un decennio, Caccioni torna ad esporre a Lissone. La sua partecipazione alla rassegna "Dal Premio alla pinacoteca" del 2001, svoltasi all'indomani dell'inaugurazione del MAC (allora denominato Pinacoteca), è stata suggellata dall'acquisizione dell'opera Maison de Siz. Due. La mostra personale a lui dedicata sancisce quindi un legame con la tradizione lissonese e la valorizzazione di un percorso che il museo ha svolto in seno al divenire dell'arte italiana.
Tutta la ricerca di Luca Caccioni si è sempre ostinata a mettere in crisi il concetto di forma,"trasgredendo" la bella maniera e i suoi cliché tecnico-stlistici, convinto che è solo dai sensi che derivano le immagini delle cose. Nelle opere dell'artista tutto concorre alla creazione: dall'accumulo fino alla sedimentazione, dallo scorrere del tempo fino all'imprevisto e all'imperfezione. In questo senso, le Onicophagie sono il logico approdo di una ricerca che ha sempre sondato i limiti della visione. Dopo più un decennio, Caccioni torna ad esporre a Lissone. La sua partecipazione alla rassegna "Dal Premio alla pinacoteca" del 2001, svoltasi all'indomani dell'inaugurazione del MAC (allora denominato Pinacoteca), è stata suggellata dall'acquisizione dell'opera Maison de Siz. Due. La mostra personale a lui dedicata sancisce quindi un legame con la tradizione lissonese e la valorizzazione di un percorso che il museo ha svolto in seno al divenire dell'arte italiana.
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