Anna Maria Maiolino. O amor se faz revolucionario
Dal 29 Marzo 2019 al 01 Settembre 2019
Milano
Luogo: PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea
Indirizzo: Via Palestro 14
Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9:30—19:30; martedì e giovedì 9:30—22:30
Curatori: Diego Sileo
Enti promotori:
- Comune di Milano
Telefono per informazioni: +39 02 884 46359
E-Mail info: info@pacmilano.it
Sito ufficiale: http://www.pacmilano.it
Dal 29 marzo al 9 giugno 2019 (prorogata al 1 settembre 2019) il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta O AMOR SE FAZ REVOLUCIONÁRIO, la prima mostra italiana in un’istituzione pubblica dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino.
Con una selezione di oltre 400 opere che spaziano dai disegni di una giovanissima Maiolino - studentessa d’arte a Caracas - fino alle ultime sue creazioni, la mostra curata da Diego Sileo si configura come la più ampia retrospettiva dell’artista
mai realizzata fino ad ora, e include opere provenienti dai più importanti musei Brasiliani come il MAM Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro, il MASP Museo d’Arte di San Paolo e la Pinacoteca di Stato di San Paolo. Un’occasione unica per comprendere il percorso eclettico e rivoluzionario di un’artista che è riuscita a fondere in uno stile esemplare ed inimitabile la creatività italiana e la sperimentazione delle avanguardie brasiliane.
In mostra al PAC disegni, dipinti, sculture, fotografie, video e installazioni raccontano per decadi una storia artistica iniziata nei primi anni Sessanta e ancora oggi vitale e fertile, in grado di influenzare molti artisti delle nuove generazioni. Un’installazione site specific realizzata interamente in argilla, materiale iconico per l’artista, introdurrà il visitatore in mostra, dove per la prima volta si potranno ammirare anche le sue grandi pitture degli anni Novanta mai esposte prima.
Venerdì 5 aprile alle ore 19, in occasione di Milano Art Week e di miart, l’artista realizzerà nel cortile del PAC una nuova performance – Al di là di – che la vedrà coinvolta in prima persona insieme alla performer Gaya Rachel.
Dal 2 al 7 aprile, inoltre, il PAC partecipa a Milano Art Week prolungando l’apertura fino alle 22:30 con biglietto ridotto speciale €4 dalle 18, visita guidata giovedì 4 aprile alle 19 e visita guidata con il curatore domenica 7 aprile alle 18.
Promossa dal Comune di Milano e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale, la mostra si sposterà a Londra nel settembre 2019 grazie alla collaborazione con la Whitechapel Gallery, con la curatela di Trinidad Fombella e Diego Sileo.
Realizzata grazie al sostegno di Tendercapital, partner della mostra nell’ambito delle attività del suo incubatore d’arte TenderToArt, il progetto si inserisce all’interno del programma espositivo annuale del PAC, sponsorizzato da TOD’S, e si avvale del contributo di Alcantara, di Cairo Editore e del supporto di Vulcano - Unità di produzione contemporanea. In mostra anche una documentazione video realizzata da Sky Arte, media partner del progetto espositivo.
Il tema dell’amore – quello per le sue origini, per la sua famiglia, per la sua terra d’adozione, per il suo lavoro - è sempre stato per Maiolino il motivo pulsante e scatenante delle sue produzioni, un ardore artistico indomabile e rivoluzionario mai sopito, capace di resistere anche alle condizioni storico-politiche avverse che hanno tormentato il Brasile negli ultimi decenni. È questo “amore che si fa rivoluzionario” l’anima dell’arte e della poetica di Maiolino: una forza che divampa dalle sue opere e travolge gli spettatori delle sue mostre, una tensione dinamica che fa scorrere energia. L’amore, inteso come energia libera e coraggiosa, che dà significato e mette in condizione di affrontare nuove sfide.
Partita dall’Italia per raggiungere il Venezuela con la sua famiglia all’età di 12 anni, nel 1960 Anna Maria Maiolino si sposta in Brasile per frequentare la Scuola Nazionale di Belle Arti di Rio de Janeiro. Qui inizia la sua pratica artistica ponendosi questioni di identità legate all’essere donna, migrante e artista a confronto con un lingua e un luogo lontani dalle sue origini. Durante gli anni della dittatura militare (1964 -1984), la sfera personale dell’artista e quella pubblica si condensano in una stessa dimensione, affrontando questioni riguardanti l’oggetto e il soggetto dell’arte, cercando nuovi significati inerenti lo spazio e il tempo, coltivando un rapporto tra spettatore e opera secondo un approccio esperienziale. Non l’uomo astratto, ma l’uomo concreto è – nella poetica di Maiolino - il solo capace di vivere l’esperienza estetica. È il corpo a entrare in rapporto diretto con l’opera attraverso un concetto di tempo reale, vissuto, tutt’altro che teorico. In questo senso Maiolino guarda all’esperienza dei Neoconcretisti brasiliani, fino a firmare con Hélio Oiticica, Lygia Pape e Lygia Clark il manifesto della Nuova Oggettività Brasiliana e ad essere inclusa nella mostra collettiva che lo fece conoscere nel 1967. L’arte di Maiolino comunica un’essenzialità che penetra e diventa gesto, nei disegni, nei cuciti, nei dipinti così come nelle sculture e nelle installazioni. Nel suo lavoro la parola “gesto” è determinante e si avvicina al latino gestare, nel senso di portare avanti, elaborare e formare le idee in una successione di eventi che assomigliano a un poema epico. Il gesto ritorna nelle serie dei disegni ricamati (Indícios), nei disegni a inchiostro di china (Piccole Note e Aguadas), nelle sculture in vetro (Emanados), in gesso (São) e in cemento (Da Terra - Errância Poética), ma anche nell’argilla modellata site specific e in ri-creazione perpetua (Terra Modelada): variazioni di materiali e tecniche, che incarnano la convergenza di sensazione, movimento e memoria.
Il tempo per Anna Maria Maiolino ha lo stesso significato che il movimento della mano ha per la materia, è la misura del suo lavoro. Il corpo immerge le mani nell’argilla, lascia tracce ininterrotte mentre segue il filo o la goccia di inchiostro sulla carta. In questo senso le sue opere sono a misura d’uomo.
Dalla fine degli anni ’60 il linguaggio e il corpo diventano terreno di interesse per Maiolino. La sua arte trova una forma organica, vitale, trasformativa, in cui i simboli e i formati si muovono attraverso il corpo e i suoi orifizi. Lei ingurgita i riferimenti e le forme e li rigurgita portando i segni del passaggio corporeo. La bocca, organo del linguaggio deputato anche al consumo di cibo, insieme con l’apparato digerente sono motivi ricorrenti nel suo lavoro – emblematici l’incisione Glu Glu e il pezzo scultoreo Glu Glu Glu - e potrebbero riferirsi, in parte, all’influente Manifesto Antropofago di Oswald De Andrade (1928), in cui il poeta descriveva argutamente il consumo e il rigurgito creativo di altre culture come forza nazionale e mezzo di produzione di un paese moderno e indipendente.
Non mancano in mostra anche alcuni dei suoi lavori più iconici come Por um fio edEntrevidas: il primo, 1976, mostra Maiolino seduta tra sua madre e sua figlia, i loro legami familiari rinforzati da segmenti di corda che le tre donne tengono in bocca; il secondo nasce da una performance avvenuta a Rio de Janeiro nel 1981, un’azione dettata dell’incertezza suscitata dalla situazione politica brasiliana dell’epoca in cui l’artista sceglie l’uovo come metafora di precarietà, di coesistenza tra vita e morte, adottandolo poi nella sua iconografia come simbolo di speranza e rinnovamento.
Accompagna i visitatori tra le opere una guida alla mostra gratuita, curata da Angela Maderna, che analizza i lavori di Maiolino e approfondisce con focus specifici le diverse tecniche o le tematiche imprescindibili per comprendere la ricerca dell’artista. IL CATALOGO
Il volume, pubblicato da Silvana Editoriale in italiano e in inglese, contiene nuovi testi critici del curatore, di Michael Asbury, di Catherine de Zegher, di Marcio Doctor, di Paulo Miyada e di Tania Rivera, un’intervista inedita all’artista realizzata dal curatore e la riproduzione di tutte le opere in mostra.
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