Jean Tinguely a Milano
![Jean Tinguely and Niki de Saint Phalle, Le Cyclop - La Tête, 1970. Collection Museum Tinguely Basel - a cultural commitment of Roche I Ph. Christian Baur, c/o Pictoright Amsterdam, 2016. Jean Tinguely and Niki de Saint Phalle, Le Cyclop - La Tête, 1970. Collection Museum Tinguely Basel - a cultural commitment of Roche I Ph. Christian Baur, c/o Pictoright Amsterdam, 2016.](http://www.arte.it/foto/600x450/9c/141279-Tinguely.jpg)
Jean Tinguely and Niki de Saint Phalle, Le Cyclop - La Tête, 1970. Collection Museum Tinguely Basel - a cultural commitment of Roche I Ph. Christian Baur, c/o Pictoright Amsterdam, 2016.
Dal 18 Novembre 2023 al 07 Aprile 2024
Milano
Luogo: Fabbrica del Vapore
Indirizzo: Via Giulio Cesare Procaccini 4
Telefono per prevendita: +39 333 6095192
Telefono per informazioni: +39 351 8403634
E-Mail info: prenotazioni@navigaresrl.com
Sito ufficiale: http://www.fabbricadelvapore.org
A conclusione dei suoi studi all’Accademia di Basilea e dopo essersi trasferito a Parigi, Jean Tinguely (Friburgo 22 maggio 1925 – Berna 30 agosto 1991) capisce fin da subito che la sua aspirazione lo condurrà verso una ricerca artistica che si distacca dai linguaggi tradizionali. Lo scultore svizzero entrerà a far parte del gruppo di artisti che il 27 ottobre del 1960 a Parigi, sottoscriveranno il Manifesto del nuovo realismo, definito così da Restany. Presso l’abitazione di Yves Klein, si getteranno le basi per una ricerca di nuove metodologie di intuizione del reale. Tinguely rifiuta la scultura come mezzo di celebrazione, rivestendola di una nuova veste che gli porterà grande fama. Nel 1961 egli parteciperà ad importanti mostre di arte cinetica ad Amsterdam, a Stoccolma e a Copenaghen, così che il movimento diventa il centro dei suoi interessi. Dalle prime sculture astratto – cinetiche in metallo di ispirazione surrealista, in un secondo momento metterà in pratica una serie di sperimentazioni dalle quali nasceranno quelle opere definite neodadaiste e quelle di impianto monumentale. Nel tempo, le sue macchine diventeranno sempre più interattive per avvicinare il pubblico alla sua arte. Di fatto, nel 1967 debutteranno le Rotozazas, marchingegni che richiederanno la partecipazione dello spettatore che dovrà giocare con esse. Oltre al metallo utilizzerà anche altri materiali, come il legno carbonizzato di travi, insieme a crani di animali e macchine agricole bruciate, usati per la serie di sculture Mengele Totentanz che trattano il tema della morte. Impressionanti le Kanonen, vere e proprie macchine esplosive. Tra le ultime imprese realizzerà delle sculture dalle dimensioni gigantesche, come La Testa, iniziata nel ’69 e mai conclusa. A trent’anni dalla scomparsa, Tinguely rimane colui che ha voluto donare la vita alle proprie opere e all’arte nel suo concetto più ampio, non più mezzo di espressione ma espressione viva e reale essa stessa.
Sono un artista del movimento. Ho cominciato facendo pittura, ma mi sono arenato, ero in un vicolo cieco.
Jean Tinguely
Sono un artista del movimento. Ho cominciato facendo pittura, ma mi sono arenato, ero in un vicolo cieco.
Jean Tinguely
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