Carlo Rognoni. Blowing Art: il soffio della vita sottomarina
Dal 25 Novembre 2015 al 20 Dicembre 2015
Genova
Luogo: Galata Museo del Mare
Indirizzo: Calata dei Mari 1
Orari: da martedì a venerdì 10 - 18.30; sabato, domenica e festivi 10 - 19.30
Costo del biglietto: € 12
Telefono per informazioni: +39 010 2345655
E-Mail info: info@galatamuseodelmare.it
Sito ufficiale: http://www.galatamuseodelmare.it/
30 quadri: colori a olio, acrilici, inchiostri di china, fotomontaggi, interventi su fotografie su tela, smalti
“Per scappare dal giornalismo e dalla politica ho scelto di giocare con i colori e con le forme”: così spiega Carlo Rognoni, ex direttore di giornali (Panorama, Epoca, Il Secolo XIX), ex parlamentare (prima al Senato, vicepresidente per due legislatura, poi alla Camera), ex consigliere Rai.
E i soggetti prescelti? I pesci, ma anche i fondali marini, i sassi e le onde del mare. Ma perché soprattutto i pesci? Perché non parlano, non polemizzano, non urlano … non partecipano a talk show. E alcune specie rischiano di scomparire.
Dopo la prima mostra a Camogli, in occasione del Festival della Comunicazione, i tanti colori e le più svariate forme dei quadri di Rognoni, trovano ospitalità al Galata, uno degli ambienti più belli, più suggestivi e rappresentativi della cultura del mondo del mare.
Blowing art, perché la vita è nata dal mare e si è diffusa sulla Terra anche grazie al soffio del vento.
“Araldica dei veri alieni in profondità. Nel suo atelier sulle colline umbre va formandosi una barriera corallina che già tracima tra le gallerie d’arte e collezioni connesse. Per Carlo Rognoni la pittura è uno dei quattro elementi della natura. Nei suoi quadri, dunque, c’è l’acqua, c’è l’ossigeno per le branchie, c’è una terra da qualche parte su cui portare ancora e sempre la vita, come da tre miliardi di anni – manca il fuoco, vivaddio! Là sotto niente grigliate, quegli alieni si mangiano tra loro come noi terrestri. L’arte di Carlo Rognoni implica allora, nell’ordine: che la sua pittura è spazialista come lo fu quella di Fontana, se non che Rognoni la rivolge alle creature degli spazi profondi più vicini a noi e meno conosciuti; che le reti bucate e tagliate di Fontana sono state liberatorie a tal punto da consentire a Rognoni di frequentare come un pesce nell’acqua i soli alieni che là vediamo; e che l’atelier di Rognoni si erge su alture che anticamente erano fondali marini e lo ricordano ancora. A me piace in particolare lo stil novo Molière con cui il nostro pittore riesce a mettere in posa gli alieni di passaggio. Non deve essere facile per questi attori-nauti arrestarsi e posare di grazia in attesa di ricevere la più bella delle livree – che costumi, che ruoli, che teatro serio! Quasi fosse Nettuno, Rognoni li ama, i suoi pesci. Che abboccano solo alla fiamma dei colori”.
Tommaso Trini, docente di storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano
“I tuoi lavori sui pesci sono allegri, scherzosi, colorati, appaiono come inconsapevoli totem sospesi nella loro attonita natura. Manca loro forse solo la possibilità di una fulminante battuta sulla nostra specie. Ma no, a pensarci su è meglio che proseguano così, a parlare con il loro ittico linguaggio per noi incomprensibile. Meglio che continuino a guardarci di sbieco e a scivolare via da noi molto rapidamente appena possono”. Cesare Viel, artista e docente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
Inaugurazione, mercoledì dal 25 novembre ore 18.
“Per scappare dal giornalismo e dalla politica ho scelto di giocare con i colori e con le forme”: così spiega Carlo Rognoni, ex direttore di giornali (Panorama, Epoca, Il Secolo XIX), ex parlamentare (prima al Senato, vicepresidente per due legislatura, poi alla Camera), ex consigliere Rai.
E i soggetti prescelti? I pesci, ma anche i fondali marini, i sassi e le onde del mare. Ma perché soprattutto i pesci? Perché non parlano, non polemizzano, non urlano … non partecipano a talk show. E alcune specie rischiano di scomparire.
Dopo la prima mostra a Camogli, in occasione del Festival della Comunicazione, i tanti colori e le più svariate forme dei quadri di Rognoni, trovano ospitalità al Galata, uno degli ambienti più belli, più suggestivi e rappresentativi della cultura del mondo del mare.
Blowing art, perché la vita è nata dal mare e si è diffusa sulla Terra anche grazie al soffio del vento.
“Araldica dei veri alieni in profondità. Nel suo atelier sulle colline umbre va formandosi una barriera corallina che già tracima tra le gallerie d’arte e collezioni connesse. Per Carlo Rognoni la pittura è uno dei quattro elementi della natura. Nei suoi quadri, dunque, c’è l’acqua, c’è l’ossigeno per le branchie, c’è una terra da qualche parte su cui portare ancora e sempre la vita, come da tre miliardi di anni – manca il fuoco, vivaddio! Là sotto niente grigliate, quegli alieni si mangiano tra loro come noi terrestri. L’arte di Carlo Rognoni implica allora, nell’ordine: che la sua pittura è spazialista come lo fu quella di Fontana, se non che Rognoni la rivolge alle creature degli spazi profondi più vicini a noi e meno conosciuti; che le reti bucate e tagliate di Fontana sono state liberatorie a tal punto da consentire a Rognoni di frequentare come un pesce nell’acqua i soli alieni che là vediamo; e che l’atelier di Rognoni si erge su alture che anticamente erano fondali marini e lo ricordano ancora. A me piace in particolare lo stil novo Molière con cui il nostro pittore riesce a mettere in posa gli alieni di passaggio. Non deve essere facile per questi attori-nauti arrestarsi e posare di grazia in attesa di ricevere la più bella delle livree – che costumi, che ruoli, che teatro serio! Quasi fosse Nettuno, Rognoni li ama, i suoi pesci. Che abboccano solo alla fiamma dei colori”.
Tommaso Trini, docente di storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano
“I tuoi lavori sui pesci sono allegri, scherzosi, colorati, appaiono come inconsapevoli totem sospesi nella loro attonita natura. Manca loro forse solo la possibilità di una fulminante battuta sulla nostra specie. Ma no, a pensarci su è meglio che proseguano così, a parlare con il loro ittico linguaggio per noi incomprensibile. Meglio che continuino a guardarci di sbieco e a scivolare via da noi molto rapidamente appena possono”. Cesare Viel, artista e docente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova
Inaugurazione, mercoledì dal 25 novembre ore 18.
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