100 anni dalla nascita del maestro Aligi Sassu. Dipinti

Aligi Sassu, Caffè San Carlo, olio, 49x45
Dal 29 Settembre 2012 al 25 Novembre 2012
Besana in Brianza | Milano
Luogo: Villa Filippini
Indirizzo: via Viarana
Orari: sabato, domenica e festivi 10-12/ 15-18; giorni feriali su appuntamento
Curatori: Francesco Gallo, Natalia Sassu, Suarez Ferri
Enti promotori:
- Regione Lombardia
- Provincia di Monza Brianza
- Città di Besana in Brianza
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339 4943137
E-Mail info: info@archivioaligisassu.it
Sito ufficiale: http://www.amicialigisassu.it
Dopo la mostra Memorie su carta, inaugurata ad aprile presso il National Museum of Fine Arts a Valletta - Malta, dal 29 settembre con la mostra 100 ANNI DALLA NASCITA DEL MAESTRO ALIGI SASSU, Dipintiproseguono a Villa Filippini le iniziative per celebrare il 1° centenario dalla nascita del Maestro.
Come avvenne nel 2010 in occasione del decennale della morte di Sassu, prosegue l’intento dell’Associazione Amici dell’Arte di Aligi Sassu e dell’Archivio Aligi Sassu di onorare e diffondere l’opera del maestro.
Attraverso l’esposizione di circa 50 opere pittoriche, sarà ricostruito il percorso artistico dell'artista a partire dagli anni ’30 fino agli anni ‘90.
La maggior parte delle opere esposte provengono dalla collezione privata del figlio Carlos Julio Sassu Suarez , che le gestisce attraverso l’Archivio Sassu, creato nel 1987, che cataloga e conserva le opere del maestro e, attraverso mostre e pubblicazioni, ne mantiene vivo il ricordo.
Protagonista della storia artistica italiana del XX secolo, Sassu ha cercato di realizzare nelle sue opere uno stile ed un linguaggio basati sull’idea di un rinnovamento dell’arte; da questa ricerca nasce il suo tipico linguaggio a doppio registro, tra realtà e mito, che troviamo realizzato nelle sue opere.
La sua pittura si caratterizza per un programmatico arcaismo attraversato da venature espressionistiche di ascendenza più francese che tedesca, contaminate dalla tradizione colorista della grande pittura da museo, tra barocco e romanticismo.
Il grande maestro del colore utilizza il motivo del cavallo, originato da memorie personali (i cavalli della Sardegna), celebrazione di un’esemplare forza naturale, emblema e specchio di prepotenti vitalità arcaiche.
Il viaggio alla scoperta di Sassu parte con le opere degli anni trenta, quando pubblica la serie degli “Uomini rossi”, personaggi che nelle loro varianti anticipano quell’aspirazione a una sorta di perduta età dell’oro, nella quale spunti letterari e storici convergono con leggende e miti radicati nelle tradizioni della civiltà mediterranea. Opere attente alla storia e alla cronaca del tempo, che portano il maestro a sviluppare quel piacere per il colore puro, squillante ed ammaliante presto diventato la chiave di lettura delle sue opere più mature.
Prosegue il viaggio negli anni quaranta e cinquanta con la guerra, la ricostruzione, le lotte sindacali e la pittura di Sassu è immersa nella storia sociale, icona efficace della lotta di classe. Le opere degli anni sessanta sono quelle del periodo spagnolo che evocano i luoghi, i colori ed i sapori di Mallorca.
Il percorso artistico ed espositivo si conclude negli anni novanta, con le opere più mature dell’artista, nelle quali ricorre sempre la percezione della dimensione mitica della vita e della storia. Artista multiforme ed esuberante, dunque, che si trasforma negli anni e con lui il modo di percepire la quotidianità, attraverso la storia, la spiritualità e l’esperienza.
Come avvenne nel 2010 in occasione del decennale della morte di Sassu, prosegue l’intento dell’Associazione Amici dell’Arte di Aligi Sassu e dell’Archivio Aligi Sassu di onorare e diffondere l’opera del maestro.
Attraverso l’esposizione di circa 50 opere pittoriche, sarà ricostruito il percorso artistico dell'artista a partire dagli anni ’30 fino agli anni ‘90.
La maggior parte delle opere esposte provengono dalla collezione privata del figlio Carlos Julio Sassu Suarez , che le gestisce attraverso l’Archivio Sassu, creato nel 1987, che cataloga e conserva le opere del maestro e, attraverso mostre e pubblicazioni, ne mantiene vivo il ricordo.
Protagonista della storia artistica italiana del XX secolo, Sassu ha cercato di realizzare nelle sue opere uno stile ed un linguaggio basati sull’idea di un rinnovamento dell’arte; da questa ricerca nasce il suo tipico linguaggio a doppio registro, tra realtà e mito, che troviamo realizzato nelle sue opere.
La sua pittura si caratterizza per un programmatico arcaismo attraversato da venature espressionistiche di ascendenza più francese che tedesca, contaminate dalla tradizione colorista della grande pittura da museo, tra barocco e romanticismo.
Il grande maestro del colore utilizza il motivo del cavallo, originato da memorie personali (i cavalli della Sardegna), celebrazione di un’esemplare forza naturale, emblema e specchio di prepotenti vitalità arcaiche.
Il viaggio alla scoperta di Sassu parte con le opere degli anni trenta, quando pubblica la serie degli “Uomini rossi”, personaggi che nelle loro varianti anticipano quell’aspirazione a una sorta di perduta età dell’oro, nella quale spunti letterari e storici convergono con leggende e miti radicati nelle tradizioni della civiltà mediterranea. Opere attente alla storia e alla cronaca del tempo, che portano il maestro a sviluppare quel piacere per il colore puro, squillante ed ammaliante presto diventato la chiave di lettura delle sue opere più mature.
Prosegue il viaggio negli anni quaranta e cinquanta con la guerra, la ricostruzione, le lotte sindacali e la pittura di Sassu è immersa nella storia sociale, icona efficace della lotta di classe. Le opere degli anni sessanta sono quelle del periodo spagnolo che evocano i luoghi, i colori ed i sapori di Mallorca.
Il percorso artistico ed espositivo si conclude negli anni novanta, con le opere più mature dell’artista, nelle quali ricorre sempre la percezione della dimensione mitica della vita e della storia. Artista multiforme ed esuberante, dunque, che si trasforma negli anni e con lui il modo di percepire la quotidianità, attraverso la storia, la spiritualità e l’esperienza.
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