Leone Lasio. Lo spazio del respiro

Leone Lasio. Lo spazio del respiro
Dal 10 Dicembre 2016 al 23 Dicembre 2016
Genova
Luogo: Satura art gallery
Indirizzo: piazza Stella 5/1
Orari: da martedì a sabato 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.satura.it
S’inaugura sabato 10 dicembre 2016 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra personale “Lo spazio del respiro” di Leone Lasio a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino al 23 dicembre 2016 con orario 15:00 – 19:00 dal martedì al sabato.
Le opere di Leone Lasio hanno qualcosa di magico che le avvicina alle illustrazioni delle fiabe russe di Puskin o alle immagini di Nicola Pankoff. Sono viaggi onirici impreziositi da richiami geometrico / ornamentali, come un quadro di Klimt, e nel gusto compositivo si riscontrano alcune analogie con lo stile simbolista, a loro volta riprese dalle stampe giapponesi. Come un buon libro fantasy non si riesce a distinguere il reale target cui è destinato questo lavoro e, l’impressione è rafforzata dai colori pastello delle scene. È un modo personale di vedere la Natura.
L’albero è un elemento predominante come simbolo di unione tra Cielo e Terra, ecco le due fonti d’ispirazione primarie: il cielo, con le sue nuvole in movimento, e la terra, con le cascate, le acque e la vegetazione. E poi gli uccelli, indiscutibile sinonimo di libertà (“Free as a bird” cantavano i Beatles) ma anche di fantasia; e la fantasia di certo non manca al nostro artista, nel senso più nobile del termine, quella fantasia che ti permette di immaginare mondi e di riprodurli a beneficio del pubblico.
Tutto dà l’idea di trasparenza e innocenza. Vengono in mente le atmosfere romantiche tipiche della letteratura fiabesca e, sembra di trovarsi in una dimensione sospesa in attesa che si materializzi una presenza magica. Ma c’è qualcosa di più: la volontà di una rappresentazione cosmica, testimoniata dalle piante ma anche dall’incontro con il divino, come in un grande mural su scala ridotta. La raffigurazione umana si limita a pochi casi, sempre attenti a un’impostazione classica, formale del lavoro, a sottolineare la compenetrazione univoca tra individuo e ambiente. La raffinatezza è data dalla scelta delle tinte che gioca con il paesaggio celando e rivelando alcuni particolari. (Testo critico a cura di Elena Colombo)
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