Vito Tongiani. Malgrado tutto il futuro sarà nostro
Dal 23 Luglio 2023 al 10 Settembre 2023
Seravezza | Lucca
Luogo: Palazzo Mediceo
Indirizzo: Viale Leonetto Amadei 230
Orari: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: orario continuato dalle 18:00 alle 23:00 sabato e domenica: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 18:00 alle 23:00. Dal 28 agosto lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: orario continuato dalle 17:00 alle 22:00 sabato e domenica: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 22:00
Curatori: Edoardo Testori
Enti promotori:
- Fondazione Terre Medicee della Città di Seravezza
Telefono per informazioni: +39 0584 757443
E-Mail info: segreteria@palazzomediceo.it
Sito ufficiale: http://www.palazzomediceo.it
Un progetto che prosegue nell’opera di valorizzazione degli autori più rappresentativi della cultura figurativa contemporanea legati al territorio apuo-versiliese. Vito Tongiani, nato a Matteria, nell’ex provincia italiana di Fiume, da genitori massesi l’artista ha vissuto e lavorato a Parigi, Torino, Massa, in Marocco e, negli ultimi tempi, a Nocchi, negli affascinanti spazi di uno studio ricavato in un’antica limonaia.
Su Vito Tongiani pittore molto si è scritto da parte di eminenti critici quali Jean Clair, Luigi Carluccio, Giovanni Romano, Mario De Micheli e Vittorio Sgarbi, ma poco si è visto, soprattutto negli ultimi venti anni, quando il maestro, alle esposizioni pubbliche e alle mostre in galleria, ha preferito il buen retiro stagionale di Essaouira e Marrakech, in quel Marocco dove la conservazione della complementarità tra uomo e natura gli ha permesso di non perdere di vista il rapporto con la propria storia.
La rassegna antologica, che ha per titolo Vito Tongiani. Malgrado tutto il futuro sarà nostro, presenta un’accurata selezione dei più importanti dipinti dell’artista, in parte inediti o mai esposti al pubblico, con opere provenienti da alcune delle più importanti collezioni private e pubbliche del Paese. Realizzate tra il 1970 e il 2023, le opere ripercorrono le esperienze fondamentali del maestro toscano, pittore di figura: dai dipinti degli anni settanta e ottanta nei quali si identifica il suo impegno politico e sociale; alle rappresentazioni di soggetto storico e mitologico degli anni ottanta e primi anni duemila (che raggiungono la più alta espressione nel 2003 con l’opera Pentesilea morente allontanata dal campo di battagliaesposta in permanenza al Senato della Repubblica e prestigioso prestito alla mostra di Seravezza); al grande ciclo di ambienti, scene di vita popolare, figure femminili in interni concepiti come geometrie di luce e di colore, sviluppato in anni più recenti nel corso di prolungati soggiorni in Marocco.
Appartengono a questo contesto di ricerca formale, di esplorazione della figura, di affermazione del primato del disegno e di costante aspirazione alla classicità, i racconti esemplificati emblematicamente nei suoi “naufragi”, dipinti di grande formato dei primi anni duemila che raffigurano i barconi dei migranti clandestini alla deriva o con il loro carico umano in balìa delle onde, le tragedie del mare a cui assistiamo oggi quasi quotidianamente. Un dramma epocale che Vito Tongiani anticipava partecipando al dolore e alla disperazione degli africani con la sua profonda sensibilità e la sua indole progressista e libertaria.
In un ideale percorso temporale, ma non cronologico, che spazia dai quadri “politici” dei primi anni Settanta, quando il pittore si sposta dal soggiorno parigino verso la Torino operaia, ai lavori sulla memoria e sul mito, fino alle tele africane, a quelle sui naufragi nel Mediterraneo e ai ritratti delle bellissime e malinconiche modelle, l’esposizione ci consegna un autore stimolante e complesso sempre interessato, pur nella grande diversità dei soggetti, a indagare gli spazi più profondi dell’esistenza umana.
Così giunti al termine del percorso espositivo nelle sale nel piano nobile di Palazzo Mediceo, Patrimonio Mondiale Unesco, ancora immersi nei mondi e nelle presenze, affascinanti, vigorose e misurate, dei quadri di Tongiani e avvinti dalla loro forza poetica fatta di cultura e di tradizione, viene in mente che l’artista potrebbe tranquillamente far proprio il motto di uno dei suoi autori preferiti, Nicolas Poussin: Je n’ai rien négligé, non ho trascurato nulla…
La mostra è curata da Edoardo Testori, che si è avvalso della collaborazione di un comitato scientifico coordinato da Giovanni Rimoldi. Il catalogo, edito da Bandecchi&Vivaldi, contiene i testi del curatore, di Massimo Bertozzi e di Costantino Paolicchi e un’antologia con gli interventi critici di Luigi Carluccio, Jean Clair e Giovanni Romano.
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