Roberto Barni. Le cose vogliono esistere
Dal 02 Dicembre 2017 al 25 Febbraio 2018
Pietrasanta | Lucca
Luogo: Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino
Indirizzo: piazza del Duomo
Curatori: Enrico Mattei
Enti promotori:
- Fondazione Versiliana
- Comune di Pietrasanta
- Con il sostegno della Galleria Poggiali di Pietrasanta
Telefono per informazioni: +39 0584 795500
Sito ufficiale: http://www.museodeibozzetti.it
Nel solco della tradizione delle grandi mostre indirizzate alla valorizzazione dell’arte contemporanea attraverso esposizioni monumentali nei luoghi pubblici più rappresentativi, sabato 2 dicembre 2017 alle ore 12 il comune di Pietrasanta inaugura la mostra personale Le cose vogliono esistere dell’artista toscano Roberto Barni (Pistoia, 1939).
Alcuni luoghi simbolo di Pietrasanta per circa tre mesi ospiteranno il progetto promosso, oltre che dal Comune, dalla Fondazione Versiliana, presieduta da Massimiliano Simoni, direttore artistico di Start, e con il sostegno della Galleria Poggiali di Pietrasanta.
Durante tutto il periodo natalizio, e fino al 25 febbraio, ben 17 grandi opere in bronzo patinato si potranno ammirare in piazza del Duomo, nella Chiesa e nel Chiostro di Sant’Agostino affiancate, in questi ultimi casi, negli ambienti interni, da opere su tela e su carta.
Viene così presentato il lavoro di Roberto Barni attraverso l’esposizione di opere particolarmente iconiche realizzate negli ultimi 20 anni e che qui, a cura di Enrico Mattei, sono raccolte per l’occasione con il titolo Le cose vogliono esistere.
Le opere in piazza del Duomo
In piazza trovano spazio Impresa, scultura di oltre quattro metri e mezzo, Continuo del 1999, Doppia Controversia del 2017, anch’essa di quasi cinque metri, Sadovasomaso, Impresa e Camminare in Croce che hanno accompagnato tutta la poetica recente dell’artista toscano, compresa la presenza nella Basilica di Santa Maria dei Frari durante la Biennale di Venezia del 2017, e che sono raccolte insieme per la prima volta poiché “le cose vogliono esistere dato che tra l’esserci ed il non esserci sono proprie le entità, in questo caso le sculture, che decidono di essere presenti” come afferma l’artista medesimo poiché “dotate di forza intrinseca”.
Le opere nel complesso di Sant’Agostino
In tutta la mostra compaiono sculture che autodeterminano il loro spazio: in Sant’Agostino appaiono uomini in un cestino, Capogiri d’Oro del 2017, per la prima volta in una mostra pubblica dopo la Basilica dei Frari a Venezia e nel Chiostro la Celeberrima Atto muto, la cui prima versione era stata presentata all’ingresso dei Giardini alla Biennale di Venezia del 1988.
Giacché le sculture, parimenti alle cose, vogliono esistere, trovano spazio, come apparizioni, Adagio, che si manifesta nel giardino di Sant’Agostino, Remar Contro o N.S.C. nella Chiesa di Sant’Agostino.
Per l’occasione sarà realizzato il catalogo della mostra con testi di Alberto Boatto ed Enrico Mattei, e proprio quest’ultimo, tra l’altro, scrive: “La mia curiosità riguardo alla ricerca scultorea di Roberto Barni è sempre stata indirizzata sulle situazioni imbarazzanti dei suoi uomini, un piccolo esercito seriale e inespressivo che si muove attraverso un’inquietudine di fondo”. E ancora: “il comune denominatore di queste sculture è il loro stile, che non è quello di farsi riconoscere, bensì per conoscere, come ci spiega l’artista. Sulla loro pelle si legge l’impronta della mano di Roberto che diventa la sua resistenza al vuoto”.
Inaugurazione sabato 2 dicembre 2017 ore 12
Orari: 16.00 – 19.00 | chiuso il lunedì; sabato e domenica 10.00 – 13.00 | 16.00 – 19.00
Aperture straordinarie:
venerdì 8 dicembre 10.00 – 13.00 | 16.00 – 19.00
lunedì 25 dicembre 16.00 – 19.00
lunedì 1 gennaio 16.00 – 19.00
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