Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures
Dal 22 Febbraio 2021 al 28 Marzo 2021
Monza | Milano
Luogo: Arengario di Monza
Indirizzo: piazza Roma
Orari: dal lunedì al venerdì 14.00 – 18.00
Curatori: Gianni Canova
Enti promotori:
- Comune di Monza
Costo del biglietto: Intero €7,00 Ridotto €5,00 (Over 65, ragazzi 13 – 18) Ridotto bambini €4,00 (7 anni - 12 anni)
Telefono per informazioni: +39 02 36638600
Sito ufficiale: http://www.vidicultural.com
Alfred Hitchcock sta tornando!
Dopo la chiusura forzata, a causa delle restrizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus, da lunedì 22 febbraio, riapre al pubblico la mostra ALFRED HITCHCOCK nei film della Universal Pictures, allestita all’Arengario di Monza.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 28 marzo 2021.
«L’Arengario - sottolinea Massimiliano Longo, Assessore alla Cultura del Comune di Monza - riapre nel segno della qualità. Ricordo bene quando vidi per la prima volta Psycho e il senso di angoscia che mi trasmise. Nonostante il bianco e nero e che sia passato oltre mezzo secolo, questo capolavoro continua a metterci di fronte alle nostre paure. Un’atmosfera che potremo rivivere attraverso le foto esposte in questa straordinaria mostra dedicata a uno dei più grandi registi del secolo scorso. In questi mesi di chiusura abbiamo lavorato per farci trovare pronti non appena le condizioni lo avessero permesso e così è stato: appena entrati in zona gialla, infatti, abbiamo riaperto tutti i luoghi della cultura, con accessi contingentati e regolati in base alle vigenti normative anti Covid. La tecnologia, anche in ambito culturale, ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale. Tuttavia siamo convinti che un video o una call non possano sostituire l’esperienza culturale in presenza. Adesso è ora di riprendere questo cammino».
La rassegna, curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza, indaga la figura del regista del brivido attraverso 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock, facendo scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese, a quarant’anni dalla sua scomparsa.
Celebrato come uno dei principali e più influenti innovatori della storia del cinema, Hitchcock è famoso per il suo ingegno, le trame avvincenti, la gestione delle camere da presa, l’originale stile di montaggio, l’abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma.
“Hitchcock, come hanno detto i critici della nouvelle vague – afferma Gianni Canova - è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. I suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa. Ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita”.
Il percorso espositivo analizza i principali capolavori di Hitchcock, prodotti dalla Universal Pictures. Primo fra tutti Psycho (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico, che proprio quest’anno celebra i sessant’anni dall’uscita nelle sale.
Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia.
Una sezione è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola in cui introdusse numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali; con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.
L’itinerario nell’universo hitchcockiano prosegue con La Finestra sul cortile (1954), con James Stewart che interpreta il fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries, costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba e che, per vincere la noia, spia le vite dei vicini dal proprio appartamento, fino a convincersi che in uno si sia consumato un delitto. Il film fu un grande successo; uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari.
E ancora, La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.
Il materiale fotografico getta inoltre uno sguardo su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia (1976).
Lungo tutto il perimetro della mostra, il visitatore è accompagnato da una serie di approfondimenti video di Gianni Canova.
Dopo la chiusura forzata, a causa delle restrizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus, da lunedì 22 febbraio, riapre al pubblico la mostra ALFRED HITCHCOCK nei film della Universal Pictures, allestita all’Arengario di Monza.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 28 marzo 2021.
«L’Arengario - sottolinea Massimiliano Longo, Assessore alla Cultura del Comune di Monza - riapre nel segno della qualità. Ricordo bene quando vidi per la prima volta Psycho e il senso di angoscia che mi trasmise. Nonostante il bianco e nero e che sia passato oltre mezzo secolo, questo capolavoro continua a metterci di fronte alle nostre paure. Un’atmosfera che potremo rivivere attraverso le foto esposte in questa straordinaria mostra dedicata a uno dei più grandi registi del secolo scorso. In questi mesi di chiusura abbiamo lavorato per farci trovare pronti non appena le condizioni lo avessero permesso e così è stato: appena entrati in zona gialla, infatti, abbiamo riaperto tutti i luoghi della cultura, con accessi contingentati e regolati in base alle vigenti normative anti Covid. La tecnologia, anche in ambito culturale, ha dimostrato di avere un ruolo fondamentale. Tuttavia siamo convinti che un video o una call non possano sostituire l’esperienza culturale in presenza. Adesso è ora di riprendere questo cammino».
La rassegna, curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza, indaga la figura del regista del brivido attraverso 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock, facendo scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese, a quarant’anni dalla sua scomparsa.
Celebrato come uno dei principali e più influenti innovatori della storia del cinema, Hitchcock è famoso per il suo ingegno, le trame avvincenti, la gestione delle camere da presa, l’originale stile di montaggio, l’abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma.
“Hitchcock, come hanno detto i critici della nouvelle vague – afferma Gianni Canova - è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. I suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa. Ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita”.
Il percorso espositivo analizza i principali capolavori di Hitchcock, prodotti dalla Universal Pictures. Primo fra tutti Psycho (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico, che proprio quest’anno celebra i sessant’anni dall’uscita nelle sale.
Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia.
Una sezione è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola in cui introdusse numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali; con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.
L’itinerario nell’universo hitchcockiano prosegue con La Finestra sul cortile (1954), con James Stewart che interpreta il fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries, costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba e che, per vincere la noia, spia le vite dei vicini dal proprio appartamento, fino a convincersi che in uno si sia consumato un delitto. Il film fu un grande successo; uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari.
E ancora, La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.
Il materiale fotografico getta inoltre uno sguardo su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia (1976).
Lungo tutto il perimetro della mostra, il visitatore è accompagnato da una serie di approfondimenti video di Gianni Canova.
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