Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures
Dal 21 Giugno 2013 al 22 Settembre 2013
Milano
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza Duomo 12
Orari: lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Enti promotori:
- Comune di Milano – Cultura
- Palazzo Reale
- Alef-cultural project management
- Universal Pictures Italia divisione di Home Entertainment.
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto 6.50/ € 4
Telefono per informazioni: +39 02 88453314/ 02 45496874
E-Mail info: elenamaria.conenna@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/portale/palreale.nsf/index.htm?readForm&settore=MCOI-66DHPH_HP
“Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures” è una mostra promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Alef-cultural project management con la collaborazione speciale della Universal Pictures Italia divisione di Home Entertainment.
Sono passati più di trent’anni dalla morte del mago della suspense che ha terrorizzato - e forse continua a terrorizzare - milioni di spettatori con i suoi capolavori. Durante la sua carriera Alfred Hitchcock ha girato oltre cinquanta film - dall’epoca del cinema muto agli anni settanta – che, nel tempo, l’hanno reso uno dei più influenti e venerati innovatori cinematografici di tutti i tempi.
Nella storia del cinema, Hitchcock è infatti rinomato per il suo ingegno, le trame avvincenti, la pioneristica gestione delle camere da presa e l’originale stile di montaggio; la sua magistrale abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma è ancora studiata ed emulata dai film-makers di tutto il mondo.
Obiettivo dell’esposizione è cercare di indagare e ricreare quell’effetto di suspense hitchcockiano, quella combinazione perfetta di elementi che, nel corso degli anni, ha tenuto tantissimi spettatori con il fiato sospeso nella doccia di un motel, affacciati su un cortile a spiare i vicini o alle prese con uccelli furiosi. Hitchcock lavorava alle scene dei suoi film con lo scopo di tenere gli spettatori in sospeso il più a lungo possibile, come affermò egli stesso:
“Se fai esplodere una bomba il pubblico ha uno shock di dieci secondi, mentre se lo metti semplicemente al corrente della presenza di una bomba, la suspence può essere dilatata e il pubblico mantenuto in sospeso per cinque minuti.”
Il percorso espositivo racconta la figura di Alfred Hitchcock attraverso i principali capolavori firmati Universal Pictures, la celebre casa di produzione che, acquisendo la Paramount Pictures, ha prodotto i suoi film dal 1940 al 1976. Una collaborazione decisamente proficua che ha portato sul grande schermo capolavori indimenticabili e inimitabili come “Psyco”, “La finestra sul cortile”, “Gli Uccelli”, “La donna che visse due volte” e molti altri.
La mostra presenta settanta fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della major americana che, per preservare la qualità di queste opere, ha restaurato le quattordici pellicole originali nell’audio e nel video portandole in alta definizione su disco Blu-ray™ per la visione in home video. Il lavoro svolto per la riedizione di questi film e il materiale raccolto è la base su cui è stata strutturata la mostra. Il pubblico potrà immergersi nei backstage dei principali film di Hitchcock scoprendo particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del grande maestro.
Il critico cinematografico Gianni Canova accompagnerà il visitatore, con una serie di approfondimenti video, lungo la mostra analizzando i principali capolavori del regista britannico firmati Universal Pictures.
Primo fra tutti “Psyco” (1960), una delle sue opere più controverse e innovative. Una pietra miliare del cinema del brivido che, nel 1960, riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico.
Un’occasione per vedere da dietro le quinte il metafisico motel Bates, il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion, la celebre scena della doccia e il ruolo fondamentale di Alma Reville, la moglie-consigliera del maestro del brivido.
Una sala del percorso sarà dedicata a “Gli Uccelli” (1963) di cui, proprio quest’anno, si celebra il 50° anniversario. Uno sconvolgente capolavoro in cui il regista introdusse numerose innovazioni nel campo del suono e degli effetti speciali: con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.
Il pubblico potrà scoprire dettagli curiosi sui geniali artifici utilizzati per la realizzazione delle scene più memorabili.
Il visitatore avrà inoltre la possibilità di rivivere l’esperienza voyeuristica di “Jeff” - intepretato da James Stewart - il protagonista de “La Finestra sul cortile” (1954). Alla critica del quotidiano London Observer che lo definì un film “orribile” perchè “c’era un tipo che guardava costantemente dalla finestra”, Hitchcock - nella celebre intervista rilasciata a François Truffaut - rispose:
“...sì, l’uomo era un voyeur, ma non siamo tutti dei voyeur? Scommettiamo che nove persone su dieci, se vedono dall’altra parte del cortile una donna che si spoglia prima di andare a letto o semplicemente un uomo che mette in ordine la sua stanza, non riescono a trattenersi dal guardare? Potrebbero distogliere gli occhi dicendo: «non mi riguarda», potrebbero chiudere le loro persiane, e invece non lo fanno, staranno lì a guardare.”
Il film fu un grande successo, uscì nell’agosto 1954, e nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari. Insoddisfatto delle prime riprese in esterni, Hitchcock decise di girare il film su un unico set, dando vita al più grande set cinematografico mai realizzato a quell’epoca.
Il pubblico potrà rivivere anche l’ambigua identità de “La donna che visse due volte” (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione. Una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, raccontata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.
Un racconto attraverso le paure, l’ossessione e la psicologia dei personaggi arricchito dalle dichiarazioni dell’attrice Kim Novak, la bionda glaciale protagonista femminile del film.
Il visitatore avrà inoltre la possibilità di ammirare materiale fotografico degli altri celebri film hitchcockiani: “Sabotatori” (1942), “L’ombra del dubbio” (1943), “Nodo alla gola” (1948), “La congiura degli innocenti” (1955), “L’uomo che sapeva troppo” (1956), “Marnie” (1964), “Il sipario strappato” (1966) , “Topaz” (1969), “Frenzy” (1972) e “Complotto di famiglia” (1976), suo ultimo film.
Sebbene Hitchcock conferisca molta importanza al silenzio nelle scene di suspense, alcune delle sue sequenze più note non avrebbero ottenuto la stessa potenza drammatica che tutti riconoscono, se non fosse per l’apporto della musica.
La colonna sonora diventa quindi parte integrante e fondamentale per la costruzione del senso di attesa hitchcockiano. In una sala del percorso sarà possibile ascoltare le musiche che hanno fortemente connotato alcuni dei suoi film, tra cui quelle di Bernard Herrmann, compositore statunitense che ha scritto, tra le altre, le celebri soundtrack per “La donna che visse due volte” e il cult “Psyco”.
Ci si potrà immergere nei suoni elettronici dei gabbiani che Hitchcock decise di usare nel film “Gli Uccelli” invece della musica: una tecnica altamente sperimentale per quei tempi che risultò essere molto efficace.
Lungo il percorso un divertente montaggio dei cammei mostrerà le celebri apparizioni di Hitchcock nei suoi film. Nati come simpatiche gag, i cammei divennero col tempo una vera e propria superstizione. Il pubblico iniziò ad attenderli con impazienza e per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticiparli ai primissimi minuti dell’inizio.
Brivido, terrore ma anche ironia. Un’altra caratteristica che contraddistingue le sue opere è infatti quel mix ben riuscito tra commedia e suspense: battute brillanti e personaggi divertenti convivono in modo armonioso insieme alle scene di tensione. Un senso dell’umorismo sintetico e pungente che ritroviamo non solo nei suoi film ma anche nella sua vita privata.
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