Ytalia. Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso
Dal 02 Giugno 2017 al 01 Ottobre 2017
Firenze
Luogo: Forte di Belvedere e altre sedi
Indirizzo: via di S. Leonardo 1
Enti promotori:
- Comune di Firenze
- In collaborazione con Gallerie degli Uffizi
- Opera di Santa Croce
- Museo Marino Marini
L’Italia è una repubblica fondata sull’arte e la bellezza; si potrebbe perfino affermare che è una repubblica fondata e rifondata dagli artisti. In Assisi, in una delle volte della Basilica Superiore, Cimabue ha scritto Ytalia a margine di una rappresentazione di città, sicuramente Roma, nella quale si riconoscono alcuni edifici: Castel Santangelo, forse San Pietro o San Giovanni in Laterano, il Pantheon, il Palazzo Senatorio e la torre dei Conti. La città eterna, vista dall’alto e racchiusa entro la cerchia di mura, rappresenta per quell’artista una primissima affermazione dell’esistenza della civiltà italiana, a cui guardare, di cui sentirsi parte e farsi promotore. Con quella segnaletica, Cimabue sancisce che i confini nazionali -siamo tra il 1280 e il 1290- sono prima artistici che politici, e che l’identità nazionale è fatta di cultura classica e umanistica, di bellezza pagana e spiritualità cristiana. In fondo poco è cambiato nel corso dei secoli. L’Italia è ancora oggi il paese dell’arte e della bellezza. Così è stato dal Trecento al Seicento, secoli di massimo splendore, e fino al Novecento. In tal senso, all’interno della comunità artistica internazionale, l’arte italiana - da Giotto a Piero della Francesca, da Michelangelo a Caravaggio, e da questi fino ai Futuristi e oltre – ha fatto scuola, è stata di modello per il mondo intero, perché nei nostri manufatti artistici si è potuto apprezzare il perfetto equilibrio di classicità e anticlassicità, di eclettismo e purismo, d’invenzione e citazione, d’immanenza e trascendenza. Una mostra, che offra al pubblico nazionale e internazionale, l'opportunità di confrontarsi con le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani del nostro tempo è sempre un fatto importante, anche per le discussioni che suscita, oltre che per le emozioni e le riflessioni che rigenera.
Partendo dalla citazione medievale di Cimabue, e in concomitanza con lo svolgimento della 57° Biennale di Venezia, periodo di massima attenzione intorno al contemporaneo nel nostro paese, la città di Firenze ospita - dal 2 giungo al 1 ottobre - Ytalia, una imponente mostra collettiva sull’arte italiana contemporanea ideata e curata da Sergio Risaliti. Il progetto espositivo - promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e - nasce in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, l’Opera di Santa Croce e il Museo Marino Marini. Per Dario Nardella, Sindaco di Firenze : "La mostra Ytalia è una nuova grande sfida per Firenze: con le opere di dodici tra i maggiori artisti del nostro tempo facciamo vivere ancora il Forte Belvedere per un’altra stagione di arte contemporanea, ma soprattutto mettiamo in rete – insieme al Forte – 8 spazi straordinari tra musei, giardini e luoghi dell’architettura civile e religiosa dove il passato convive con il contemporaneo per un’esperienza unica che coinvolgerà fiorentini e turisti. In un’epoca in cui i valori dell’identità nazionale sono messi in discussione dalle nuove dinamiche globali, vogliamo celebrare il fatto che l’Italia vanta da secoli un ruolo esemplare nell’evoluzione artistica mondiale. Il primo G7 Cultura della storia, non a caso, si è appena svolto a Firenze ed è stato dedicato alla conservazione e tutela del patrimonio culturale. Ma Firenze non è solo culla del Rinascimento e rivendica ancora una volta di essere città aperta alla storicizzazione e sperimentazione del contemporaneo".
Dopo le grandi retrospettive monografiche di Giuseppe Penone, Antony Gormley e Jan Fabre, l’esposizione avrà il suo fulcro nella superba cornice di Forte di Belvedere, ormai palcoscenico dell’arte internazionale, e accoglierà le opere di dodici artisti che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e che sono stati, in molti casi, protagonisti assoluti - se non pionieri - del contemporaneo, e le cui opere sono esposte e collezionate nei grandi musei del mondo: Mario Merz (1925-2003), Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Alighiero Boetti (1940-1994), Giulio Paolini (1940), Gino De Dominicis (1947-1998), Remo Salvadori (1947), Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi ( 1955). Una costellazione che include nei suoi ampi confini tre generazioni artistiche, dalle neo-avanguardie al post-moderno e oltre. L’esposizione inoltre, per marcare il rapporto delle opere con il tempo presente, la storia passata, gli ambienti e i manufatti più antichi, avrà delle appendici nei più importanti edifici pubblici e museali della città: Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi, Santa Croce e il Museo Marino Marini, il Giardino di Boboli e il Museo Novecento.
“E’ un grande piacere continuare la collaborazione con il Comune di Firenze per offrire alla città e al mondo esposizioni di importanza internazionale come la mostra Ytalia che vede riuniti, per la prima volta, in molti luoghi della città, i più importanti artisti italiani dagli anni Sessanta a oggi. In occasione dell’esposizione saranno installate, in alcuni dei più rinomati ambienti delle Gallerie degli Uffizi e del Giardino di Boboli, opere di Mario Merz, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Mimmo Paladino e Domenico Bianchi che dialogheranno con i grandi maestri del passato. Con lo stesso obiettivo il Giardino di Boboli ospiterà questa estate una grande monografica dedicata al maestro contemporaneo Helidon Xhixha” afferma Eike Schmidt, Direttore Gallerie degli Uffizi. Entusiasmo espresso anche da parte della presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi : "Con Ytalia a Santa Croce, l'arte 'alla maniera d'oggi' - come Vasari chiamava l'arte contemporanea nel suo tempo - torna a dialogare con i simboli architettonici artistici e spirituali di un passato che trasforma il ricordo in memoria e si fa testimonianza viva dei valori universali nel solco della storia" e da Patrizia Asproni, presidente del Museo Marino Marini: “È un segno importante la partecipazione del Museo Marino Marini di Firenz e alla mostra Ytalia. Un dialogo fra antico e contemporaneo che intende creare una connessione innovativa fra istituzioni cittadine, in una semplice complessità che rende percepibili eventi ed evoluzioni che diversamente sfuggirebbero, e che culminano , nel loro insieme, in uno "sbilanciamento" della fruizione. Un time-lapse della produzione artistica italiana che trova nella sede del Marini una sua dimensione "olistica" , rafforzata dalla stratificazione naturale di un museo che è stato, ed è ancora, chiesa, fabbrica, rifugio, comunità”.
Circa un centinaio di opere, esposte in alcuni dei luoghi simbolo del nostro patrimonio, luoghi conosciuti, frequentati e ammirati ogni giorno da migliaia di persone di nazionalità diversa. L’idea di base è quella di dare vita a un vero e proprio museo del contemporaneo diffuso nel centro storico della città tra interno ed esterno, tra medioevo e rinascimento, tra musei e giardini, cappelle funerarie e spazi della vita politica, gallerie e studioli, chiostri e cripte, per dare continuità nella dialettica di forme e concetti alla comune koinè figurativa, quella che si è affermata entro i confini italiani nel corso di molti secoli. Firenze, in questo caso, rafforza con Ytalia la sua immagine di città della contemporaneità dell’arte che assieme agli artisti riflette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciati culturali del passato, sulla società attuale, sulla permanenza dei miti e delle favole, sui comuni archetipi e le differenti tradizioni iconografiche, sullo scambio tra artigianato e arte, tra le arti e le scienze, tra scienza sacra e antropologia. Tre parole chiave – energia, pensiero, bellezza - fungono da orientamento nella ricerca dei comuni valori formali, tra assonanze e differenze concettuali, tecniche e dei materiali linguistici ed extra-linguistici. Elemento saliente è la convinzione che ognuno di questi artisti operi in una tensione di finito e infinito, con la convinzione di unire terra e cielo, dimensione antropologica e metafisica, vita e morte, conscio e inconscio, e che ogni momento o livello del processo immaginativo e creativo sia connesso nella forma, e in essa tutto si risolva compiutamente, attraverso una complessa dialettica di energia e pensiero, di mente e corporeità, di percezione terrena e intuizione trascendentale. Tensione e dialettica che si placa, però, e si sigilla in quell’irriproducibile risultato che è la bellezza formale compiuta, dove “tutto è connesso”, materia e spirito, visibile e invisibile. Bellezza che tutto dice e spiega, convoca ed evoca; bellezza come orizzonte di partenza e di approdo, dentro e fuori del tempo storico e della cronaca.
A Forte di Belvedere, su uno dei bastioni affacciato sulla città, il pubblico scoprirà Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, eccezionalmente prestato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, dove l’opera è conservata ormai da alcuni anni. Si tratta di uno scheletro di dimensioni monumentali (24 metri circa), che, allineato idealmente con la cupola di Santa Maria del Fiore, proietta immediatamente ogni umana considerazione e percezione nei confini infiniti della natura cosmica e dello spirito divino, dell’eternità e dell’immortalità. Immagine di un tempo ancora più remoto di ogni nostro passato, già in connessione con un futuro avvenire, a cui gli artisti di Ytalia guardano ripartendo dalle esperienze del nostro passato, tra umanesimo, rinascimento e moderno.
In occasione di Ytalia, è stato chiesto ad alcuni artisti di realizzare opere site-specific, che andranno a dialogare con il contesto che le ospita, come nel caso di Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Remo Salvadori, Mimmo Paladino, Marco Bagnoli, Nunzio, Domenico Bianchi. In altri casi saranno presentati degli allestimenti inediti mostrando opere già storicizzate in ambienti di straordinaria evidenza storico-artistica, come nel caso di Senza titolo di Jannis Kounellis, opera esposta a Palazzo Vecchio, nella sala dei Gigli, a poca distanza della Giuditta e Oloferne di Donatello; di Spirato di Luciano Fabro e di Particolare di Giovanni Anselmo installate eccezionalmente a Santa Croce nella Cappella Pazzi progettata da Brunelleschi; di Elegia di Giulio Paolini posizionata nella Sala di Venere della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, in dialogo con il capolavoro marmoreo “ la Venere Italica” di Antonio Canova; di ben sei Kilim (Da uno a mille e viceversa) e due Mappedi Alighiero Boetti nella Sala delle Nicchie in Palazzo Pitti; del monumentale dipinto Giganti boscaioli e di Verso lo Zenith di Mario Merz in Galleria d’Arte Moderna sempre a Palazzo Pitti; di Deriva di Mimmo Paladino, adagiata sullo specchio d’acqua della Fontana di Nettuno nel Giardino di Boboli e di Canto geometrico, sempre di Paladino, in stretto dialogo con l’architettura di Leon Battista Alberti nella Cappella Rucellai; infine di Antimateria, un quadro in legno e palladio di Domenico Bianchi in Galleria Palatina, presentato nella cornice lasciata temporaneamente vuota dalla Madonna dell’Impannata di Raffaello, dipinto attualmente in restauro. Così al Museo Marino Marini, nella cripta e in alcune sale adiacenti, Mimmo Paladino e Nunzio realizzeranno alcuni interventi site-specific a parete, mentre nelle nuove sale del Museo Novecento verrà ospitato un inedito confronto tra le opere di Alighiero Boetti e quelle di Gino De Dominicis, tra cui Mettere al mondo il mondo e Sfinge .
La mostra quindi non avrà un secco taglio storico ma sarà l’occasione per scoprire le opere in ‘connessione’ con il contesto e con le storie, nel divenire delle poetiche e del fare: dalle opere degli anni Sessanta fino a quelle realizzate site-specific di oggi. In un evolversi eccentrico di confronti e relazioni dialettiche che si rinnova con la proposta espositiva. Nell’insieme del progetto emergono alcuni tratti comuni, valori condivisi, e sostanziali differenze, tra ispirazioni e processi formali, come situazioni peculiari della storia artistica italiana, in cui l'individualismo predomina continuando a siglare ogni più esemplare sperimentazione.
In occasione della mostra sarà pubblicato, un catalogo ( Forma edizioni) ricco di una puntuale e ampia documentazione sui singoli artisti, sulle installazioni e i luoghi, con un’operazione di coinvolgimento della critica italiana, e una serie di saggi tematici: agli interventi di Sergio Risaliti (curatore della mostra), Marco Bazzini, Michele Bonuomo, Rudi Fuchs, Giovanni Iovane, Italo Tomassoni si aggiungono i saggi propedeutici dedicati alle singole personalità artistiche firmati da Carolyn Christov-Bakargiev, Valentino Catricalà, Laura Conte, Lorenzo Giusti, Elena Magini, Gianfranco Maraniello, Gaspare Luigi Marcone, Helga Marsala, Arabella Natalini, Bartolomeo Pietromarchi, Ludovico Pratesi, Andrea Viliani.
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