Bernard Damiano. Dal Piemont a Paris - dal Piemonte a Parigi

Bernard Damiano, Rue Alberti Nice (Nizza), 1994. Olio su tela, cm. 90x90
Dal 18 Settembre 2021 al 07 Novembre 2021
Savigliano | Cuneo
Luogo: Museo Civico “A. Olmo” e Gipsoteca Calandra
Indirizzo: Via San Francesco 17/19
Orari: Da lunedì al venerdì su prenotazione. Sabato e domenica 10:00 - 13:00 / 15:00 - 18:30
Costo del biglietto: Ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0172712982
E-Mail info: museocivico.gipsoteca@comune.savigliano.cn.it
Sito ufficiale: http://www.comune.savigliano.cn.it
Il comune di Savigliano è lieto di presentare la mostra “Bernard Damiano, dal Piemont a Paris - dal Piemonte al Parigi”, che si terrà dal 18 settembre al 7 novembre 2021 nelle sale del Museo Civico e Gipsoteca Calandra – Galateri.
L’esposizione vuole essere un segnale di ripartenza per le attività culturali e turistiche del territorio, settori tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria, e rientra nella rassegna Alpi dell’Arte, iniziativa nata nel 2013 che propone mostre di artisti legati alle alpi italiane.
La mostra è un omaggio ad un artista poco noto nel panorama italiano, Bernard Damiano (1926 – 2000), nato vicino a Cuneo ma che ha sviluppato la sua opera pittorica principalmente all’estero tra Nizza e Parigi, con alcuni ritorni temporanei a Sanremo e Milano.
Allestita presso il Refettorio del Museo Civico di Savigliano, la mostra è composta da una trentina di opere pittoriche che ripercorrono tutte le fasi artistiche del Maestro.
Si parte dal primo periodo, 1970/1975, quando era ancora forte in Damiano l’influenza del movimento pittorico parigino definito CoBrA, per passare poi, con la sezione più corposa della mostra, al periodo più felice e pittoricamente fervido di Damiano tra il 1985 / 2000 dopo la grande esposizione organizzata per lui a Milano nel 1986 dallo stesso Giovanni Testori presso la Compagnia del Disegno. Le opere di questo periodo trattano tre temi pittorici: Paesaggi, Nudi, Temi religiosi.L’ultima parte della mostra raccoglie le opere fatte dopo il 1990, quando Damiano ebbe un ritorno ad una religiosità spesso influenzata dalla letteratura popolare, dai vangeli apocrifi e che seppe trasmettere attraverso grandi e piccole opere, sia ad olio che guaches di grande effetto.
È con queste parole che Giovanni Testori descrive l’opera di Damiano:
“Il visitatore che scorra l’elenco delle mostre espositive di Bernard Damiano organizzate a Parigi, Toronto, Mosca, Milano, Sanremo, Nizza, Montecarlo, Stoccolma, Saint Vincent, Cipro, e in molte altre località e in diversi paesi e continenti, rimarrà sorpreso dalla sproporzione, assolutamente inesplicabile, stabilitasi fra la quantità di occasioni che critica e pubblico hanno avuto d’imbattersi e così conoscere l’opera di questo grande artista, ancor oggi poco noto nella sua terra d’origine, che è Damiano Bernard, grande e, per certo, non riducibile a nessun altro che a sé; la sproporzione, dicevo, fra la quantità di tali occasioni e la ben poca rilevanza che, fin qui, nelle vicende dell’arte europea, ha ottenuto una poesia così drammatica e urlante, così squassata, così strozzata, anzi, da se medesima, ma folgorata poi, comunque e sempre, anche laddove si inabissa negli inferi delle seppie, dei catrami, dei carboni, delle peci e dei neri; folgorata dicevo da una tensione pittorica colma d’angosciate meraviglie: talmente colma da parer quasi che, tali meraviglie, essa intenda dissiparle, forse addirittura distruggerle; come se già sapesse che saranno, sempre e comunque, margaritas ad porcos“.
Bernard Damiano è presente in molti cataloghi e testi critici di grandi critici d’arte – Martina Corgnati, Giovanni Testori, Giorgio Severo, Francesco Frangi, Luca Beatrice e molti altri – e ha esposto in tutto il mondo dal Canada a Cipro, da Mosca a Milano, Malta, Parigi, Nizza e Sanremo.
Una sua statua raffigurante il vescovo Fulbert erge davanti alla Cattedrale gotica di Chartres, nella Valle della Loira, commissionata del Governo Francese.
L’esposizione vuole essere un segnale di ripartenza per le attività culturali e turistiche del territorio, settori tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria, e rientra nella rassegna Alpi dell’Arte, iniziativa nata nel 2013 che propone mostre di artisti legati alle alpi italiane.
La mostra è un omaggio ad un artista poco noto nel panorama italiano, Bernard Damiano (1926 – 2000), nato vicino a Cuneo ma che ha sviluppato la sua opera pittorica principalmente all’estero tra Nizza e Parigi, con alcuni ritorni temporanei a Sanremo e Milano.
Allestita presso il Refettorio del Museo Civico di Savigliano, la mostra è composta da una trentina di opere pittoriche che ripercorrono tutte le fasi artistiche del Maestro.
Si parte dal primo periodo, 1970/1975, quando era ancora forte in Damiano l’influenza del movimento pittorico parigino definito CoBrA, per passare poi, con la sezione più corposa della mostra, al periodo più felice e pittoricamente fervido di Damiano tra il 1985 / 2000 dopo la grande esposizione organizzata per lui a Milano nel 1986 dallo stesso Giovanni Testori presso la Compagnia del Disegno. Le opere di questo periodo trattano tre temi pittorici: Paesaggi, Nudi, Temi religiosi.L’ultima parte della mostra raccoglie le opere fatte dopo il 1990, quando Damiano ebbe un ritorno ad una religiosità spesso influenzata dalla letteratura popolare, dai vangeli apocrifi e che seppe trasmettere attraverso grandi e piccole opere, sia ad olio che guaches di grande effetto.
È con queste parole che Giovanni Testori descrive l’opera di Damiano:
“Il visitatore che scorra l’elenco delle mostre espositive di Bernard Damiano organizzate a Parigi, Toronto, Mosca, Milano, Sanremo, Nizza, Montecarlo, Stoccolma, Saint Vincent, Cipro, e in molte altre località e in diversi paesi e continenti, rimarrà sorpreso dalla sproporzione, assolutamente inesplicabile, stabilitasi fra la quantità di occasioni che critica e pubblico hanno avuto d’imbattersi e così conoscere l’opera di questo grande artista, ancor oggi poco noto nella sua terra d’origine, che è Damiano Bernard, grande e, per certo, non riducibile a nessun altro che a sé; la sproporzione, dicevo, fra la quantità di tali occasioni e la ben poca rilevanza che, fin qui, nelle vicende dell’arte europea, ha ottenuto una poesia così drammatica e urlante, così squassata, così strozzata, anzi, da se medesima, ma folgorata poi, comunque e sempre, anche laddove si inabissa negli inferi delle seppie, dei catrami, dei carboni, delle peci e dei neri; folgorata dicevo da una tensione pittorica colma d’angosciate meraviglie: talmente colma da parer quasi che, tali meraviglie, essa intenda dissiparle, forse addirittura distruggerle; come se già sapesse che saranno, sempre e comunque, margaritas ad porcos“.
Bernard Damiano è presente in molti cataloghi e testi critici di grandi critici d’arte – Martina Corgnati, Giovanni Testori, Giorgio Severo, Francesco Frangi, Luca Beatrice e molti altri – e ha esposto in tutto il mondo dal Canada a Cipro, da Mosca a Milano, Malta, Parigi, Nizza e Sanremo.
Una sua statua raffigurante il vescovo Fulbert erge davanti alla Cattedrale gotica di Chartres, nella Valle della Loira, commissionata del Governo Francese.
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