At the Studio
![Louise Bourgeois, Night Sky, 2002, gesso e collage di carta su carta, 98.1 x 72.4 cm © The Easton Foundation / 2023, ProLitteris, Zurich Louise Bourgeois, Night Sky, 2002, gesso e collage di carta su carta, 98.1 x 72.4 cm © The Easton Foundation / 2023, ProLitteris, Zurich](http://www.arte.it/foto/600x450/a5/138135-unnamed-2.jpg)
Louise Bourgeois, Night Sky, 2002, gesso e collage di carta su carta, 98.1 x 72.4 cm © The Easton Foundation / 2023, ProLitteris, Zurich
Dal 26 Marzo 2023 al 11 Giugno 2023
Lugano |
Luogo: Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Indirizzo: Lungolago Riva Caccia 1
Orari: da venerdì a domenica 11:00 – 18:00
Curatori: Danna Olgiati
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +41 (0)58 866 4240
E-Mail info: info@collezioneolgiati.ch
Sito ufficiale: http://www.collezioneolgiati.ch
Dal 26 marzo all’11 giugno 2023, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, proseguendo il lavoro di ricerca e presentazione della loro raccolta, allestisce una mostra dal titolo At the Studio a cura di Danna Olgiati con un saggio di Alberto Salvadori.
Partendo dal titolo dell’opera di Ilya Kabakov, che racconta in modo autobiografico lo sguardo dell’artista verso le grandi avanguardie del passato e nello specifico del suo amore per la pittura del ’600, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati come di consueto presenta nella primavera del 2023 una mostra dedicata principalmente ad opere, molte delle quali di recente acquisizione, in dialogo costante tra presente e passato dove il concetto di studio d’artista si esplicita attraverso varie forme e media.
At the Studio variation n.3 (2021) di Ilya Kabakov dà vita alla mostra di primavera organizzata dalla Collezione Olgiati rivolta ad indagare e interrogare il percorso che ha generato una delle maggiori raccolte d’arte della Svizzera. Questo progetto nasce dalla volontà di Danna e Giancarlo Olgiati di muoversi all’interno di uno spazio fisico e mentale ben definito, quello dello studio, della casa scrigno, dei due collezionisti dalla forte attitudine umanista. Nel corso degli anni per loro vivere con e per l’arte li ha portati verso quella situazione dove lo sguardo dell’uomo si spegne e si illumina quello dell’artista.
La grande tela dell’artista ucraino, punto di partenza dell’intero progetto, fa emergere composizioni sontuosamente cariche d’allusioni. Lo schema è quello reso celebre da Velazquez nel suo capolavoro Las Meninas 1656, probabilmente uno dei dipinti più studiati di sempre, grazie al quale viene introdotta una nuova possibilità del vedere e dell’essere in dialogo con l’opera d’arte, facendo sì che il pubblico divenisse la figura sovrana nel rapporto con l’opera. In mostra convivono opere molto diverse tra loro dal mosaico settecentesco, destinato ad una visione privata e rimasto in tale condizione per molti secoli, sorgente di devozione papale, fino a quella di un prelato molto importante come Rosmini, passando poi agli avi del collezionista, con quelle di artisti perfettamente aderenti al nostro tempo, contemporanei, attuali. L’attraversamento di uno studio d’artista vuol dire incontrare qualcosa che forse ci aspettiamo ma che non conosciamo. La mostra si svolge in un susseguirsi di stanze nelle quali artisti di differenti epoche convivono in un dialogo ricco di assonanze e rimandi visivi, concettuali e sentimentali nei quali si incrociano livelli di pensiero differenti. Le opere presentate sono di Vincenzo Agnetti, Nairy Baghramian, Louise Bourgeois, Giorgio de Chirico, Emilio Isgrò, Ilya Kabakov, Arturo Martini, Fausto Melotti, Marisa Merz, Ugo Mulas, Henrik Olesen, Giulio Paolini, Paola Pivi, Pietro Roccasalva, Pamela Rosenkranz, Alberto Savinio, Gino Severini, Tatiana Trouvé, Cy Twombly, Franco Vimercati, Rachel Whiteread. Questo è l’attraversamento di uno studio, pensato e costruito tra lo scrittoio dello studiolo e la pratica quotidiana di condivisone con gli artisti e con le loro opere, al fine di poter vivere una vita piena di significati. Tornando ai Kabakov, artisti concettuali per eccellenza, sanno benissimo che il quadro non è uno specchio che riflette tutto quanto essi hanno vissuto ma hanno la consapevolezza che è un oggetto potente, espressivo.
Partendo dal titolo dell’opera di Ilya Kabakov, che racconta in modo autobiografico lo sguardo dell’artista verso le grandi avanguardie del passato e nello specifico del suo amore per la pittura del ’600, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati come di consueto presenta nella primavera del 2023 una mostra dedicata principalmente ad opere, molte delle quali di recente acquisizione, in dialogo costante tra presente e passato dove il concetto di studio d’artista si esplicita attraverso varie forme e media.
At the Studio variation n.3 (2021) di Ilya Kabakov dà vita alla mostra di primavera organizzata dalla Collezione Olgiati rivolta ad indagare e interrogare il percorso che ha generato una delle maggiori raccolte d’arte della Svizzera. Questo progetto nasce dalla volontà di Danna e Giancarlo Olgiati di muoversi all’interno di uno spazio fisico e mentale ben definito, quello dello studio, della casa scrigno, dei due collezionisti dalla forte attitudine umanista. Nel corso degli anni per loro vivere con e per l’arte li ha portati verso quella situazione dove lo sguardo dell’uomo si spegne e si illumina quello dell’artista.
La grande tela dell’artista ucraino, punto di partenza dell’intero progetto, fa emergere composizioni sontuosamente cariche d’allusioni. Lo schema è quello reso celebre da Velazquez nel suo capolavoro Las Meninas 1656, probabilmente uno dei dipinti più studiati di sempre, grazie al quale viene introdotta una nuova possibilità del vedere e dell’essere in dialogo con l’opera d’arte, facendo sì che il pubblico divenisse la figura sovrana nel rapporto con l’opera. In mostra convivono opere molto diverse tra loro dal mosaico settecentesco, destinato ad una visione privata e rimasto in tale condizione per molti secoli, sorgente di devozione papale, fino a quella di un prelato molto importante come Rosmini, passando poi agli avi del collezionista, con quelle di artisti perfettamente aderenti al nostro tempo, contemporanei, attuali. L’attraversamento di uno studio d’artista vuol dire incontrare qualcosa che forse ci aspettiamo ma che non conosciamo. La mostra si svolge in un susseguirsi di stanze nelle quali artisti di differenti epoche convivono in un dialogo ricco di assonanze e rimandi visivi, concettuali e sentimentali nei quali si incrociano livelli di pensiero differenti. Le opere presentate sono di Vincenzo Agnetti, Nairy Baghramian, Louise Bourgeois, Giorgio de Chirico, Emilio Isgrò, Ilya Kabakov, Arturo Martini, Fausto Melotti, Marisa Merz, Ugo Mulas, Henrik Olesen, Giulio Paolini, Paola Pivi, Pietro Roccasalva, Pamela Rosenkranz, Alberto Savinio, Gino Severini, Tatiana Trouvé, Cy Twombly, Franco Vimercati, Rachel Whiteread. Questo è l’attraversamento di uno studio, pensato e costruito tra lo scrittoio dello studiolo e la pratica quotidiana di condivisone con gli artisti e con le loro opere, al fine di poter vivere una vita piena di significati. Tornando ai Kabakov, artisti concettuali per eccellenza, sanno benissimo che il quadro non è uno specchio che riflette tutto quanto essi hanno vissuto ma hanno la consapevolezza che è un oggetto potente, espressivo.
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