Franco Grignani. Lo spazio di una magia sorprendente
![Franco Grignani, “Eco-texture”. Sperimentale ottico con bolli filtrati, 1959 Franco Grignani, “Eco-texture”. Sperimentale ottico con bolli filtrati, 1959](http://www.arte.it/foto/600x450/08/104721-01_Franco_Grignani_Eco-texture_Sperimentale_ottico_con_bolli_filtrati_1959.jpg)
Franco Grignani, “Eco-texture”. Sperimentale ottico con bolli filtrati, 1959
Dal 19 Giugno 2020 al 01 Novembre 2020
Cinisello Balsamo | Milano
Luogo: Museo di Fotografia Contemporanea
Indirizzo: via Frova 10
Orari: sabato e domenica 10-13 / 14-19
Curatori: Mario Piazza, Nicoletta Ossanna Cavadini
Costo del biglietto: ingressp gratuito
Sito ufficiale: http://www.mufoco.org
Il Museo di Fotografia Contemporanea riapre al pubblico con la mostra Franco Grignani. Lo spazio di una magia sorprendente a cura di Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini e con Manuela Grignani Sirtoli, dal 20 giugno al 1° novembre 2020.
La mostra, realizzata in collaborazione con il m.a.x. Museo di Chiasso e con l’Archivio Manuela Grignani Sirtoli, presenta circa 50 opere fotografiche dell’artista e grafico Franco Grignani (1908-1999), la maggior parte provenienti dalle collezioni del Museo, insieme ad altre gentilmente messe a disposizione dagli eredi dell’artista.
L’esposizione restituisce un percorso di ricerca ultratrentennale che travalica i confini tra le discipline e pone Franco Grignani tra i maestri della cultura visiva italiana degli anni ‘60 e ‘70. L’attenzione che Grignani dedica alla fotografia costituisce una tappa fondamentale per lo sviluppo di altri linguaggi artistici, dall’iniziale sperimentazione fotografica alla grafica pubblicitaria, fino alla Optical Art.
Franco Grignani non intende la fotografia in senso canonico: esegue fotomontaggi, sovraimpressioni, doppie esposizioni, manifestando l’esigenza di avventurarsi nel dominio della “polivalenza dei significati” dell’immagine. Alla fine degli anni Cinquanta, parla di ambiguità della fotografia, di magia, della necessità di indagare ciò che crediamo di vedere. L’ambiguità offre infinite possibilità di interpretazione e l’indagine sulle forme della percezione esplora nuovi significati delle immagini. I cicli della ricerca sulla fotografia astratta usano il mosso, il fluo, le subpercezioni, ovvero lo spazio visivo nella sua totalità. “Conoscevo tutto sulla fotografia ma la lente dava l’immagine regolare, cercavo allora i più disparati mezzi: lenti zoppe, vetri condensatori, prismi, acqua, olio. […] Non usavo quasi mai la geometria euclidea e mi servivo di matematiche alterate”, spiega lo stesso artista.
La sua vasta produzione – prevalentemente in bianco e nero – è non solo di supporto, ma non separabile dal lavoro di ricerca artistica, come pure fondamentale al rinnovamento nella grafica e nella pubblicità.
Venerdì 19 giugno, ore 11 Web preview della mostra
Sul sito del Museo, canali YouTube e Facebook
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