Alice Voglino. Punti di vista

© Alice Voglino
Dal 12 Novembre 2016 al 23 Novembre 2016
Genova
Luogo: Satura art gallery
Indirizzo: piazza Stella 5/1
Orari: 15-19
Curatori: Elena Colombo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 010.24.68.284
E-Mail info: info@satura.it
Sito ufficiale: http://www.satura.it/
Se si considera il concetto di “energia” legato all'arte, viene in mente la connessione dell'Uomo / Artista con la Natura, nel senso di primordio che, in Alice Voglino, assume un aspetto costitutivo, calligrafico. Gli elementi si riconoscono in forme naïf estremamente semplificate che giocano sulla sponda di un Espressionismo lirico che trova in Sam Francis il suo modello e nell'astrattismo paesaggistico di Arthur Beecher Carles il suo punto d'arrivo. Eppure, Voglino si ferma prima, a uno stadio in cui il grado di entropia rende ancora riconoscibili le forme con disarmante ingenuità infantile. Come in un rimpiattino che ha echi di cinematografia orientale, si passa dalla primavera all'estate; dall'autunno all'inverno e viceversa. In questo rincorrersi concorrono i colori, che seguono l'andamento dell’urgenza espressiva. Una nuova forma di arte tessile tende a creare mappe in rilievo con una sorta di propensione materica e satellitare. Lo spettatore è legato a un territorio ed è invitato a decifrarne i codici cromatici, i rilievi e gli abissi. La topografia diventa fantasmagoria di spazi che, più che descrivere confini, traccia la ripetizione infinita di una porzione non-geometrica. Si ha l'impressione di avere in mano una bacchetta da rabdomante e di scoprire poco a poco delle polle d'acqua. In questo senso si muovono le linee fra cielo e terra e i paesaggi marini di Naomi Renouf. Qui l'unica frontiera è data dal mutare dei ciottoli tra le onde. È dunque nello stesso modo, zoomando in maniera microscopica, che si frammentano persino le idee e si giunge a percepire la sostanza essenziale di una composizione fatta di intrecci prescientifici: l'Io scende a livelli ancestrali e immagina microcosmi cellulari auto-definiti. È una musica confusa e, solo laddove l'intenzione si fa più netta, la melodia è chiaramente udibile in una sequenza di passaggi semantici che ricollegano questi lavori alla “Chitarra” di Gustave Singier. In entrambi i casi, colpisce la vitalità esuberante delle tinte che si toccano, accendendosi e a volte confondendosi in nebulose di significato in cui il sistema di punti costituisce un'importante sottotraccia prelogica.
Vernissage: 12 novembre 2016 h 17
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