Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose
Dal 07 Ottobre 2022 al 12 Febbraio 2023
Macerata
Luogo: Palazzo Buonaccorsi e Regione Marche
Indirizzo: Via Don Giovanni Minzoni 24
Curatori: Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci
Enti promotori:
- Regione Marche
- Comune di Macerata
- in collaborazione con Università degli Studi di Macerata e Fondazione Carima
Telefono per informazioni: +39 0733 256 361
E-Mail info: info@maceratamusei.it
Sito ufficiale: http://musei.macerata.it
Non se ne sta quieto, né mostra di essere pago di una creatività scontata e ripetuta; si arrovella invece nel cercare non composizioni nuove, ma nuove soluzioni formali, quasi soggiogato dalla esigenza di un'impossibile perfezione. P. Zampetti, 1986
Un progetto dedicato a Carlo Crivelli (Venezia, 1430 - 1435 circa - Ascoli Piceno?, 1495) invita il pubblico a un viaggio di scoperta verso le meraviglie della pittura di uno dei maestri del Rinascimento attraverso una terra ricca di storia e arte. Un percorso che parte da Macerata, sede della mostra, all’interno di Palazzo Buonaccorsi e prosegue in 8 comuni della Regione Marche che conservano opere dell’artista o a esso fortemente collegate in una serie di, come suggerisce il titolo, relazioni meravigliose.
L’occasione di Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose, a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci, è l’importante intervento di restauro realizzato a favore della Madonna con il Bambino di Crivelli, custodita a Palazzo Bonaccorsi e presentata per la prima volta nella sua piena leggibilità e splendore. La prima mostra monografica dedicata a Carlo Crivelli nelle Marche, la sua patria di adozione, che completa la serie di progetti espositivi a lui dedicati a livello internazionale a partire dagli anni '2000 come Crivelli e Brera, Milano, 2009; Ornament and Illusion. Carlo Crivelli of Venice, Boston, 2016; Gli ori di Crivelli, Musei Vaticani, 2019; Carlo Crivelli. Shadows on the Sky, Birmingham, 2022.
Pittore inquieto, sperimentatore, pieno di grazia e di genio, Carlo Crivelli è una delle figure più intriganti del XV secolo. Veneziano di nascita, in seguito ad una vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto, abbandona la laguna giungendo prima a Zara per poi trasferirsi nelle Marche, influenzando in modo definitivo la storia dell’arte di quel territorio e non solo. Sconosciuto per decenni, riscoperto e adorato soprattutto dagli artisti preraffaelliti inglesi, conteso dai collezionisti del mondo, Carlo Crivelli a oggi è una figura indipendente che proietta il suo fascino, fatto di invenzioni sempre diverse, estrema perfezione tecnica e mistero.
Macerata
La mostra all’interno dello straordinario Palazzo Buonaccorsi, progettato nel 1697 da Giovan Battista Contini, allievo di Gian Lorenzo Bernini, raccoglie sette dipinti, provenienti da musei italiani e non solo, selezionati con l’intento di riportare nel territorio di provenienza alcuni dei dipinti di Crivelli e di presentare i più aggiornati contributi di ricerca e indagine di carattere scientifico evincendo le molteplici relazioni "meravigliose" esistenti tra le opere, i maestri coevi, i musei che li hanno accolti fino ai visitatori di oggi.
Accanto alla Madonna con il Bambino di Macerata saranno esposti: Madonna del latte proveniente dalla Pinacoteca Parrocchiale di Corridonia, Madonna con il Bambino da Accademia Carrara di Bergamo, Pietà (Cristo morto compianto dalla Vergine, san Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena) dai Musei Vaticani, San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo da Museo Poldi Pezzoli di Milano, Cristo benedicente da Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma oltre a un’opera del fratello Vittore Crivelli, San Sebastiano e devoti custodita nei depositi della Soprintendenza presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e che sarà restituita a fine mostra alla città di Montegiorgio, da cui proviene.
Itinerario Crivelli
Si parte da Macerata, dentro e fuori Palazzo Buonaccorsi, per proseguire poi verso Corridonia, San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, San Severino Marche, Serrapetrona, Belforte del Chienti. Un progetto che vuole far riscoprire l’opera di Crivelli, tra grandi pale d’altare e opere di formato ridotto per la devozione privata, e il legame con il territorio marchigiano che lo ha ospitato (dal 1468 al 1495) e in cui ha realizzato la maggior parte dei suoi capolavori.
Itinerario Crivelli, progetto sviluppato grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata, i comuni interessati e le diocesi di Macerata e Camerino, prevede opere del maestro veneziano e di artisti a lui fortemente connessi, come il fratello Vittore Crivelli, l’allievo Pietro Alemanno, i Vivarini, Giovanni Boccati, Lorenzo d’Alessandro da Sanseverino, esempi della tradizione del polittico veneziano sia importato sia realizzato da maestri locali, oltre ad Antonio Solario, erede designato della bottega dell’ultimo dei Crivelli.
Se la pittura ebbe incremento in Venezia da un nostro marchianno (alludendo a Gentile da Fabriano) non l'ebbe minore fra noi per un veneto, che in questi luoghi si condusse e vi sparse moltissima luce. A. Ricci, 1834
Fortuna critica
Ignorato da Giorgio Vasari, la fortuna critica di Carlo Crivelli ha dovuto attendere decenni prima di essere riconosciuta. Dalla fine del Settecento molte sue opere entrano nel mercato antiquario e si avvia la disgraziata scomposizione di alcuni dei suoi polittici marchigiani, oltre all’aggiunta di firme poi dichiarate false. Nell’Ottocento l’insistere della ricerca rispetto ai rapporti tra Venezia e le Marche riporta l’attenzione sul maestro, in ogni caso se da una parte la storia dell’arte si occupa di lui, dall’altra il mercato lo fraintende disperdendo, senza rispetto alcuno, molti capolavori. Oltre alle soppressioni napoleoniche che trasferiscono molte opere a Milano presso Pinacoteca di Brera, la grande migrazione avviene verso la Gran Bretagna tanto che a oggi, National Gallery di Londra conserva il più importante corpus al mondo di suoi dipinti. La fortuna nel mondo anglosassone è ben spiegata tenendo presente il crescente gusto preraffaelita che trova in Crivelli straordinari rimandi, caratteristiche che affascinano a tutt’oggi. Molti e importanti gli storici dell’arte che, negli anni, hanno studiato e scritto di Crivelli, da Cavalcaselle a Rushforth, da Venturi a Berenson che racconta dell’autore scrivendo "e non ci stanca mai", oltre a Longhi, Zampetti, Davies e Zeri, fino alle più recenti ricerche di Lightbown, Daffra, Di Lorenzo, Campbell Golsenne, Hilliam e altri che confermano Crivelli uno dei più singolari, inquieti, sperimentali, preziosi, straordinari talenti del XV secolo.
Carlo Crivelli, figlio d’arte e fratello del pittore Vittore (con il quale ebbe pessimi rapporti ma da cui fu sempre seguito e imitato), nasce presumibilmente tra il 1430 e il 1435 a Venezia. Ben presto si allontana dalla Laguna, in seguito a una condanna per concubinato con la moglie di un marinaio. Rispetto ai primi anni veneziani non si conservano opere documentate con certezza e si è ipotizzato che Crivelli si sia formato con i Vivarini oppure con i Bellini. Sulla base della sua cultura figurativa e dello stile è invece certa la frequentazione della Padova della metà del '400, caratterizzata dalla presenza di Donatello e Filippo Lippi e dalla bottega dello Squarcione. Dopo la condanna nel 1457 l’artista viaggia verso Zara, città croata ai tempi parte della Serenissima; in seguito, seguendo le rotte di mercanti e artisti, giunge a Fermo, nelle Marche e dopo pochi anni fissa la sua residenza ad Ascoli Piceno. La sua presenza è attestata in vari centri delle Marche come, ad esempio, oltre a Macerata e Ascoli, a Camerino, Matelica, Fabriano e Pergola. Nel 1489 ottiene il titolo di cavaliere, quasi certamente per i suoi meriti artistici. Si ha notizia della morte nel 1495, non è certo se ad Ascoli o a Camerino, da una lettera del fratello Vittore che rivendica l’eredità.
Un progetto dedicato a Carlo Crivelli (Venezia, 1430 - 1435 circa - Ascoli Piceno?, 1495) invita il pubblico a un viaggio di scoperta verso le meraviglie della pittura di uno dei maestri del Rinascimento attraverso una terra ricca di storia e arte. Un percorso che parte da Macerata, sede della mostra, all’interno di Palazzo Buonaccorsi e prosegue in 8 comuni della Regione Marche che conservano opere dell’artista o a esso fortemente collegate in una serie di, come suggerisce il titolo, relazioni meravigliose.
L’occasione di Carlo Crivelli. Le relazioni meravigliose, a cura di Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci, è l’importante intervento di restauro realizzato a favore della Madonna con il Bambino di Crivelli, custodita a Palazzo Bonaccorsi e presentata per la prima volta nella sua piena leggibilità e splendore. La prima mostra monografica dedicata a Carlo Crivelli nelle Marche, la sua patria di adozione, che completa la serie di progetti espositivi a lui dedicati a livello internazionale a partire dagli anni '2000 come Crivelli e Brera, Milano, 2009; Ornament and Illusion. Carlo Crivelli of Venice, Boston, 2016; Gli ori di Crivelli, Musei Vaticani, 2019; Carlo Crivelli. Shadows on the Sky, Birmingham, 2022.
Pittore inquieto, sperimentatore, pieno di grazia e di genio, Carlo Crivelli è una delle figure più intriganti del XV secolo. Veneziano di nascita, in seguito ad una vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto, abbandona la laguna giungendo prima a Zara per poi trasferirsi nelle Marche, influenzando in modo definitivo la storia dell’arte di quel territorio e non solo. Sconosciuto per decenni, riscoperto e adorato soprattutto dagli artisti preraffaelliti inglesi, conteso dai collezionisti del mondo, Carlo Crivelli a oggi è una figura indipendente che proietta il suo fascino, fatto di invenzioni sempre diverse, estrema perfezione tecnica e mistero.
Macerata
La mostra all’interno dello straordinario Palazzo Buonaccorsi, progettato nel 1697 da Giovan Battista Contini, allievo di Gian Lorenzo Bernini, raccoglie sette dipinti, provenienti da musei italiani e non solo, selezionati con l’intento di riportare nel territorio di provenienza alcuni dei dipinti di Crivelli e di presentare i più aggiornati contributi di ricerca e indagine di carattere scientifico evincendo le molteplici relazioni "meravigliose" esistenti tra le opere, i maestri coevi, i musei che li hanno accolti fino ai visitatori di oggi.
Accanto alla Madonna con il Bambino di Macerata saranno esposti: Madonna del latte proveniente dalla Pinacoteca Parrocchiale di Corridonia, Madonna con il Bambino da Accademia Carrara di Bergamo, Pietà (Cristo morto compianto dalla Vergine, san Giovanni Evangelista e santa Maria Maddalena) dai Musei Vaticani, San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo da Museo Poldi Pezzoli di Milano, Cristo benedicente da Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma oltre a un’opera del fratello Vittore Crivelli, San Sebastiano e devoti custodita nei depositi della Soprintendenza presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e che sarà restituita a fine mostra alla città di Montegiorgio, da cui proviene.
Itinerario Crivelli
Si parte da Macerata, dentro e fuori Palazzo Buonaccorsi, per proseguire poi verso Corridonia, San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino, San Severino Marche, Serrapetrona, Belforte del Chienti. Un progetto che vuole far riscoprire l’opera di Crivelli, tra grandi pale d’altare e opere di formato ridotto per la devozione privata, e il legame con il territorio marchigiano che lo ha ospitato (dal 1468 al 1495) e in cui ha realizzato la maggior parte dei suoi capolavori.
Itinerario Crivelli, progetto sviluppato grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata, i comuni interessati e le diocesi di Macerata e Camerino, prevede opere del maestro veneziano e di artisti a lui fortemente connessi, come il fratello Vittore Crivelli, l’allievo Pietro Alemanno, i Vivarini, Giovanni Boccati, Lorenzo d’Alessandro da Sanseverino, esempi della tradizione del polittico veneziano sia importato sia realizzato da maestri locali, oltre ad Antonio Solario, erede designato della bottega dell’ultimo dei Crivelli.
Se la pittura ebbe incremento in Venezia da un nostro marchianno (alludendo a Gentile da Fabriano) non l'ebbe minore fra noi per un veneto, che in questi luoghi si condusse e vi sparse moltissima luce. A. Ricci, 1834
Fortuna critica
Ignorato da Giorgio Vasari, la fortuna critica di Carlo Crivelli ha dovuto attendere decenni prima di essere riconosciuta. Dalla fine del Settecento molte sue opere entrano nel mercato antiquario e si avvia la disgraziata scomposizione di alcuni dei suoi polittici marchigiani, oltre all’aggiunta di firme poi dichiarate false. Nell’Ottocento l’insistere della ricerca rispetto ai rapporti tra Venezia e le Marche riporta l’attenzione sul maestro, in ogni caso se da una parte la storia dell’arte si occupa di lui, dall’altra il mercato lo fraintende disperdendo, senza rispetto alcuno, molti capolavori. Oltre alle soppressioni napoleoniche che trasferiscono molte opere a Milano presso Pinacoteca di Brera, la grande migrazione avviene verso la Gran Bretagna tanto che a oggi, National Gallery di Londra conserva il più importante corpus al mondo di suoi dipinti. La fortuna nel mondo anglosassone è ben spiegata tenendo presente il crescente gusto preraffaelita che trova in Crivelli straordinari rimandi, caratteristiche che affascinano a tutt’oggi. Molti e importanti gli storici dell’arte che, negli anni, hanno studiato e scritto di Crivelli, da Cavalcaselle a Rushforth, da Venturi a Berenson che racconta dell’autore scrivendo "e non ci stanca mai", oltre a Longhi, Zampetti, Davies e Zeri, fino alle più recenti ricerche di Lightbown, Daffra, Di Lorenzo, Campbell Golsenne, Hilliam e altri che confermano Crivelli uno dei più singolari, inquieti, sperimentali, preziosi, straordinari talenti del XV secolo.
Carlo Crivelli, figlio d’arte e fratello del pittore Vittore (con il quale ebbe pessimi rapporti ma da cui fu sempre seguito e imitato), nasce presumibilmente tra il 1430 e il 1435 a Venezia. Ben presto si allontana dalla Laguna, in seguito a una condanna per concubinato con la moglie di un marinaio. Rispetto ai primi anni veneziani non si conservano opere documentate con certezza e si è ipotizzato che Crivelli si sia formato con i Vivarini oppure con i Bellini. Sulla base della sua cultura figurativa e dello stile è invece certa la frequentazione della Padova della metà del '400, caratterizzata dalla presenza di Donatello e Filippo Lippi e dalla bottega dello Squarcione. Dopo la condanna nel 1457 l’artista viaggia verso Zara, città croata ai tempi parte della Serenissima; in seguito, seguendo le rotte di mercanti e artisti, giunge a Fermo, nelle Marche e dopo pochi anni fissa la sua residenza ad Ascoli Piceno. La sua presenza è attestata in vari centri delle Marche come, ad esempio, oltre a Macerata e Ascoli, a Camerino, Matelica, Fabriano e Pergola. Nel 1489 ottiene il titolo di cavaliere, quasi certamente per i suoi meriti artistici. Si ha notizia della morte nel 1495, non è certo se ad Ascoli o a Camerino, da una lettera del fratello Vittore che rivendica l’eredità.
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