Andrea Chisesi. Pietre della Memoria. Omaggio al Parente

Andrea Chisesi, Leda e il cigno, 2020, fusione, 150 x 200 cm.

 

Dal 12 Luglio 2020 al 23 Agosto 2020

Pietrasanta | Lucca

Luogo: Villa la Versiliana

Indirizzo: viale Enrico Morin 16, Marina di Pietrasanta

Orari: tutti i giorni dalle 17,00 alle 23,00

Curatori: Marcella Damigella

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.versilianafestival.it



[…] Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude […]
da G. d’Annunzio, La pioggia nel pineto (Alcyone, 1902-03)
  
Si inaugura domenica 12 luglio, alle 18.30 alla Versiliana di Marina di Pietrasanta (LU) “Pietre della Memoria. Omaggio al Parente”, la mostra dell’artista Andrea Chisesi che proseguirà fino al 23 agosto 2020, con ingresso libero.

Curata da Marcella Damigella e inserita nel programma del 41° Festival della Versiliana, l’esposizione temporanea è dedicata a Michelangelo, e in particolare al profondo legame che Gabriele d’Annunzio nutriva per il genio di Caprese a tal punto da considerarlo «il Parente».


In tal senso la Versiliana appare come il luogo perfetto per l’esposizione di Chisesi poiché, se da un lato la cava delle Cervaiole del vicino Monte Altissimo offrì al Buonarroti la materia prima «di grana unita, omogenea, cristallina» per alcuni suoi capolavori, dall’altro proprio sotto gli alti pini della storica villa versiliese, nell’estate 1902 d’Annunzio compose la celebre lirica La pioggia nel pineto, inserita nell’“Alcyone”, il progetto poetico del Vate.

In tutto saranno visibili 41 dipinti inediti su tela e 70 opere su carta di Chisesi che, in un percorso tra mito e bellezza, occuperanno le ampie sale della Villa la Versiliana, più una dove saranno proiettati senza soluzione di continuità sei filmati dedicati all’opera dell’artista romano di nascita e poi milanese d’adozione, ma che ormai risiede stabilmente a Siracusa.

Ma non basta: tra le 41 opere su tela ce n’è una, dal titolo Il Vate (e la cui immagine sarà proiettata su una delle mura esterne della Versiliana)
, che rappresenta l’esclusiva anteprima di “Tempora Vatis”, la nuova mostra che prossimamente l’artista dedicherà a Gabriele d’Annunzio e che si terrà al Vittoriale di Gardone Riviera, sul Lago di Garda, su invito del Presidente Giordano Bruno Guerri.

Il Sindaco di Pietrasanta, Alberto Stefano Giovannetti, dice che «è solo riconnettendoci al nostro passato, alla storia dei luoghi che oggi viviamo con consapevole pienezza, che possiamo apprezzare con maturità il presente. È un dialogo che la nostra amministrazione, attraverso la sua azione quotidiana, cerca di esaltare e promuovere con ogni mezzo. La memoria è la più potente fonte di richiamo che tutti noi abbiamo a disposizione. Abbiamo di fronte a noi un’estate con tante incognite che un’amministrazione responsabile deve bilanciare con certezze. La Fondazione Versiliana con la sua programmazione, e così la mostra di Chisesi, insieme ai tanti eventi che continueranno a caratterizzare la nostra proposta culturale ed artistica, credo siano una risposta solida e doverosa ai turisti e visitatori che sceglieranno la nostra terra e la nostra Toscana in questi mesi. Il contenitore del Festival La Versiliana, in questo contesto, è un hub di grandissima rilevanza per tutta la Versilia».

Aggiunge il Senatore Massimo Mallegni (assessore alla cultura e al turismo del Comune di Pietrasanta) che «la mostra di Andrea Chisesi sono convinto piacerà molto al pubblico per la freschezza della tecnica collegata alla sua ossessiva ricerca artistica. La Villa Versiliana è il luogo naturale per la sua pittura che si ispira liberamente a Gabriele d’Annunzio che tutti noi ricolleghiamo a questo spazio pieno di memoria e significato. È un percorso affascinante che arricchisce e potenzia l’offerta culturale della nostra città».

Il Presidente del Festival della Versiliana, Alfredo Benedetti, ha fortemente voluto questa mostra proprio nella stagione in cui la Versiliana dedica il suo Festival a Gabriele d'Annunzio: «Andrea Chisesi è un artista di grande valore che mi ha colpito sin dal primo istante e le opere esposte in questa mostra rappresentano un connubio tra arte, territorio, poesia nel quale il nostro Festival si riconosce appieno. Gabriele d'Annunzio sarà il fil rouge che quest'anno percorrerà molti dei nostri eventi tra cui la posa di un busto in bronzo proprio di fronte alla Villa che ospitò i soggiorni del Vate e un ciclo di incontri curati da Giordano Bruno Guerri, massimo esperto della figura e dell'opera dannunziana».

Da parte sua la curatrice della mostra, Marcella Damigella, spiega che «la poetica di Chisesi si basa sull’estensione delle connessioni temporali e del ricordo. Questa rete di relazioni lega la sensazione di un continuo presente, come il concetto di relatività elaborato da Einstein, che ritroviamo nelle tele dell’artista; in tal senso le preparazioni pittoriche possono aspettare anche 10 anni prima di trovare l’immagine giusta e per questo dipinge contemporaneamente anche più tele, aggiungendo parti o negandone altre in cerca di un equilibrio in perenne divenire».

Giordano Bruno Guerri
, Presidente del Vittoriale degli Italiani, afferma che «l'interesse crescente che Gabriele d'Annunzio suscita anche in artisti giovani e di grande talento - Andrea Chisesi ha entrambe le caratteristiche - è la prova che il Vate parla ancora all'intelligenza del mondo, suscita emozioni, risveglia passioni. Con il lavoro di Chisesi, inoltre, si rafforza il legame virtuoso e naturale fra Vittoriale degli Italiani e Versiliana, a vantaggio soprattutto del pubblico».

La mostra di Andrea Chisesi alla Versiliana è arricchita dal catalogo edito da Materiarte, che reca scritti di Giovannetti, Benedetti, Mallegni, Guerri, di Giuseppe Marseglia e della stessa curatrice.
Dalla natura al deterioramento La mostra “Pietre della Memoria. Omaggio al Parente” segna l’esordio in Toscana di Andrea Chisesi e i suoi monocromi, spinti dalla chiara rievocazione dannunziana, risultano ispirati alla natura e ai suoi elementi, primo tra questi l’acqua e la luce. Nelle 13 sale della Villa si disloca così un percorso temporale che - come scriveva d’Annunzio - rappresenta l’iconografia della «misteriosa facoltà di penetrare in ogni oggetto e di trasmutarsi in esso», quindi la «fusione» vitalistica, in un percorso conoscitivo tra la Versilia e la Grecia antica ed il tempo mitico che permane nel tempo.
Il legame di Andrea Chisesi con la natura - che trasforma senza annientare ciò che di bello l’uomo ha realizzato - è il deterioramento, la bellezza della morte che non è una fine, ma una rinascita, un nuovo stadio delle cose.
Riferendosi all’arte, d’Annunzio scriveva che «la grandezza di un’opera non si misura al numero dei suffragi che l’accolgono ma sì bene all’impulso ch’ella determina in rari spiriti chiusi, all’ansia subitanea ch’ella solleva in un uomo d’azione o d’accidia o di mercatura, alla perplessità straziante ch’ella agita in una sorte già resoluta».
Dimostrando di aver interiorizzato la “lezione” del Vate, per Andrea Chisesi la bellezza non è un decumano di canoni dal quale l’arte stessa, prodotto di una personalissima rivisitazione, può̀ palesarsi, bensì la voluttà̀ del rigore che con il passare del tempo si piega alla modernità.
La mostra La collezione delle “fusioni”, termine con cui l’artista chiama la sua tecnica, dettata dall’innesto di pittura e fotografia, vanta tra i soggetti la più alta espressione della scultura dall’arte classica a Michelangelo: il Fauno Barberini, il Laocoonte, il Torso del Belvedere, il Mosè, il David e la Nike di Samotracia; questi sono solo alcuni dei soggetti trasposti nel XXI  secolo, portatori di valori estetici, quelli che ognuno di noi conserva come certezza di un contenitore di storia e cultura, uno scrigno indissolubile nel tempo.
Le “colature” sulla tela di Chisesi rivelano l’identità dell’immagine, poiché la sua tecnica sperimentata 25 anni fa permette al colore bianco di accogliere l’immagine, creando un sodalizio tra luce ed ombra, in un frammentato ricordo della sua volumetria; l’immagine appare quasi impalpabile, una rievocazione di tempi perduti, di nuovi miti sacri, cosicché «le pietre della memoria» rimangono sospese come desideri mai sopiti.
L’acqua danza con la gravità, asseconda il colore bianco in un verticismo infinito, le linee scorrono sulla tela creando una fitta ritmica sul fondo scuro, Chisesi analizza la capacità dell’acqua di trasformare la pietra, di ritornare a lei come elisir di vita che mai si sottrae al suo dovere.
Nella lavorazione del marmo l’acqua è un elemento imprescindibile, come nella pittura dell’artista, tanto che d’Annunzio definisce l’acqua «sovrana», cioè vita stessa, che sfugge per sempre. L’acqua di fonte, l’acqua che bagna le tamerici, diventa quindi un tutt’uno con la natura stessa: le gocce lasciano il rigore e di trasformano in foglie, fiori o arabeschi che lui chiama  Matrem, le  preparazioni di Chisesi rivestono di dogmi le immagini donandogli una nuova visione, ricca di natura che con i suoi fiori - i “matrem” nome di un particolare fiore che cresce spontaneamente, - si fonde con la solidità della pietra.
I monoliti sono dipinti con organismi di luce,  concorrono all’affermazione che nella natura si racchiude la vera bellezza.
 

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