Giuseppe Coco e Walter Molino. Matita&Metropoli / Emilio Scanavino. Nascenza
Dal 09 Aprile 2014 al 08 Giugno 2014
Milano
Luogo: Fondazione Stelline
Indirizzo: corso Magenta 61
Orari: martedì-domenica 10-20
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 4,50; scuole € 2
Telefono per informazioni: +39 02 45462111
E-Mail info: fondazione@stelline.it
Sito ufficiale: http://www.stelline.it/it/homepage
La Fondazione Stelline celebra la primavera milanese con una doppia mostra che vuole ricordare artisti milanesi di nascita o di adozione che hanno contribuito a rendere grande Milano.
Nelle sale espositive della Fondazione, dal 10 aprile, con inaugurazione il 9 aprile alle ore 18.30, sarà presente un articolato ciclo espositivo interamente dedicato alla città di Milano e ai suoi molteplici aspetti che si ritrovano nelle opere degli artisti ospitati.
La prima mostra, Matita&Metropoli, è dedicata a Giuseppe Coco e Walter Molino. Un dialogo immaginario tra due grandi illustratori, un’esposizione che vede a confronto luoghi e volti. La mostra, promossa dalla Fondazione Stelline in collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e curata da Chiara Gatti, espone un centinaio di opere fra disegni, tempere e pastelli originali, oltre a una selezione curata di documenti d'archivio. Le tavole di Giuseppe Coco dedicate alla metropolitana di Milano, donate dagli eredi alla Fondazione Stelline ed esposte oggi in occasione dei 50 anni della linea rossa della MM di Milano; tavole e documenti dall'Archivio Walter Molino recentemente acquisito dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Un dialogo inedito fra questi due protagonisti della vita culturale milanese e italiana in generale, del mondo dell'editoria e della carta stampata, sviluppato in un arco di tempo di quasi cinquant'anni, dal secondo dopoguerra in avanti. Ammirando le opere in mostra, si rivive l’atmosfera di una Milano che fu, moderna e romantica allo stesso tempo. Un luogo della memoria, mescolato agli entusiasmi del boom economico, nelle scene di cronaca mondana di Molino. Una città dell'anima, fatta di sogni, incubi, folla e solitudine nell'universo visionario di Coco.
La seconda mostra, Nascenza, è interamente dedicata a Emilio Scanavino. In collaborazione con l’Archivio Scanavino, curata da Elisabetta Longari, la mostra presenta un percorso di rilettura delle opere dell’artista, che va oltre il riconoscimento di dei maggiori rappresentanti della stagione informale italiana. L'esposizione, designata con un termine ricorrente nei titoli di molti dipinti di Scanavino, è costituita da un nucleo di disegni inediti e da un certo numero di sculture che instaurano tra loro un fitto sistema di relazioni, fatto di affinità e di sottili ma sostanziali cambiamenti. La scelta delle opere tende a sottolineare la carica sperimentale del linguaggio dell'artista, alcune forme archetipiche che tornano con insistenza - l'uovo, il nido, il pane, le mani e i nodi che evolvono incessantemente - testimoniano la natura del processo creativo di Scanavino, la sua opera sembra avere come vero soggetto il continuo equilibrio tra forze opposte, vita e morte.
Inoltre, gli spazi della Fondazione hanno il privilegio di accogliere un’opera pavimentale a mosaico realizzata da Bobo Piccoli negli anni ’70. Nei mesi delle mostre, anche in occasione dell’imponente restauro conservativo dell’opera, verrà realizzato un focus di approfondimento che ripercorrerà la tecnica e la visione dell’artista nel realizzare questa opera ambientale. I motivi di decoro del pavimento richiamano direttamente l’arte grafica degli anni ’70, con riferimenti chiari alla figurazione surrealista e alla Grecia classica.
“In occasione della Primavera di Milano, la Fondazione Stelline ospita le opere di artisti che proprio nella città hanno trovato fonti feconde di ispirazione per la loro arte” – dichiara PierCarla Delpiano, Presidente della Fondazione Stelline –“queste mostre, oltre ad essere di forte impatto artistico e scenografico, sono coerenti con il percorso culturale che la Fondazione sta portando avanti”.
Giuseppe Coco, Biancavilla (Catania) 1936 – 2012. Si è imposto all’attenzione delle maggiori testate italiane e straniere dal 1960, quando già precoce illustratore per “il Travaso delle idee” si trasferì a Milano per realizzare alcuni Arcobaleni con contratto “Paul film”. A rafforzare la sua fama sono la mostra personale di pittura al Milan Art Center del 1974 e le numerose collaborazioni come illustratore per pubblicità e l’editoria. Negli anni ha collaborato intensamente con diversi periodici: Amica, Comix, Corriere della Sera, Corriere Medico, Famiglia Cristiana, Grazia, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Europeo, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax, Zoom, etc. Fra le testate estere, collaborò invece con Bazar, El Pais, Er, Lui, Pardon, Paris Match, Playmen, Punch, Hara Kiri, Neberspalter, Stern, The Saturday Evening Post divenendo uno degli alfieri peninsulari dello “humor nero”. Dal 1987 ha firmato una pagina su Playboy. Tra le sue creazioni i personaggi Arturo, Esculapia, Piccolo Slim e l'inconfondibile Re dal “classico” naso appuntito, oltre a una serie di tavole ispirate alla metropolitana milanese.
Walter Molino, Reggio Emilia 1915 – Milano 1997. Trasferitosi a Milano vi compì gli studi sino all'Università. Illustra i racconti per Il Monello, dell'Editrice Universo e L’Intrepido, pubblica vignette satiriche su Libro e Moschetto, Il Popolo d’Italia, Bertoldo, Marc'Aurelio. Entra nel mondo del fumetto realizzando “Virus, il mago della Foresta Morta” (1938), “Capitan l'Audace”, su testi di Federico Pedrocchi e vari racconti salgariani. Nel 1939, eredita graficamente il Kit Carson di Rino Albertarelli, dal 1941 prende il posto di Achille Beltrame per le copertine della “Domenica del Corriere”. Disegna Pin Focoso per il “Corriere dei piccoli”. Nel 1942 illustra le copertine e gli interni de “Il romanzo mensile”, nel 1945 collabora con il Candido di Giovannino Guareschi. Dal 1946 disegna le storie sentimentali a fumetti per Grand Hotel, firmate con lo pseudonimo J.W. Symes, dopo avere creato anche il celebre logo della testata. Inventa la rubrica "Così li vede WM", galleria caricaturale di personaggi dello spettacolo, per cui viene premiato con la palma d’oro al Salone dell'umorismo a Bordighera. Nel 1995 la galleria milanese Agrifoglio gli dedica una mostra intitolata "Walter Molino tra cronaca e arte".
Emilio Scanavino, Genova 1922 – Milano 1986. Nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano. Nel 1947 Scanavino si reca a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti, Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila e interpreta in chiave personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria l’Isola di Genova. Nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia espone Soliloquio musicale e suscita l’attenzione della critica. Invitato alla Biennale di Venezia anche nel 1954, nel 1958 e nel 1960 con una sala personale. Nel 1951, in occasione di una mostra personale alla londinese Galérie Apollinaire, trascorre un periodo a Londra, dove viene profondamente colpito dall’opera di Bacon, di Sutherland e di Matta. Dal 1968 lavora sempre di più a Calice Ligure, avendovi stabilito una comunità artistica, specialmente dedita alle attività artigianali (ceramica). Alla sua opera sono state dedicate mostre personali presso la Kunsthalle di Darmstadt, 1973; a Palazzo Grassi di Venezia, 1973; e al Palazzo Reale di Milano, 1974.
Nelle sale espositive della Fondazione, dal 10 aprile, con inaugurazione il 9 aprile alle ore 18.30, sarà presente un articolato ciclo espositivo interamente dedicato alla città di Milano e ai suoi molteplici aspetti che si ritrovano nelle opere degli artisti ospitati.
La prima mostra, Matita&Metropoli, è dedicata a Giuseppe Coco e Walter Molino. Un dialogo immaginario tra due grandi illustratori, un’esposizione che vede a confronto luoghi e volti. La mostra, promossa dalla Fondazione Stelline in collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e curata da Chiara Gatti, espone un centinaio di opere fra disegni, tempere e pastelli originali, oltre a una selezione curata di documenti d'archivio. Le tavole di Giuseppe Coco dedicate alla metropolitana di Milano, donate dagli eredi alla Fondazione Stelline ed esposte oggi in occasione dei 50 anni della linea rossa della MM di Milano; tavole e documenti dall'Archivio Walter Molino recentemente acquisito dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Un dialogo inedito fra questi due protagonisti della vita culturale milanese e italiana in generale, del mondo dell'editoria e della carta stampata, sviluppato in un arco di tempo di quasi cinquant'anni, dal secondo dopoguerra in avanti. Ammirando le opere in mostra, si rivive l’atmosfera di una Milano che fu, moderna e romantica allo stesso tempo. Un luogo della memoria, mescolato agli entusiasmi del boom economico, nelle scene di cronaca mondana di Molino. Una città dell'anima, fatta di sogni, incubi, folla e solitudine nell'universo visionario di Coco.
La seconda mostra, Nascenza, è interamente dedicata a Emilio Scanavino. In collaborazione con l’Archivio Scanavino, curata da Elisabetta Longari, la mostra presenta un percorso di rilettura delle opere dell’artista, che va oltre il riconoscimento di dei maggiori rappresentanti della stagione informale italiana. L'esposizione, designata con un termine ricorrente nei titoli di molti dipinti di Scanavino, è costituita da un nucleo di disegni inediti e da un certo numero di sculture che instaurano tra loro un fitto sistema di relazioni, fatto di affinità e di sottili ma sostanziali cambiamenti. La scelta delle opere tende a sottolineare la carica sperimentale del linguaggio dell'artista, alcune forme archetipiche che tornano con insistenza - l'uovo, il nido, il pane, le mani e i nodi che evolvono incessantemente - testimoniano la natura del processo creativo di Scanavino, la sua opera sembra avere come vero soggetto il continuo equilibrio tra forze opposte, vita e morte.
Inoltre, gli spazi della Fondazione hanno il privilegio di accogliere un’opera pavimentale a mosaico realizzata da Bobo Piccoli negli anni ’70. Nei mesi delle mostre, anche in occasione dell’imponente restauro conservativo dell’opera, verrà realizzato un focus di approfondimento che ripercorrerà la tecnica e la visione dell’artista nel realizzare questa opera ambientale. I motivi di decoro del pavimento richiamano direttamente l’arte grafica degli anni ’70, con riferimenti chiari alla figurazione surrealista e alla Grecia classica.
“In occasione della Primavera di Milano, la Fondazione Stelline ospita le opere di artisti che proprio nella città hanno trovato fonti feconde di ispirazione per la loro arte” – dichiara PierCarla Delpiano, Presidente della Fondazione Stelline –“queste mostre, oltre ad essere di forte impatto artistico e scenografico, sono coerenti con il percorso culturale che la Fondazione sta portando avanti”.
Giuseppe Coco, Biancavilla (Catania) 1936 – 2012. Si è imposto all’attenzione delle maggiori testate italiane e straniere dal 1960, quando già precoce illustratore per “il Travaso delle idee” si trasferì a Milano per realizzare alcuni Arcobaleni con contratto “Paul film”. A rafforzare la sua fama sono la mostra personale di pittura al Milan Art Center del 1974 e le numerose collaborazioni come illustratore per pubblicità e l’editoria. Negli anni ha collaborato intensamente con diversi periodici: Amica, Comix, Corriere della Sera, Corriere Medico, Famiglia Cristiana, Grazia, Epoca, Horror, La Gazzetta dello Sport, L’Europeo, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, La Settimana enigmistica, Panorama, Relax, Zoom, etc. Fra le testate estere, collaborò invece con Bazar, El Pais, Er, Lui, Pardon, Paris Match, Playmen, Punch, Hara Kiri, Neberspalter, Stern, The Saturday Evening Post divenendo uno degli alfieri peninsulari dello “humor nero”. Dal 1987 ha firmato una pagina su Playboy. Tra le sue creazioni i personaggi Arturo, Esculapia, Piccolo Slim e l'inconfondibile Re dal “classico” naso appuntito, oltre a una serie di tavole ispirate alla metropolitana milanese.
Walter Molino, Reggio Emilia 1915 – Milano 1997. Trasferitosi a Milano vi compì gli studi sino all'Università. Illustra i racconti per Il Monello, dell'Editrice Universo e L’Intrepido, pubblica vignette satiriche su Libro e Moschetto, Il Popolo d’Italia, Bertoldo, Marc'Aurelio. Entra nel mondo del fumetto realizzando “Virus, il mago della Foresta Morta” (1938), “Capitan l'Audace”, su testi di Federico Pedrocchi e vari racconti salgariani. Nel 1939, eredita graficamente il Kit Carson di Rino Albertarelli, dal 1941 prende il posto di Achille Beltrame per le copertine della “Domenica del Corriere”. Disegna Pin Focoso per il “Corriere dei piccoli”. Nel 1942 illustra le copertine e gli interni de “Il romanzo mensile”, nel 1945 collabora con il Candido di Giovannino Guareschi. Dal 1946 disegna le storie sentimentali a fumetti per Grand Hotel, firmate con lo pseudonimo J.W. Symes, dopo avere creato anche il celebre logo della testata. Inventa la rubrica "Così li vede WM", galleria caricaturale di personaggi dello spettacolo, per cui viene premiato con la palma d’oro al Salone dell'umorismo a Bordighera. Nel 1995 la galleria milanese Agrifoglio gli dedica una mostra intitolata "Walter Molino tra cronaca e arte".
Emilio Scanavino, Genova 1922 – Milano 1986. Nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano. Nel 1947 Scanavino si reca a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti, Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila e interpreta in chiave personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria l’Isola di Genova. Nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia espone Soliloquio musicale e suscita l’attenzione della critica. Invitato alla Biennale di Venezia anche nel 1954, nel 1958 e nel 1960 con una sala personale. Nel 1951, in occasione di una mostra personale alla londinese Galérie Apollinaire, trascorre un periodo a Londra, dove viene profondamente colpito dall’opera di Bacon, di Sutherland e di Matta. Dal 1968 lavora sempre di più a Calice Ligure, avendovi stabilito una comunità artistica, specialmente dedita alle attività artigianali (ceramica). Alla sua opera sono state dedicate mostre personali presso la Kunsthalle di Darmstadt, 1973; a Palazzo Grassi di Venezia, 1973; e al Palazzo Reale di Milano, 1974.
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