Claudio Vigna. È un istante

Claudio Vigna. È un istante, Palazzo Salmatoris, Cherasco (CN)
Dal 26 Luglio 2014 al 31 Agosto 2014
Cherasco | Cuneo
Luogo: Palazzo Salmatoris
Indirizzo: via Vittorio Emanuele II
Orari: mer-ven 15- 19; sab e dom 9.30-12.30 / 15-19
Curatori: Cinzia Tesio
Enti promotori:
- Comune di Cherasco
- Cherasco Eventi
- Regione Piemonte
- Provincia di Cuneo
Telefono per informazioni: +39 0172 427050
E-Mail info: ufficio.mostre@comune.cherasco.cn
Sito ufficiale: http://www.comune.cherasco.cn.it
Si inaugura sabato 26 luglio alle ore 16.30 presso la Sala del Consiglio del Palazzo Municipale di via Vittorio Emanuele 79, nel centro del borgo di Cherasco, comune bandiera arancione del Touring Club Italiano, la mostra “Claudio Vigna. È un istante”. L'esposizione, allestita presso il Palazzo Salmatoris, organizzata dal Comune di Cherasco e da Cherasco Eventi, ha il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Cuneo, è sostenuta da Banca di Cherasco e Biemmedue-BRC Gas Equipment ed è curata dalla dottoressa Cinzia Tesio.
In mostra una quarantina di lavori eseguiti da Vigna negli ultimi anni, tra cui venti opere assolutamente inedite che delineano la recente evoluzione artistica del Maestro. Claudio Vigna è un pittore che ama affrontare le sfide della vita servendosi dell’acquarello; tecnica attraverso la quale esprime la sua essenza e incarna pienamente quel “moto perpetuo” che caratterizza ogni suo pensiero e gesto.
La sua arte è nata dall’insistenza della mano che percorre foglietti qualunque, depositandovi corsi e ricorsi del segno che insinuano la propria traccia ai margini del tempo. Purissimo e semplice automatismo, in parte, questa tecnica lieve, questa discreta deviazione verso il limitare del tempo contempla però anche tanto nell’ordine della rappresentazione, una tendenza all’immagine, una tensione sospesa ad impigliare e trattenere l’intelligenza nel gioco di un momento, nel piacere di un esercizio di stile, totalmente gratuito ma che si offre allo sguardo come scrigno fervido di potenzialità, come embrione di un linguaggio, di un futuro per quelle rappresentazioni nate “casualmente”.
Sicuramente ci troviamo di fronte ad un artista il quale comunica servendosi delle velature dell’acquarello quasi fosse una sua appendice, e questo è, per lui, così tanto riservato, l’unico modo di dire ogni cosa senza condizioni nè termini. La gestualità di Claudio Vigna agisce con veloci pennellate praticando giochi di contrappunto cromatico, che si risolvono in rapporti di limpida purezza fra i colori che, talvolta suddividono la tavolozza riducendola all’essenziale: ed ecco che il grigio con le sue tante sfumature diventa, ad esempio, il protagonista assoluto del lavoro.
Nel globale le sue raffigurazioni di paesaggi, di marine – per citarne solo alcune – hanno l’essenzialità e l’immediatezza segnica di una pittura che sembra nascere direttamente dal colore, senza la necessità di un disegno preparatorio. Solo il colore sembra quindi abilitato ad aprire tutti gli orizzonti sensibili della sua visione. Questo abile artista avverte la necessità di variare i temi preferiti attraverso il filtro di una visionarietà capace di decantare la passione in modulazioni nostalgiche, evitando l’iperbole e senza cadere nella banalizzazione.
Da qui deriva che, come afferma la curatrice della mostra Cinzia Tesio, “nel suo mondo astrale e visionario sono scomparse tutte le forme eccessivamente descrittive e i punti di riferimento stabili. Ma per spiegare più a fondo tale concetto porto un esempio legato al Novecento. Se la Metafisica classica innesta il nucleo del paradosso logico entro le coordinate della sequenza temporale, fino a produrre un cortocircuito che congela la percezione nella rigidità dell’istante sospeso oltre al tempo lineare, Vigna al contrario interviene invece sulla dimensione spaziale, compromettendo le sicurezze dell’orientamento, unendo la materia liquida in modo da inventare ectoplasmi fluttuanti caratterizzati da forme che diventano simboliche, luoghi e insieme pura immaginazione onirica dominata da leggi fisiche altre, diverse”.
È del 1986 la prima mostra personale di Claudio Vigna. Un gruppo di lavori eseguiti dal vero al porto canale di Marina di Ravenna, ospitati alla “Galleria Arte 90“ di Cuneo. Dopo dieci anni di lavoro, studio e ricerca l'artista si avvicina all'acquarello, tecnica che gli permette, attraverso le trasparenze, di indagare meglio il suo mondo sognato. Una serie di personali e collettive lo portano alla metà degli anni '90, quando s'incontra col mondo magico del racconto, della narrativa, del fumetto.
Frequenta seminari di disegno e sceneggiatura, tenuti da professionisti del mondo della “striscia disegnata”. Iniziano le prime pubblicazioni editoriali. Continua la sua ricerca e l'approfondimento nell'affascinante e voluttuoso mondo del colore.
Alcuni viaggi nel bacino Mediterraneo e nel vicino Medio Oriente lo portano idealmente nel grande “mare nostrum“, culla di cultura, teatro delle peregrinazioni di Ulisse. Incontra in questo mondo, personaggi mitici, fantastici. “Le mille e una notte” l'avvicinano al mito mediorientale.
Non si ferma più, almeno con la fantasia. Morgana, personaggio ricorrente nel suo lavoro, diventa la ricerca del mito, dell'avventura. Il sogno che si contrappone all'ipertecnologia, all'eccessivo pragmatismo del secolo che volge al termine. Continuano le personali e le collettive a cui si aggiungono alcuni premi. La passione e la totale dipendenza dall'arte, lo portano, agli inizi del nuovo millennio, ad abbandonare l'attività di cui vive per dedicarsi alla pittura ed al sogno in modo totale.
La chiesa di San Giovanni al Borgo Vecchio di Fossano, la Galleria BIS di Avigliana, Palazzo Opesso di Chieri, la Galleria Porta Rose di Garessio, la Fondazione Amleto Bertone di Saluzzo e ancora, Palazzo Bertello di Borgo San Dalmazzo, lo Studio Ecleptica di Torino, l'Antico Palazzo Comunale di Saluzzo, l'Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo, il Castello di Rocca de’Baldi... sono alcune delle mostre personali tenute da Claudio Vigna.
Tra i critici ed i giornalisti che hanno scritto di lui, citiamo Ida Isoardi, Roberto Baravalle, Carlo Morra, Enrico Perotto, Cinzia Tesio e tanti altri ancora.
In mostra una quarantina di lavori eseguiti da Vigna negli ultimi anni, tra cui venti opere assolutamente inedite che delineano la recente evoluzione artistica del Maestro. Claudio Vigna è un pittore che ama affrontare le sfide della vita servendosi dell’acquarello; tecnica attraverso la quale esprime la sua essenza e incarna pienamente quel “moto perpetuo” che caratterizza ogni suo pensiero e gesto.
La sua arte è nata dall’insistenza della mano che percorre foglietti qualunque, depositandovi corsi e ricorsi del segno che insinuano la propria traccia ai margini del tempo. Purissimo e semplice automatismo, in parte, questa tecnica lieve, questa discreta deviazione verso il limitare del tempo contempla però anche tanto nell’ordine della rappresentazione, una tendenza all’immagine, una tensione sospesa ad impigliare e trattenere l’intelligenza nel gioco di un momento, nel piacere di un esercizio di stile, totalmente gratuito ma che si offre allo sguardo come scrigno fervido di potenzialità, come embrione di un linguaggio, di un futuro per quelle rappresentazioni nate “casualmente”.
Sicuramente ci troviamo di fronte ad un artista il quale comunica servendosi delle velature dell’acquarello quasi fosse una sua appendice, e questo è, per lui, così tanto riservato, l’unico modo di dire ogni cosa senza condizioni nè termini. La gestualità di Claudio Vigna agisce con veloci pennellate praticando giochi di contrappunto cromatico, che si risolvono in rapporti di limpida purezza fra i colori che, talvolta suddividono la tavolozza riducendola all’essenziale: ed ecco che il grigio con le sue tante sfumature diventa, ad esempio, il protagonista assoluto del lavoro.
Nel globale le sue raffigurazioni di paesaggi, di marine – per citarne solo alcune – hanno l’essenzialità e l’immediatezza segnica di una pittura che sembra nascere direttamente dal colore, senza la necessità di un disegno preparatorio. Solo il colore sembra quindi abilitato ad aprire tutti gli orizzonti sensibili della sua visione. Questo abile artista avverte la necessità di variare i temi preferiti attraverso il filtro di una visionarietà capace di decantare la passione in modulazioni nostalgiche, evitando l’iperbole e senza cadere nella banalizzazione.
Da qui deriva che, come afferma la curatrice della mostra Cinzia Tesio, “nel suo mondo astrale e visionario sono scomparse tutte le forme eccessivamente descrittive e i punti di riferimento stabili. Ma per spiegare più a fondo tale concetto porto un esempio legato al Novecento. Se la Metafisica classica innesta il nucleo del paradosso logico entro le coordinate della sequenza temporale, fino a produrre un cortocircuito che congela la percezione nella rigidità dell’istante sospeso oltre al tempo lineare, Vigna al contrario interviene invece sulla dimensione spaziale, compromettendo le sicurezze dell’orientamento, unendo la materia liquida in modo da inventare ectoplasmi fluttuanti caratterizzati da forme che diventano simboliche, luoghi e insieme pura immaginazione onirica dominata da leggi fisiche altre, diverse”.
È del 1986 la prima mostra personale di Claudio Vigna. Un gruppo di lavori eseguiti dal vero al porto canale di Marina di Ravenna, ospitati alla “Galleria Arte 90“ di Cuneo. Dopo dieci anni di lavoro, studio e ricerca l'artista si avvicina all'acquarello, tecnica che gli permette, attraverso le trasparenze, di indagare meglio il suo mondo sognato. Una serie di personali e collettive lo portano alla metà degli anni '90, quando s'incontra col mondo magico del racconto, della narrativa, del fumetto.
Frequenta seminari di disegno e sceneggiatura, tenuti da professionisti del mondo della “striscia disegnata”. Iniziano le prime pubblicazioni editoriali. Continua la sua ricerca e l'approfondimento nell'affascinante e voluttuoso mondo del colore.
Alcuni viaggi nel bacino Mediterraneo e nel vicino Medio Oriente lo portano idealmente nel grande “mare nostrum“, culla di cultura, teatro delle peregrinazioni di Ulisse. Incontra in questo mondo, personaggi mitici, fantastici. “Le mille e una notte” l'avvicinano al mito mediorientale.
Non si ferma più, almeno con la fantasia. Morgana, personaggio ricorrente nel suo lavoro, diventa la ricerca del mito, dell'avventura. Il sogno che si contrappone all'ipertecnologia, all'eccessivo pragmatismo del secolo che volge al termine. Continuano le personali e le collettive a cui si aggiungono alcuni premi. La passione e la totale dipendenza dall'arte, lo portano, agli inizi del nuovo millennio, ad abbandonare l'attività di cui vive per dedicarsi alla pittura ed al sogno in modo totale.
La chiesa di San Giovanni al Borgo Vecchio di Fossano, la Galleria BIS di Avigliana, Palazzo Opesso di Chieri, la Galleria Porta Rose di Garessio, la Fondazione Amleto Bertone di Saluzzo e ancora, Palazzo Bertello di Borgo San Dalmazzo, lo Studio Ecleptica di Torino, l'Antico Palazzo Comunale di Saluzzo, l'Art Gallery La Luna di Borgo San Dalmazzo, il Castello di Rocca de’Baldi... sono alcune delle mostre personali tenute da Claudio Vigna.
Tra i critici ed i giornalisti che hanno scritto di lui, citiamo Ida Isoardi, Roberto Baravalle, Carlo Morra, Enrico Perotto, Cinzia Tesio e tanti altri ancora.
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