Andrea Contin / Dejan Kaludjerovic / Cheryl Pope. Gambling
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Andrea Contin / Dejan Kaludjerovic / Cheryl Pope. Gambling, Galleria Bianconi, Milano
Dal 03 Ottobre 2014 al 03 Novembre 2014
Milano
Luogo: Galleria Bianconi
Indirizzo: via Lecco 20
Orari: lunedì e sabato 14.30-19; da martedì a venerdì 10-13 / 14.30-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 22228336
E-Mail info: info@galleriabianconi.com
Sito ufficiale: http://www.galleriabianconi.com
Dal 3 ottobre al 3 novembre 2014 la Galleria Bianconi inaugura la nuova stagione espositiva con Gambling, mostra collettiva che unisce il lavoro di Andrea Contin, Dejan Kaludjerovi? e Cheryl Pope nella complessa idea del gioco.
I tre artisti, diversi per background, generazione e sensibilità, trovano un punto d’incontro nel concetto di gioco, o meglio nel gioco d’azzardo, il gambling, con i suoi molteplici significati. Gambling è infatti un termine ambiguo: nella lingua inglese definisce appunto il gioco d’azzardo, mentre il suo calco linguistico è usato in italiano per indicarne, principalmente, la degenerazione patologica. L’orizzonte che si apre da questa visione del gioco, tra il ludico e il drammatico, abbraccia quindi il lavoro e la ricerca di questi tre artisti, includendoli entro un unico sguardo.
Il gioco è un’attività che si colloca all’incrocio di discipline diverse e possiede una polisemia intrinseca che lo accomuna al presente dell’arte. Non a caso la dimensione ludica è stata indagata più volte, dalle avanguardie a oggi, sia con intenti irriverenti e talvolta eversivi, sia come poetica privilegiata in un’ottica di disimpegno, ponendosi non di rado come logica alternativa innestata all’interno del gioco dell’arte e della vita. Andrea Contin, Dejan Kaludjerovi? e Cheryl Pope più volte hanno incrociato, nella loro ricerca, i territori del gioco, in senso metalinguistico e intertestuale.
Le origini del gioco d’azzardo, probabilmente divinatorie, risalgono alla notte dei tempi, già all’antichità classica con le prime prescrizioni legate al suo abuso e al medioevo con la sua demonizzazione. Ma nonostante i tentativi di estirpazione e condanna, il gioco è rimasto nel corso dei secoli una pratica diffusa, inserita nell’immaginario collettivo e nella quotidianità degli individui, ieri ma soprattutto oggi, favorito dalla rapidità, dall’immediatezza e dalla dislocazione che appartengono alla società globalizzata. È tuttavia necessario distinguere il gioco d’azzardo patologico dal gioco – perché no, anch’esso d’azzardo – come forma di attività sociale e ludica che da sempre accompagna l’essere umano, stimolandone lo sviluppo dell’intelligenza e della creatività, l’innocua distensione diversa dal morboso accanimento compulsivo, il cui subdolo meccanismo ha forte attinenza con altre forme di dipendenza patologica.
La pratica eclettica di Andrea Contin, artista da sempre interessato alla relazione tra arte e disagio psichico, converge in un immaginario visionario, abitato da oggetti apparentemente innocui che a uno sguardo più attento rivelano un contraltare inquietante, che combina un vocabolario plastico ispirato al mondo dell’infanzia ma piegato a un’interpretazione da adulto.
Da analoghe urgenze espressive muove il lavoro di Dejan Kaludjerovi?, le sue pitture languide e le sue installazioni stranianti ricercano spesso la forma rassicurante di un immaginario che intercetta la dimensione favolistica dell’infanzia e la sua supposta innocenza, per smascherare l’attitudine manipolatoria che appartiene al contesto culturale ed educativo della società dei consumi.
Cheryl Pope, attraverso l’uso privilegiato del corpo, soggetto/oggetto dell’azione, sperimenta il gioco come metafora per illustrare la ricerca di una forma, di uno spazio mentale di relazione dialettico tra individuo e società, mettendo in atto una poetica del doppio, della maschera e del suo progressivo disvelamento, sospeso tra sentimenti contrastanti, attivati dall’interazione del pubblico.
Tre artisti diversi ma affini, che indagano attraverso le rispettive sensibilità e poetiche l’essenza del gioco per rivelarne la natura, creando un mondo irreale in cui azioni fittizie simulano azioni reali. Un procedimento di astrazione che lega, ancora una volta, l’attività ludica a quella artistica.
Venerdì 3 ottobre, in occasione dell’opening, Cheryl Pope eseguirà la performance dal titolo TBD, pensata appositamente per gli spazi della galleria.
Per la mostra sarà realizzato un catalogo edito da Blisterzine, terzo volume della collana Bianconi, con approfondimenti sul lavoro di Andrea Contin, Dejan Kaludjerovi? e Cheryl Pope, a cura di Eugenio Viola.
I tre artisti, diversi per background, generazione e sensibilità, trovano un punto d’incontro nel concetto di gioco, o meglio nel gioco d’azzardo, il gambling, con i suoi molteplici significati. Gambling è infatti un termine ambiguo: nella lingua inglese definisce appunto il gioco d’azzardo, mentre il suo calco linguistico è usato in italiano per indicarne, principalmente, la degenerazione patologica. L’orizzonte che si apre da questa visione del gioco, tra il ludico e il drammatico, abbraccia quindi il lavoro e la ricerca di questi tre artisti, includendoli entro un unico sguardo.
Il gioco è un’attività che si colloca all’incrocio di discipline diverse e possiede una polisemia intrinseca che lo accomuna al presente dell’arte. Non a caso la dimensione ludica è stata indagata più volte, dalle avanguardie a oggi, sia con intenti irriverenti e talvolta eversivi, sia come poetica privilegiata in un’ottica di disimpegno, ponendosi non di rado come logica alternativa innestata all’interno del gioco dell’arte e della vita. Andrea Contin, Dejan Kaludjerovi? e Cheryl Pope più volte hanno incrociato, nella loro ricerca, i territori del gioco, in senso metalinguistico e intertestuale.
Le origini del gioco d’azzardo, probabilmente divinatorie, risalgono alla notte dei tempi, già all’antichità classica con le prime prescrizioni legate al suo abuso e al medioevo con la sua demonizzazione. Ma nonostante i tentativi di estirpazione e condanna, il gioco è rimasto nel corso dei secoli una pratica diffusa, inserita nell’immaginario collettivo e nella quotidianità degli individui, ieri ma soprattutto oggi, favorito dalla rapidità, dall’immediatezza e dalla dislocazione che appartengono alla società globalizzata. È tuttavia necessario distinguere il gioco d’azzardo patologico dal gioco – perché no, anch’esso d’azzardo – come forma di attività sociale e ludica che da sempre accompagna l’essere umano, stimolandone lo sviluppo dell’intelligenza e della creatività, l’innocua distensione diversa dal morboso accanimento compulsivo, il cui subdolo meccanismo ha forte attinenza con altre forme di dipendenza patologica.
La pratica eclettica di Andrea Contin, artista da sempre interessato alla relazione tra arte e disagio psichico, converge in un immaginario visionario, abitato da oggetti apparentemente innocui che a uno sguardo più attento rivelano un contraltare inquietante, che combina un vocabolario plastico ispirato al mondo dell’infanzia ma piegato a un’interpretazione da adulto.
Da analoghe urgenze espressive muove il lavoro di Dejan Kaludjerovi?, le sue pitture languide e le sue installazioni stranianti ricercano spesso la forma rassicurante di un immaginario che intercetta la dimensione favolistica dell’infanzia e la sua supposta innocenza, per smascherare l’attitudine manipolatoria che appartiene al contesto culturale ed educativo della società dei consumi.
Cheryl Pope, attraverso l’uso privilegiato del corpo, soggetto/oggetto dell’azione, sperimenta il gioco come metafora per illustrare la ricerca di una forma, di uno spazio mentale di relazione dialettico tra individuo e società, mettendo in atto una poetica del doppio, della maschera e del suo progressivo disvelamento, sospeso tra sentimenti contrastanti, attivati dall’interazione del pubblico.
Tre artisti diversi ma affini, che indagano attraverso le rispettive sensibilità e poetiche l’essenza del gioco per rivelarne la natura, creando un mondo irreale in cui azioni fittizie simulano azioni reali. Un procedimento di astrazione che lega, ancora una volta, l’attività ludica a quella artistica.
Venerdì 3 ottobre, in occasione dell’opening, Cheryl Pope eseguirà la performance dal titolo TBD, pensata appositamente per gli spazi della galleria.
Per la mostra sarà realizzato un catalogo edito da Blisterzine, terzo volume della collana Bianconi, con approfondimenti sul lavoro di Andrea Contin, Dejan Kaludjerovi? e Cheryl Pope, a cura di Eugenio Viola.
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