Geometrie dell’anima. Marian Comotti - Maria Luisa Ritorno
Dal 27 Maggio 2020 al 05 Giugno 2020
Milano
Luogo: Vi.P. Gallery
Indirizzo: Alzaia Naviglio Grande 4
Orari: dal martedì al sabato 15,30-18,30; domenica 11-13 e 14-19. Chiuso lunedì
Curatori: Virgilio Patarini
Costo del biglietto: Ingresso libero, con mascherine e una persona alla volta
E-Mail info: galleria.zamenhof@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.zamenhofart.it
Si inaugura mercoledì 27 maggio 2020 alla Vi.P. Gallery di Milano, Alzaia Naviglio Grande, 4, la doppia mostra personale di scultura e pittura intitolata “Geometrie dell’anima”, che vede a confronto l’opera della pittrice Marian Comotti con la scultrice Maria Luisa Ritorno.
Si tratta delle prime due mostre che erano in calendario nel marzo scorso, rimandate causa quarantena Coronavirus. Le altre quattro rimandate saranno recuperate nei prossimi mesi, entro luglio, in un calendario completamente riorganizzato: Giuseppe Orsenigo con Paolo Lo Giudice dal 6 al 16 giugno, Gabriele Marchesi (come già previsto) dal 17 al 26 giugno, Vito Carta e Rinaldo Degradi dal 27 giugno al 7 luglio, Fiorella Manzini dall’8 al 17 luglio.
Inoltre, con questa prima mostra post-Covid19, verranno sperimentate nuove modalità di fruizione, sia per l’opening che per la successiva normale apertura. Modalità che poi diverranno prassi nel proseguo della stagione. Innanzitutto la mostra reale sarà accompagnata da un video e da una mostra “virtuale” che sarà visibile e visitabile on line da quanti si trovano fuori regione o impossibilitati comunque a recarsi a Milano su Navigli, a partire dal 27 maggio.
E in luogo del consueto vernissage, si terrà un “opening day”, con visite guidate a piccoli gruppi, il 27 maggio, dalle 15 alle 18. Alle 18 poi presentazione on line della mostra con diretta Facebook dal profilo del padrone di casa, Virgilio Patarini e delle due “ospiti” Marian Comotti e Maria Luisa Ritorno
Qui di seguito una breve presentazione della mostra. In allegato la locandina e foto di opere in mostra
GEOMETRIE DELL’ANIMA: Marian Comotti e Maria Luisa Ritorno a confronto
Qui l’abbinamento non è stata una libera scelta curatoriale, ma è stato forzato dagli eventi: dovendo recuperare ben sei mostre entro agosto all’interno di una programmazione già fitta, si sono resi necessari degli abbinamenti, laddove possibile, e, ovviamente, l’abbinamento tra un pittore e uno scultore era quello più semplice, poiché le opere dell’uno non portavano via spazio alle opere dell’altro. Ed infatti la soluzione si è adottata anche per altre due mostre. Tuttavia, nonostante le evidenti diversità tra le due artiste, alcune affinità sono riscontrabili (da cui il titolo, che funziona per entrambe), e forse aiutano persino a comprendere meglio le caratteristiche di entrambe. Ma partiamo dalle differenze: la Ritorno nelle sue sculture predilige forme astratte e linee curve e sinuose; la Comotti nei suoi quadri dipinge esclusivamente figure umane con una spiccata tendenza a scomporre i piani e soprattutto gli sfondi secondo linee rette ed angoli. Dunque, sin qui, siamo apparentemente agli antipodi, ma… C’è un ma.
Entrambe puntano ad una sintesi, la massima possibile nell’orizzonte di attese che si sono date. E poi c’è una tensione verso l’opposto: le figure della Comotti tendono all’astrazione, quasi alla “smaterializzazione”, e non a caso spesso e volentieri le sue opere sono vere e proprie rappresentazioni allegoriche di stagioni, stati d’animo, virtù. Dunque la figura viene ritratta “sub specie aeternitatis”: è un’idea, più che una persona o un personaggio. D’altro canto le forme astratte della Ritorno hanno sviluppi ellittici, fatti di un gioco sapiente di curve, talvolta sono fitomorfe, sempre spiccatamente sinuose, ma anche misteriosamente sensuali. Nel gioco tra pieno e vuoto, tra tensioni verticali e chiusure sull’orizzonte, spesso abbiamo la sensazione di vedere rappresentate le linee di forza di corpi di fanciulle danzanti, o di mani che disegnano la curva di un gesto che accarezza. C’è qualcosa di essenzialmente umano in queste forme astratte e mentali. Così come le figure umane della Comotti sono astrazioni ed idealizzazioni. Ed ecco che gli opposti si attraggono fino quasi a sfiorarsi o scambiarsi di posto, come nel passo di danza di un minuetto.
Vi.P.
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