Paolo Gioli. Antologica/Analogica. L’opera filmica e fotografica (1969-2019)
Dal 05 Marzo 2021 al 09 Maggio 2021
Lecce
Luogo: Museo Castromediano, Lecce / Palazzo Tupputi, Bisceglie
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: Bruno Di Marino
Telefono per informazioni: +39 0832 373 572
E-Mail info: museocastromediano.lecce@regione.puglia.it
“Paolo Gioli: Antologica/Analogica”è il titolo di un progetto espositivo realizzato da Cineclub Canudograzie al sostegno dell’Italian Council (VIII edizione, 2020), programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Il progetto ha ottenuto, inoltre, il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Tutela e Sviluppo delle imprese culturali e del Turismo, del Teatro Pubblico Pugliese – Programmazione “Custodiamo la cultura in Puglia”, di Apulia Film Commission, del Polo biblio-museale di Lecce, della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce, del Comune di Bisceglie, dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino, del DAMS dell’Università del Salento, dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e di Fondazione Puglia.
Il progetto, a cura diBruno Di Marino, con la collaborazione di Rosario Scarpato e il coordinamento organizzativo di Antonio Muscie Daniela Di Niso, si compone di due esposizioni in Italia e una in Cina, nonché di una serie di altri eventi, tutti incentrati sull’opera filmica, fotografica e pittorica di Giolinel periodo 1969-2019.Le opere esposte provengono da un fondo che fa capo aPaolo Vampa, suo principale collezionista. «È stato per me motivo di grande soddisfazione», ha dichiarato l’ex ministro Massimo Bray, attuale assessore alla cultura della Regione Puglia, «leggere il nome del Cineclub Canudo di Bisceglie tra i vincitori del bando Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Credo che questo risultato sia un giusto e importante riconoscimento al valore di una realtà che, con passione e determinazione, ormai da venti anni, sostiene l’avanguardia dell’arte, ponendo attenzione a tutte le sue forme e linguaggi».
Il 5 marzo 2021, alle ore 17, il Museo Castromediano di Lecce, il più antico museo pubblico di Puglia, riapre al pubblico dopo l’interruzione per la pandemia da Covid-19, inaugurando la prima delle tre mostre, suddivisa nelle quattro sezioni Natura Corpo Volto Medium, che esporrà oltre cento opere di Gioli, quasi tutte polaroid, in alcuni casi trasferite su carta o seta serigrafica e alcuni film dell’artista. La mostra, che sarà visitabile tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 20, resterà allestita fino al 9 maggio 2021.
Dal 6 marzo 2021invece, sempre alle ore 17, la mostra continua nelle sale del Palazzo Tupputi di Bisceglie, dove sarà visibile su prenotazione, dal martedì alla domenicafino al 9 maggio 2021, con la sezione Schermi-schermi, in cui saranno esposte alcune tele serigrafiche, realizzate da Gioli a metà degli anni ’70, che dialogheranno con l’architettura rinascimentale del palazzo Tupputi e con gli affreschi delle sale del piano nobile.
La mostra, in una versione più ampia, sarà poi portata in Cina dal 26 giugno al 29 agosto 2021, alThree Shadows Photography Art Centerdi Beijing, che può vantare la presenza media di mezzo milione di visitatori l’anno nei suoi quasi duemila metri quadrati di spazio espositivo.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, conterrà saggi critici di esperti di fama internazionale, tra cui Cristina Baldacci, Jean-Michel Bouhours, Rinaldo Censi, Cristina Fiordimela, Freddy P. Grunert, Sandra Lischi, Marco Senaldi, Giulia Simi, oltre a una serie di altri apparati.
Pittore, fotografo e cineasta, Paolo Gioli(Rovigo, 1942) è uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi. Le copie in pellicola di alcuni suoi film e le sue opere pittoriche e fotografiche sono presenti nelle collezioni di musei internazionali, tra cui l’Art Institute of Chicago, il Museum of Modern Art di New York, il Centre Georges Pompidou e il MEP (Musée Européen de la Photographie) di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Sia le fotografie che i film di Gioli coprono un arco temporale di oltre 50 anni, dalla fine degli anni ’60 a oggi, documentando la ricchezza di una produzione multiforme che, pur nella grande varietà, mantiene una propria coerenza stilistica.
La sua estetica foto-filmica si ricollega alle origini dei due medium, ovvero a quella miriade di sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato. Una fase limbica, dunque, in bilico tra immagine fissa e in movimento, che l’artista riesce da sempre a far dialogare con risultati fertili e stimolanti. Ed è proprio per sottolineare questa natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, che si è deciso di inserire l’aggettivo “analogico” nel titolo della mostra.
Per Massimo Bray, assessore alla cultura della Regione Puglia, <>.
NaturaCorpoVoltoMedium, ovvero le quattro sezioni in cui è divisa la mostra del Museo Castromediano di Lecce– in stretta connessione con la collezione archeologica permanente, in continuità con un processo di confronto che ha visto il museo accogliere negli ultimi anni dialoghi con la contemporaneità, tanto che “L’antico è contemporaneo” è diventato il claim della nuova vita dell’istituzione museale –,presentano lavori fotografici di piccolo e grande formato, messi a confronto con alcuni film tematicamente ad essi collegati, installati in loopsu più monitor in modo che lo spettatore possa fare esperienza di quello sconfinamento tra tecniche, supporti e linguaggi.
La mostra, inoltre, è stata concepita secondo un percorso non-lineare proprio per potersi adattare meglio alla struttura architettonica concepita da Franco Minissi. Così i corpi, i busti, i torsi di Gioli, le sue nature morte (fiori e foglie), i suoi volti scomposti e ricomposti e le sue riflessioni sul dispositivo (gli omaggi ai maestri del XIX secolo come Marey, Cameron, Eakins e le litografie tratte dai suoi framesfilmici) creano un dialogo continuo con il contesto del Castromediano. In alcuni casi, come per la serie degli Etruschi realizzata negli anni ’80 e per le foto luminescenti che hanno come soggetto la statuaria greco-romana, è la stessa arte antica il soggetto scelto da Gioli per essere rielaborato all’interno del suo immaginario.
Nelle sale del cinquecentesco Palazzo Tupputi, invece, la sezione Schermi-Schermi propone una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall’artista a metà degli anni ’70, frutto di un trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni suoi film come Traumatografoo Immagini disturbate da un intenso parassita, a testimonianza di uno scambio alchemico di temi e di procedimenti. Nelle due sedi espositive sarà allestita anche una rassegna pressoché completa dei suoi film, anch’essi frutto di una sapiente ricerca e sperimentazione, in alcuni casi con procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini, ecc.
Il cinema di Paolo Gioli è già stato oggetto l’anno scorso di un primo importante omaggio a Barletta, con la rassegna Sonimage, svoltasi dal 27 al 29 agosto 2020nella Piazza d’armi delCastello e che ha visto protagonisti il videoartista Igor Imhoff e il compositore Gabriele Panico.
La rassegna rientra nel programma del festival di cinema sperimentale Avvistamenti, promosso dal Cineclub Canudoe diretto da Antonio Muscie Daniela Di Nisoe per quest’anno prevede, dal 5 al 7 marzo 2021, un’ulteriore tappa al Museo Castromediano di Lecce, dove in occasione dell’inaugurazione della mostra, il 5 marzo, il curatore, Bruno Di Marino, terrà alle ore 10un seminario sul cinema sperimentale di Paolo Gioli. Il 6 marzo, sempre alle 10, l’artista Michele Sambincondurrà un workshop sul rapporto tra cinema sperimentale, video e performance, mentre il 7 marzo, alle ore 19, sarà protagonista, insieme a Pierangela Allegroed Enzo Carpentieri, di una performance tra immagine, suono e parola, prodotta da TAM Teatromusica, il cui titolo è“Quando l’occhio trema”, ideata da Sambin e creata su nove film di Paolo Gioli. La performance ha origine dal desiderio di comporre in un unico spazio-tempo i film e i testi di Gioli, i suoni di diversi strumenti musicali e la voce recitante. Michele Sambin è un artista totale, che ha attraversato i diversi campi della creatività facendoli interagire tra loro: dalla pittura al disegno, dal cinema al video, dal teatro alla musica.La sua presenza a Lecce sarà anche l’occasione per il lancio del nuovo progetto del Cineclub Canudo, intitolato Arché/Téchne, vincitore della nona edizione del bando Italian Councildel MiBACT, che vedrà il Museo Castromedianoacquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma. Un’opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l’innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie.
La XIX edizione di Avvistamenti proseguirà con una retrospettiva completa sul cinema di Gioli e con la sezione Made in Italysul cinema sperimentale italiano, in programma dal 6 al 9 maggio 2021 al Palazzo Tupputi di Bisceglie.
Paolo Gioli nasce a Sarzano (Rovigo) il 12 ottobre 1942. Nel 1960 si stabilisce per qualche anno a Venezia dove frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1967 è a New York dove resterà solo un anno, ottiene una borsa di studio dalla John Cabot Foundation di Boston ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. In America scopre il New American Cinema. Rientrato in Italia alla scadenza del visto di soggiorno (che non gli viene rinnovato per l’atteggiamento più severo dell’US Immigration Office a seguito dell’uccisione di Luther King e di Bob Kennedy), nel 1970 si stabilisce a Roma dove entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente. È tra Rovigo e Roma che produce i suoi primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulle orme dei Lumière. Nel ’76 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con continuità alla fotografia. Ma è nel polaroid che Gioli troverà un mezzo sorprendentemente duttile con cui portare avanti la sua ricerca, anche travasando la materia su supporti diversi dalla pellicola, come la carta e la tela, apparentando così il polaroid alle arti belle. Ed è sin dai primi anni ’80 che Gioli riceve per la fotografia i primi riconoscimenti importanti con una personale all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (1981), al MNAM Centre Pompidou di Parigi (1983), ai Rencontres Internationales de la Photographiedi Arles dove sarà ospite più volte con una personale anche al Museo Réattu (1987) e l’onore della copertina del catalogo 1984 della fiera annuale di AIPAD l’Association of International Photography Art Dealers. Nel 2006 l’italiana RaroVideo ha pubblicato un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film. Nello stesso anno i film di Gioli vengono presentati per la prima volta a Views From The Avant-Garde, una sezione speciale del New York Film Festival dove Gioli è ormai una presenza costante. L’anno seguente Gioli è invitato come artist on focusalla 44 edizione dell’Hong Kong International Film Festival dove verrà poi chiamato ogni anno a presentare la sua ultima produzione. Nel 2008 una selezione di suoi film è presentata all’Ontario Cinémathèque a Toronto e, successivamente, a Wavelenght, la sezione speciale del Toronto International Film Festival dedicata all’avanguardia. A giugno 2009 il Festival di Pesaro gli tributa un omaggio con una rassegna completa dei suoi film mentre a dicembre dello stesso anno esce un volume monografico edito dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sul suo lavoro di film-maker. A Parigi, nell’Estate del 2010 la Cinémathèque francese presenta una vasta rassegna delle sue opere e viene pubblicato un triplice dvd con l’opera filmica completa (sia in Italia che negli Stati Uniti) sempre da Rarovideo. Nell’estate 2014 la rivista americana «Artforum» gli dedica un lungo articolo illustrato. Nel 2015 Gioli partecipa con una selezione di opere al Padiglione Italia della 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Tra le personali degli ultimi tre anni: Paolo Gioli. Cuerpos evocados por la noche a cura di Giuliano Sergio, Istituto Italiano di Cultura, Madrid, Febbraio 2017; Paolo Gioli, Anthropolaroid,a cura di Peter Benson Miller, American Academy, Rome, Ottobre 2018; Dialoghi - Joan Fontcuberta/Paolo Gioli, a cura di Joan Fontcuberta, Galleria del Cembalo, Roma, Ottobre 2019; Cronologie di Giacomo Daniele Fragapane, per le edizioni di Johan & Levi, 2020, un lungo saggio monografico sull’autore; Impressions sauvagesa cura di Philippe Dubois e Antonio Somaini, edito nel 2020 da Les presses du réel, contiene numerosi saggi di studiosi sui vari aspetti del lavoro di Gioli, alcuni suoi testi e le schede di tutte le sue opere, oltre ad un apparato iconografico ricchissimo. L’artista vive e lavora a Lendinara (RO).
In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, gli eventi si svolgono nel rispetto di alcune semplici regole: si accede con prenotazione,muniti di mascherina e mantenendo ladistanza di sicurezza. L’evento inaugurale, i due seminari e la performance “Quando l’occhio trema”, in programma dal 5 al 7 marzo, saranno trasmessi in streamingsui canali social del Cineclub Canudo, del Museo Castromedianoe del Palazzo Tupputi. Tutti gli eventi in programma sono gratuiti, ma l’ingresso sarà contingentato fino a un massimo di 50 visitatori per il Museo Castromediano e 20 per il Palazzo Tupputi, dando precedenza a chi avrà effettuato la prenotazione.
Opening: 5 marzo, ore 17
ingresso libero su prenotazione
Il progetto ha ottenuto, inoltre, il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, Tutela e Sviluppo delle imprese culturali e del Turismo, del Teatro Pubblico Pugliese – Programmazione “Custodiamo la cultura in Puglia”, di Apulia Film Commission, del Polo biblio-museale di Lecce, della Provincia di Lecce, del Comune di Lecce, del Comune di Bisceglie, dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino, del DAMS dell’Università del Salento, dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e di Fondazione Puglia.
Il progetto, a cura diBruno Di Marino, con la collaborazione di Rosario Scarpato e il coordinamento organizzativo di Antonio Muscie Daniela Di Niso, si compone di due esposizioni in Italia e una in Cina, nonché di una serie di altri eventi, tutti incentrati sull’opera filmica, fotografica e pittorica di Giolinel periodo 1969-2019.Le opere esposte provengono da un fondo che fa capo aPaolo Vampa, suo principale collezionista. «È stato per me motivo di grande soddisfazione», ha dichiarato l’ex ministro Massimo Bray, attuale assessore alla cultura della Regione Puglia, «leggere il nome del Cineclub Canudo di Bisceglie tra i vincitori del bando Italian Council, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Credo che questo risultato sia un giusto e importante riconoscimento al valore di una realtà che, con passione e determinazione, ormai da venti anni, sostiene l’avanguardia dell’arte, ponendo attenzione a tutte le sue forme e linguaggi».
Il 5 marzo 2021, alle ore 17, il Museo Castromediano di Lecce, il più antico museo pubblico di Puglia, riapre al pubblico dopo l’interruzione per la pandemia da Covid-19, inaugurando la prima delle tre mostre, suddivisa nelle quattro sezioni Natura Corpo Volto Medium, che esporrà oltre cento opere di Gioli, quasi tutte polaroid, in alcuni casi trasferite su carta o seta serigrafica e alcuni film dell’artista. La mostra, che sarà visitabile tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 20, resterà allestita fino al 9 maggio 2021.
Dal 6 marzo 2021invece, sempre alle ore 17, la mostra continua nelle sale del Palazzo Tupputi di Bisceglie, dove sarà visibile su prenotazione, dal martedì alla domenicafino al 9 maggio 2021, con la sezione Schermi-schermi, in cui saranno esposte alcune tele serigrafiche, realizzate da Gioli a metà degli anni ’70, che dialogheranno con l’architettura rinascimentale del palazzo Tupputi e con gli affreschi delle sale del piano nobile.
La mostra, in una versione più ampia, sarà poi portata in Cina dal 26 giugno al 29 agosto 2021, alThree Shadows Photography Art Centerdi Beijing, che può vantare la presenza media di mezzo milione di visitatori l’anno nei suoi quasi duemila metri quadrati di spazio espositivo.
Il catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale, conterrà saggi critici di esperti di fama internazionale, tra cui Cristina Baldacci, Jean-Michel Bouhours, Rinaldo Censi, Cristina Fiordimela, Freddy P. Grunert, Sandra Lischi, Marco Senaldi, Giulia Simi, oltre a una serie di altri apparati.
Pittore, fotografo e cineasta, Paolo Gioli(Rovigo, 1942) è uno degli artisti italiani più significativi degli ultimi decenni, soprattutto per la sua capacità di sperimentare in più campi, anche attraverso l’innovazione e la rielaborazione di dispositivi. Le copie in pellicola di alcuni suoi film e le sue opere pittoriche e fotografiche sono presenti nelle collezioni di musei internazionali, tra cui l’Art Institute of Chicago, il Museum of Modern Art di New York, il Centre Georges Pompidou e il MEP (Musée Européen de la Photographie) di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e L’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma. Sia le fotografie che i film di Gioli coprono un arco temporale di oltre 50 anni, dalla fine degli anni ’60 a oggi, documentando la ricchezza di una produzione multiforme che, pur nella grande varietà, mantiene una propria coerenza stilistica.
La sua estetica foto-filmica si ricollega alle origini dei due medium, ovvero a quella miriade di sperimentazioni avvenute nel XIX secolo, quando la fotografia era ancora in via di sviluppo e il cinematografo doveva essere ancora inventato. Una fase limbica, dunque, in bilico tra immagine fissa e in movimento, che l’artista riesce da sempre a far dialogare con risultati fertili e stimolanti. Ed è proprio per sottolineare questa natura fortemente artigianale, da archeologo dei media, che si è deciso di inserire l’aggettivo “analogico” nel titolo della mostra.
Per Massimo Bray, assessore alla cultura della Regione Puglia, <>.
NaturaCorpoVoltoMedium, ovvero le quattro sezioni in cui è divisa la mostra del Museo Castromediano di Lecce– in stretta connessione con la collezione archeologica permanente, in continuità con un processo di confronto che ha visto il museo accogliere negli ultimi anni dialoghi con la contemporaneità, tanto che “L’antico è contemporaneo” è diventato il claim della nuova vita dell’istituzione museale –,presentano lavori fotografici di piccolo e grande formato, messi a confronto con alcuni film tematicamente ad essi collegati, installati in loopsu più monitor in modo che lo spettatore possa fare esperienza di quello sconfinamento tra tecniche, supporti e linguaggi.
La mostra, inoltre, è stata concepita secondo un percorso non-lineare proprio per potersi adattare meglio alla struttura architettonica concepita da Franco Minissi. Così i corpi, i busti, i torsi di Gioli, le sue nature morte (fiori e foglie), i suoi volti scomposti e ricomposti e le sue riflessioni sul dispositivo (gli omaggi ai maestri del XIX secolo come Marey, Cameron, Eakins e le litografie tratte dai suoi framesfilmici) creano un dialogo continuo con il contesto del Castromediano. In alcuni casi, come per la serie degli Etruschi realizzata negli anni ’80 e per le foto luminescenti che hanno come soggetto la statuaria greco-romana, è la stessa arte antica il soggetto scelto da Gioli per essere rielaborato all’interno del suo immaginario.
Nelle sale del cinquecentesco Palazzo Tupputi, invece, la sezione Schermi-Schermi propone una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall’artista a metà degli anni ’70, frutto di un trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni suoi film come Traumatografoo Immagini disturbate da un intenso parassita, a testimonianza di uno scambio alchemico di temi e di procedimenti. Nelle due sedi espositive sarà allestita anche una rassegna pressoché completa dei suoi film, anch’essi frutto di una sapiente ricerca e sperimentazione, in alcuni casi con procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini, ecc.
Il cinema di Paolo Gioli è già stato oggetto l’anno scorso di un primo importante omaggio a Barletta, con la rassegna Sonimage, svoltasi dal 27 al 29 agosto 2020nella Piazza d’armi delCastello e che ha visto protagonisti il videoartista Igor Imhoff e il compositore Gabriele Panico.
La rassegna rientra nel programma del festival di cinema sperimentale Avvistamenti, promosso dal Cineclub Canudoe diretto da Antonio Muscie Daniela Di Nisoe per quest’anno prevede, dal 5 al 7 marzo 2021, un’ulteriore tappa al Museo Castromediano di Lecce, dove in occasione dell’inaugurazione della mostra, il 5 marzo, il curatore, Bruno Di Marino, terrà alle ore 10un seminario sul cinema sperimentale di Paolo Gioli. Il 6 marzo, sempre alle 10, l’artista Michele Sambincondurrà un workshop sul rapporto tra cinema sperimentale, video e performance, mentre il 7 marzo, alle ore 19, sarà protagonista, insieme a Pierangela Allegroed Enzo Carpentieri, di una performance tra immagine, suono e parola, prodotta da TAM Teatromusica, il cui titolo è“Quando l’occhio trema”, ideata da Sambin e creata su nove film di Paolo Gioli. La performance ha origine dal desiderio di comporre in un unico spazio-tempo i film e i testi di Gioli, i suoni di diversi strumenti musicali e la voce recitante. Michele Sambin è un artista totale, che ha attraversato i diversi campi della creatività facendoli interagire tra loro: dalla pittura al disegno, dal cinema al video, dal teatro alla musica.La sua presenza a Lecce sarà anche l’occasione per il lancio del nuovo progetto del Cineclub Canudo, intitolato Arché/Téchne, vincitore della nona edizione del bando Italian Councildel MiBACT, che vedrà il Museo Castromedianoacquisire una sua importante opera del 1978, Il tempo consuma. Un’opera estremamente significativa nella storia della performing art, proprio per l’innovazione apportata da Sambin al linguaggio artistico della performance, per effetto del suo sapiente utilizzo creativo delle nuove tecnologie.
La XIX edizione di Avvistamenti proseguirà con una retrospettiva completa sul cinema di Gioli e con la sezione Made in Italysul cinema sperimentale italiano, in programma dal 6 al 9 maggio 2021 al Palazzo Tupputi di Bisceglie.
Paolo Gioli nasce a Sarzano (Rovigo) il 12 ottobre 1942. Nel 1960 si stabilisce per qualche anno a Venezia dove frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1967 è a New York dove resterà solo un anno, ottiene una borsa di studio dalla John Cabot Foundation di Boston ed entra in contatto con i galleristi Leo Castelli e Martha Jackson. In America scopre il New American Cinema. Rientrato in Italia alla scadenza del visto di soggiorno (che non gli viene rinnovato per l’atteggiamento più severo dell’US Immigration Office a seguito dell’uccisione di Luther King e di Bob Kennedy), nel 1970 si stabilisce a Roma dove entra in rapporto con la Cooperativa Cinema Indipendente. È tra Rovigo e Roma che produce i suoi primi film che sviluppa da se stesso usando la cinecamera come un laboratorio sulle orme dei Lumière. Nel ’76 si trasferisce a Milano dove, oltre al cinema, si dedica con continuità alla fotografia. Ma è nel polaroid che Gioli troverà un mezzo sorprendentemente duttile con cui portare avanti la sua ricerca, anche travasando la materia su supporti diversi dalla pellicola, come la carta e la tela, apparentando così il polaroid alle arti belle. Ed è sin dai primi anni ’80 che Gioli riceve per la fotografia i primi riconoscimenti importanti con una personale all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (1981), al MNAM Centre Pompidou di Parigi (1983), ai Rencontres Internationales de la Photographiedi Arles dove sarà ospite più volte con una personale anche al Museo Réattu (1987) e l’onore della copertina del catalogo 1984 della fiera annuale di AIPAD l’Association of International Photography Art Dealers. Nel 2006 l’italiana RaroVideo ha pubblicato un doppio dvd con una selezione di quattordici suoi film. Nello stesso anno i film di Gioli vengono presentati per la prima volta a Views From The Avant-Garde, una sezione speciale del New York Film Festival dove Gioli è ormai una presenza costante. L’anno seguente Gioli è invitato come artist on focusalla 44 edizione dell’Hong Kong International Film Festival dove verrà poi chiamato ogni anno a presentare la sua ultima produzione. Nel 2008 una selezione di suoi film è presentata all’Ontario Cinémathèque a Toronto e, successivamente, a Wavelenght, la sezione speciale del Toronto International Film Festival dedicata all’avanguardia. A giugno 2009 il Festival di Pesaro gli tributa un omaggio con una rassegna completa dei suoi film mentre a dicembre dello stesso anno esce un volume monografico edito dal CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma sul suo lavoro di film-maker. A Parigi, nell’Estate del 2010 la Cinémathèque francese presenta una vasta rassegna delle sue opere e viene pubblicato un triplice dvd con l’opera filmica completa (sia in Italia che negli Stati Uniti) sempre da Rarovideo. Nell’estate 2014 la rivista americana «Artforum» gli dedica un lungo articolo illustrato. Nel 2015 Gioli partecipa con una selezione di opere al Padiglione Italia della 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Tra le personali degli ultimi tre anni: Paolo Gioli. Cuerpos evocados por la noche a cura di Giuliano Sergio, Istituto Italiano di Cultura, Madrid, Febbraio 2017; Paolo Gioli, Anthropolaroid,a cura di Peter Benson Miller, American Academy, Rome, Ottobre 2018; Dialoghi - Joan Fontcuberta/Paolo Gioli, a cura di Joan Fontcuberta, Galleria del Cembalo, Roma, Ottobre 2019; Cronologie di Giacomo Daniele Fragapane, per le edizioni di Johan & Levi, 2020, un lungo saggio monografico sull’autore; Impressions sauvagesa cura di Philippe Dubois e Antonio Somaini, edito nel 2020 da Les presses du réel, contiene numerosi saggi di studiosi sui vari aspetti del lavoro di Gioli, alcuni suoi testi e le schede di tutte le sue opere, oltre ad un apparato iconografico ricchissimo. L’artista vive e lavora a Lendinara (RO).
In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, gli eventi si svolgono nel rispetto di alcune semplici regole: si accede con prenotazione,muniti di mascherina e mantenendo ladistanza di sicurezza. L’evento inaugurale, i due seminari e la performance “Quando l’occhio trema”, in programma dal 5 al 7 marzo, saranno trasmessi in streamingsui canali social del Cineclub Canudo, del Museo Castromedianoe del Palazzo Tupputi. Tutti gli eventi in programma sono gratuiti, ma l’ingresso sarà contingentato fino a un massimo di 50 visitatori per il Museo Castromediano e 20 per il Palazzo Tupputi, dando precedenza a chi avrà effettuato la prenotazione.
Opening: 5 marzo, ore 17
ingresso libero su prenotazione
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