Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua – Fontane e Nasoni di Roma
Dal 07 Aprile 2023 al 31 Maggio 2023
Firenze
Luogo: Terme di Diocleziano
Indirizzo: Viale Enrico de Nicola 78
Orari: dal martedì alla domenica 11.00 – 18.00. Le biglietterie chiuderanno alle 17.00.
Curatori: Stéphane Verger, Vincenzo Lemmo
Costo del biglietto: intero € 10, ridotto € 4, under 18 € 2, gratuito guide turistiche UE e portatori di handicap ed un loro familiare o accompagnatore
Sito ufficiale: http://museonazionaleromano.beniculturali.it
Dal 7 aprile al 31 maggio apre a Roma, alle Terme di Diocleziano la Mostra: “Acqua nell’Arte e Arte dell’Acqua – Fontane e Nasoni di Roma” a cura di Stéphane Verger, Direttore Museo Nazionale Romano e Vincenzo Lemmo, Archeologo, promossa da ACEA S.p.A. e organizzata dal Museo Nazionale Romano e dal Centro Europeo per il Turismo.
Se si guarda indietro, tornando alle origini della città di Roma, si può affermare che questa nasce dall’acqua e, grazie a questo elemento indispensabile, cresce e si sviluppa fino a diventare una metropoli senza paragoni nel mondo antico, capitale di un impero immenso.
La presenza del fiume Tevere, nel punto dove è più agevole l’attraversamento tra le anse collinari, ha motivato la scelta del luogo di fondazione della città. Lo stesso fiume ne ha garantito lo sviluppo economico ed è stato, per secoli, la principale fonte di acqua potabile per i cittadini.
I Romani conoscevano il grande valore dell’acqua considerandola un bene inestimabile, prezioso e fonte di vita. Inoltre, solo se l’avessero usata in maniera intelligente e senza sprechi, avrebbero soddisfatto i fabbisogni della popolazione. La realizzazione degli acquedotti fu, quindi, prioritaria per lo sviluppo della città e, ancora oggi, rappresenta la testimonianza della grandezza della Roma antica e del suo avanzato grado tecnologico ed ingegneristico. Infatti, solo grazie alla sapiente gestione e manutenzione degli acquedotti fu possibile l’espansione urbana e lo sviluppo della città che resero Roma Capitale del mondo e “Città dell’acqua”.
Nell’antichità, infatti, Roma era conosciuta come Regina Aquarum e le fontane, oltre a essere luoghi di divertimento e abbellimento, rappresentavano una vera e propria ostentazione dell’eccezionale disponibilità d’acqua che accresceva naturalmente la magnificenza della città.
Ancora oggi Roma è ricca di fontane e fontanelle. Alcune sono semplici vaschette, altre sono grandi fontane. Questi magnifici monumenti, costruiti nel corso dei secoli, celebrano il trionfo dell’acqua.
La mostra vuole, quindi, essere la testimonianza del lavoro essenziale che da 110 anni ACEA S.p.a. svolge, anche promuovendo con impegno il Patrimonio Artistico della città attraverso la gestione del sistema idrico delle più grandi ed importanti fontane del territorio urbano, elementi di attrazione per milioni di turisti che vengono a Roma per ammirare la sua Arte e la sua storia.
Una mostra per celebrare Roma attraverso il più nobile dei quattro elementi, ma, nello stesso tempo, per rendere note ad un vasto pubblico le molteplici iniziative di Acea per la gestione del sistema idrico. A tale scopo sono state scelte opere d’arte, reperti archeologici, progetti e fotografie d’epoca conservate presso Musei Nazionali e Comunali. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni riguardanti epoche e argomenti diversi: Roma, regina aquarum – L’acqua nell’arte; Fontane e potere – L’arte dell’acqua; La gestione idrica oggi.
Un aspetto interessante che verrà presentato sarà la moderna e capillare diffusione del servizio idrico nel tessuto urbano cittadino grazie ai famosi nasoni.
Le Terme di Diocleziano si presentano come il luogo ideale per ospitare un percorso espositivo dedicato all’acqua. Sono, infatti, un complesso monumentale unico al mondo per le dimensioni e per l’eccezionale stato di conservazione. Furono costruite in soli otto anni tra il 298 e il 306 d.C. e si estendevano su una superficie di 13 ettari, nella zona compresa tra i colli Viminale e Quirinale. Il complesso termale poteva contenere fino a 3000 persone contemporaneamente ed era strutturato secondo lo schema consueto delle grandi terme imperiali con le sale principali del percorso distribuite lungo un asse centrale.
Dal calidarium, la sala calda riscaldata artificialmente con un complesso sistema di camere d’aria sotto i pavimenti e intorno alle pareti, si accedeva al tepidarium, l’ambiente dalla temperatura intermedia, e quindi al frigidarium, la vastissima sala per i bagni freddi, oggi riconoscibile nella Basilica di S. Maria degli Angeli. Vi erano poi la natatio, un’enorme piscina scoperta di 4000 metri quadrati impreziosita da una maestosa facciata monumentale, due vaste palestre disposte simmetricamente ai lati dell’edificio centrale e una serie di ampie aule con diverse funzioni. La costruzione delle Terme fu intrapresa dell’imperatore Massimiano che le dedicò a Diocleziano con cui condivideva il comando dell’impero. Fu l’ultimo grande atto di propaganda imperiale: come ricorda l’iscrizione originariamente affissa all’entrata, l’imperatore realizzò un’opera di tanta magnificenza per donarla ai propri cittadini.
Se si guarda indietro, tornando alle origini della città di Roma, si può affermare che questa nasce dall’acqua e, grazie a questo elemento indispensabile, cresce e si sviluppa fino a diventare una metropoli senza paragoni nel mondo antico, capitale di un impero immenso.
La presenza del fiume Tevere, nel punto dove è più agevole l’attraversamento tra le anse collinari, ha motivato la scelta del luogo di fondazione della città. Lo stesso fiume ne ha garantito lo sviluppo economico ed è stato, per secoli, la principale fonte di acqua potabile per i cittadini.
I Romani conoscevano il grande valore dell’acqua considerandola un bene inestimabile, prezioso e fonte di vita. Inoltre, solo se l’avessero usata in maniera intelligente e senza sprechi, avrebbero soddisfatto i fabbisogni della popolazione. La realizzazione degli acquedotti fu, quindi, prioritaria per lo sviluppo della città e, ancora oggi, rappresenta la testimonianza della grandezza della Roma antica e del suo avanzato grado tecnologico ed ingegneristico. Infatti, solo grazie alla sapiente gestione e manutenzione degli acquedotti fu possibile l’espansione urbana e lo sviluppo della città che resero Roma Capitale del mondo e “Città dell’acqua”.
Nell’antichità, infatti, Roma era conosciuta come Regina Aquarum e le fontane, oltre a essere luoghi di divertimento e abbellimento, rappresentavano una vera e propria ostentazione dell’eccezionale disponibilità d’acqua che accresceva naturalmente la magnificenza della città.
Ancora oggi Roma è ricca di fontane e fontanelle. Alcune sono semplici vaschette, altre sono grandi fontane. Questi magnifici monumenti, costruiti nel corso dei secoli, celebrano il trionfo dell’acqua.
La mostra vuole, quindi, essere la testimonianza del lavoro essenziale che da 110 anni ACEA S.p.a. svolge, anche promuovendo con impegno il Patrimonio Artistico della città attraverso la gestione del sistema idrico delle più grandi ed importanti fontane del territorio urbano, elementi di attrazione per milioni di turisti che vengono a Roma per ammirare la sua Arte e la sua storia.
Una mostra per celebrare Roma attraverso il più nobile dei quattro elementi, ma, nello stesso tempo, per rendere note ad un vasto pubblico le molteplici iniziative di Acea per la gestione del sistema idrico. A tale scopo sono state scelte opere d’arte, reperti archeologici, progetti e fotografie d’epoca conservate presso Musei Nazionali e Comunali. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni riguardanti epoche e argomenti diversi: Roma, regina aquarum – L’acqua nell’arte; Fontane e potere – L’arte dell’acqua; La gestione idrica oggi.
Un aspetto interessante che verrà presentato sarà la moderna e capillare diffusione del servizio idrico nel tessuto urbano cittadino grazie ai famosi nasoni.
Le Terme di Diocleziano si presentano come il luogo ideale per ospitare un percorso espositivo dedicato all’acqua. Sono, infatti, un complesso monumentale unico al mondo per le dimensioni e per l’eccezionale stato di conservazione. Furono costruite in soli otto anni tra il 298 e il 306 d.C. e si estendevano su una superficie di 13 ettari, nella zona compresa tra i colli Viminale e Quirinale. Il complesso termale poteva contenere fino a 3000 persone contemporaneamente ed era strutturato secondo lo schema consueto delle grandi terme imperiali con le sale principali del percorso distribuite lungo un asse centrale.
Dal calidarium, la sala calda riscaldata artificialmente con un complesso sistema di camere d’aria sotto i pavimenti e intorno alle pareti, si accedeva al tepidarium, l’ambiente dalla temperatura intermedia, e quindi al frigidarium, la vastissima sala per i bagni freddi, oggi riconoscibile nella Basilica di S. Maria degli Angeli. Vi erano poi la natatio, un’enorme piscina scoperta di 4000 metri quadrati impreziosita da una maestosa facciata monumentale, due vaste palestre disposte simmetricamente ai lati dell’edificio centrale e una serie di ampie aule con diverse funzioni. La costruzione delle Terme fu intrapresa dell’imperatore Massimiano che le dedicò a Diocleziano con cui condivideva il comando dell’impero. Fu l’ultimo grande atto di propaganda imperiale: come ricorda l’iscrizione originariamente affissa all’entrata, l’imperatore realizzò un’opera di tanta magnificenza per donarla ai propri cittadini.
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