Cecilia Cosci. Sogni
Dal 26 Maggio 2023 al 08 Luglio 2023
Firenze
Luogo: Crumb Gallery
Indirizzo: Via San Gallo 191 rosso
Orari: giovedì, venerdì e sabato dalle 16.00 alle 19.00, altrimenti su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 347 3681894
E-Mail info: crumbgalleryfi@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.crumbgallery.com
SOGNI, opere di Cecilia Cosci, è la mostra che inaugura venerdì 26 maggio 2023 alle ore 18 da Crumb Gallery a Firenze.
Cecilia Cosci, artista fiorentina, lavora da alcuni anni alla costruzione di montage, con personaggi e immagini, ritagliati da opere pittoriche acquisite dalla storia dell’arte, dal Trecento al Novecento, e riformulati in nuove composizioni. I personaggi che individua dall’immaginario antico, si rinnovano in un nuovo contesto, perdono la loro funzione originaria e si animano di un significato altro, a cui sottende sempre l’elemento dell’ironia. Forbici, colla, carta e cartone, acrilico sono gli strumenti che la Cosci usa, spesso di notte, in compagnia della musica che funge da colonna sonora alla sua personale riscrittura di questa narrazione contemporanea. “Generalmente non penso a niente mentre costruisco l’opera, ma sono molto concentrata” racconta l’artista. “Sono completamente rapita, perdo il senso del tempo. Non fumo, non sento la stanchezza, non mi riposo. Finché non ho finito, non riesco a staccare. A volte è una sofferenza, mi viene un gran mal di testa, mi svuoto completamente e dopo mi viene una fame terribile. Quando scelgo un’immagine, capita di trovarle subito una collocazione o un significato in relazione ad altre, a volte invece mi capita di tenerla da parte a decantare. Se sento che non arrivo a nulla, smetto, ci torno in un secondo tempo. Certe figure mi assillano per giorni, o mesi, fino a quando non cambio la loro posizione o funzione, per dar loro una seconda vita.”
Crumb Gallery espone un progetto inedito, SOGNI che raccoglie una ventina di opere. SOGNI perché onirica è la trama di questo racconto, un po’ distopico, che si snoda come nei fotogrammi di una pellicola cinematografica, di un film fitto di personaggi che si scambiano di ruolo. Puntano il dito sulle pieghe nascoste delle rappresentazioni, mettono a nudo sentimenti repressi o celati. “Ogni composizione rispetta un’armonia nei colori e un equilibrio delle singole parti” spiega ancora Cecilia Cosci. “Gli spazi vuoti che lascio credo che abbiano a che fare con un non detto, una parte inconscia che rimane sospesa nel senso.” Ed è proprio nella decontestualizzazione che si aprono spazi densi di nuovi significati. Così in Apri gli occhi, una de Le vagliatrici di grano di Courbet, al posto del setaccio, tiene, tra le mani, un grande occhio: è quello di Ginevra de Benci, dipinta da Leonardo, la malinconica figlia di un banchiere, costretta a sposare un uomo che non amava. La Cosci ne svela tutta la sua passiva infelicità, condizione comune a molte altre donne che hanno subito costrizioni nel corso della Storia, ed è come un grido, un’esortazione a reagire, a non subire. O in Sospensione, per esempio, la narrazione si capovolge totalmente per esorcizzare la drammaticità del momento. Il giovane Ganimede, preso in prestito da Correggio, è appeso, giusto il tempo per spiccare il volo, come sottolinea Rory Cappelli nel saggio in catalogo dal titolo La tela strappata, la storia svelata: “…sto per andarmene sembra dire Ganimede. Non sarò vittima, non un’altra volta. Si può immaginare che volteggi per poi saltare al di là di quel muro nero; oppure che resti lì sospeso, appunto, un istante ancora. Ma per una sua scelta: non per il desiderio, del tutto estraneo a lui e alla sua vita, di un altro.”
Ognuno degli attori del mondo di Cecilia Cosci - tutti riconoscibilissimi, tratti da Rosso Fiorentino, Courbet, Caravaggio, Veronese, Pontormo, Vallotton, Paolo Veronese, Piero del Pollaiolo, Leonardo, Memling, Velazquez, per citarne alcuni - recita parti a sorpresa, si confronta, ci parla pur nella fissità, ci obbliga a guardare e a non far finta che tutto vada bene.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione (Collana NOLINES, diretta da Rory Cappelli).
Cecilia Cosci è nata a Firenze nel 1973, dove insegna storia dell’arte al liceo artistico. È stata redattrice per il canale televisivo TMC2 e per la rivista Art e Dossier della casa editrice Giunti.
Alla sua passione per l’arte figurativa, per il cinema e la musica, unisce l’amore per le fiabe, che ha messo in scena in spettacoli per bambini con la compagnia teatrale Gli Asini di Mercadante.
Ha esordito nel 2021 con una personale alla Tobian Art Gallery di Firenze. Nel 2022 ha partecipato alla XI edizione di ITSLIQUID International Art Fair di Venezia e a una mostra presso la Agora Gallery di New York.
Crumb Gallery è stata fondata nel 2019 da Rory Cappelli, Lea Codognato, Adriana Luperto e Emanuela Mollica. Crumb Gallery #womeninart nasce come spazio esclusivo per artiste donne. Promuove, divulga, sostiene ed espone pittura, sculture, fotografie, installazioni e performance di artiste. Le gallerie che espongono solo donne, nel mondo, si contano sulle dita di una mano e Crumb Gallery #womeninart vuole dare il suo piccolo contributo per ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo dell’arte contemporanea.
Cecilia Cosci, artista fiorentina, lavora da alcuni anni alla costruzione di montage, con personaggi e immagini, ritagliati da opere pittoriche acquisite dalla storia dell’arte, dal Trecento al Novecento, e riformulati in nuove composizioni. I personaggi che individua dall’immaginario antico, si rinnovano in un nuovo contesto, perdono la loro funzione originaria e si animano di un significato altro, a cui sottende sempre l’elemento dell’ironia. Forbici, colla, carta e cartone, acrilico sono gli strumenti che la Cosci usa, spesso di notte, in compagnia della musica che funge da colonna sonora alla sua personale riscrittura di questa narrazione contemporanea. “Generalmente non penso a niente mentre costruisco l’opera, ma sono molto concentrata” racconta l’artista. “Sono completamente rapita, perdo il senso del tempo. Non fumo, non sento la stanchezza, non mi riposo. Finché non ho finito, non riesco a staccare. A volte è una sofferenza, mi viene un gran mal di testa, mi svuoto completamente e dopo mi viene una fame terribile. Quando scelgo un’immagine, capita di trovarle subito una collocazione o un significato in relazione ad altre, a volte invece mi capita di tenerla da parte a decantare. Se sento che non arrivo a nulla, smetto, ci torno in un secondo tempo. Certe figure mi assillano per giorni, o mesi, fino a quando non cambio la loro posizione o funzione, per dar loro una seconda vita.”
Crumb Gallery espone un progetto inedito, SOGNI che raccoglie una ventina di opere. SOGNI perché onirica è la trama di questo racconto, un po’ distopico, che si snoda come nei fotogrammi di una pellicola cinematografica, di un film fitto di personaggi che si scambiano di ruolo. Puntano il dito sulle pieghe nascoste delle rappresentazioni, mettono a nudo sentimenti repressi o celati. “Ogni composizione rispetta un’armonia nei colori e un equilibrio delle singole parti” spiega ancora Cecilia Cosci. “Gli spazi vuoti che lascio credo che abbiano a che fare con un non detto, una parte inconscia che rimane sospesa nel senso.” Ed è proprio nella decontestualizzazione che si aprono spazi densi di nuovi significati. Così in Apri gli occhi, una de Le vagliatrici di grano di Courbet, al posto del setaccio, tiene, tra le mani, un grande occhio: è quello di Ginevra de Benci, dipinta da Leonardo, la malinconica figlia di un banchiere, costretta a sposare un uomo che non amava. La Cosci ne svela tutta la sua passiva infelicità, condizione comune a molte altre donne che hanno subito costrizioni nel corso della Storia, ed è come un grido, un’esortazione a reagire, a non subire. O in Sospensione, per esempio, la narrazione si capovolge totalmente per esorcizzare la drammaticità del momento. Il giovane Ganimede, preso in prestito da Correggio, è appeso, giusto il tempo per spiccare il volo, come sottolinea Rory Cappelli nel saggio in catalogo dal titolo La tela strappata, la storia svelata: “…sto per andarmene sembra dire Ganimede. Non sarò vittima, non un’altra volta. Si può immaginare che volteggi per poi saltare al di là di quel muro nero; oppure che resti lì sospeso, appunto, un istante ancora. Ma per una sua scelta: non per il desiderio, del tutto estraneo a lui e alla sua vita, di un altro.”
Ognuno degli attori del mondo di Cecilia Cosci - tutti riconoscibilissimi, tratti da Rosso Fiorentino, Courbet, Caravaggio, Veronese, Pontormo, Vallotton, Paolo Veronese, Piero del Pollaiolo, Leonardo, Memling, Velazquez, per citarne alcuni - recita parti a sorpresa, si confronta, ci parla pur nella fissità, ci obbliga a guardare e a non far finta che tutto vada bene.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione (Collana NOLINES, diretta da Rory Cappelli).
Cecilia Cosci è nata a Firenze nel 1973, dove insegna storia dell’arte al liceo artistico. È stata redattrice per il canale televisivo TMC2 e per la rivista Art e Dossier della casa editrice Giunti.
Alla sua passione per l’arte figurativa, per il cinema e la musica, unisce l’amore per le fiabe, che ha messo in scena in spettacoli per bambini con la compagnia teatrale Gli Asini di Mercadante.
Ha esordito nel 2021 con una personale alla Tobian Art Gallery di Firenze. Nel 2022 ha partecipato alla XI edizione di ITSLIQUID International Art Fair di Venezia e a una mostra presso la Agora Gallery di New York.
Crumb Gallery è stata fondata nel 2019 da Rory Cappelli, Lea Codognato, Adriana Luperto e Emanuela Mollica. Crumb Gallery #womeninart nasce come spazio esclusivo per artiste donne. Promuove, divulga, sostiene ed espone pittura, sculture, fotografie, installazioni e performance di artiste. Le gallerie che espongono solo donne, nel mondo, si contano sulle dita di una mano e Crumb Gallery #womeninart vuole dare il suo piccolo contributo per ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo dell’arte contemporanea.
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