Bruno La Vergata. Werke Über Werke
Dal 16 Dicembre 2022 al 16 Gennaio 2023
Cosenza
Luogo: BoCS Museum
Indirizzo: Piazza Tommaso Campanella 22
Orari: dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19; sabato dalle 9 alle 13
Curatori: Simona Caramia, Giuseppe Negro
Un’ondata di colori ha travolto le sale del BoCS Museum di Cosenza. Venerdì è stata inaugurata, infatti, la personale di Bruno La Vergata dal titolo “Werke Über Werke”, una mostra con cui trovano nuova vita in 65 opere più di 150 manifesti realizzati dal graphic designer e artista cosentino negli ultimi 20 anni di attività.
La Vergata è docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e la sua mostra, curata dai colleghi Simona Caramia e Giuseppe Negro, s’inserisce nel novero delle iniziative nate dalla collaborazione tra l’accademia e il BoCS Museum, diretto da Marilena Cerzoso: “Werke Über Werke” sarà visitabile fino al prossimo 16 gennaio.
Le opere sono il risultato della sovrapposizione digitale di almeno due manifesti realizzati negli anni scorsi da La Vergata. Il risultato è un caleidoscopio di colori che si fondo assieme ai testi e alle forme, dando vita a nuovi manifesti in cui a volte è quasi impossibile distinguere gli originali, in altre la sovrapposizione è netta e ben evidente. Una scelta tutt’altro che casuale, quella dell’artista, che nella realizzazione delle opere ha inteso tenere conto soprattutto del criterio estetico nella sovrapposizione.
Nella realizzazione delle opere, inoltre, La Vergata si è dato delle regole: non tagliare le immagini originali, non ridurle e mantenere omogeneo lo standard di sovrapposizione, «lasciando che gli oggetti delle immagini capitassero dove dovevano capitare. Il bello di questo meccanismo è che il risultato è stato capace di sorprendere me stesso per primo perché le associazioni sono “impertinenti”, nel senso stretto: le immagini che si sovrappongono non sono, cioè, pertinenti l’una all’altra. A guidarmi è stato soprattutto il senso estetico del risultato, l’efficacia formale e non le accoppiate significative in termini concettuali», ha spiegato.
Ma non si tratta di un lavoro di graphic design, quanto piuttosto di un lavoro sul design che nasce da una domanda che si è posto l’artista: «Cosa possiamo fare usando come base l’ordine e la chiarezza del design? Si scatena il caos! Questa cosa è interessante, secondo me», ha aggiunto.
Colori, forme, ricerca del caos hanno dunque ispirato un allestimento che non poteva essere tradizionale: «Abbiamo lavorato su un criterio prettamente sinestetico – ha spiegato Simona Caramia -. Le cromie hanno avuto un ruolo fondamentale e ci hanno spinto a ricercare un ambiente immersivo, “all-over”, potremmo dire, in cui la forza dell’insieme restituisce un ambiente, appunto, sinestetico».
«Rispetto all’allestimento della mostra di Bergantini (la precedente realizzata dall’Aba Catanzaro al BoCS Museum, ndr) – ha aggiunto Giuseppe Negro – ci troviamo in un ambiente completamente diverso, perché Bruno La Vergata ha trasformato quello che ha costruito nel suo percorso da grafico quasi in delle pitture. Un po’ come nel processo seguito da Rotella nello strappare i manifesti, qui abbiamo una sovrapposizione che fanno nascere cromie e forme più simili a quelle proprie di una pittura».
Aba Catanzaro e BoCS Museum di Cosenza trovano in Bruno La Vergata un punto di contatto perfetto. L’artista cosentino, formatosi negli anni del liceo proprio nella città bruzia prima di proseguire gli studi e lavorare tra Firenze e Milano, è tornato in Calabria per lavorare all’Unical e ora è docente dell’accademia catanzarese. Un cerchio che si chiude con la sua personale nel cuore di Cosenza: «Nei manifesti di Bruno La Vergata c’è tanta Cosenza – ha detto Marilena Cerzoso -. Le sue opere, però, vanno bel al di là di questo aspetto: la mostra è estremamente interessante e racconta di un artista di grandi sensibilità e ingegno».
Come avvenuto in occasione della mostra di Simone Bergantini, anche in questo caso Accademia di Belle Arti di Catanzaro e BoCS Museum hanno scelto di mettere in relazione le opere che fanno parte della collezione permanente del museo con quelle dell’artista in esposizione. In questa occasione, però, la scelta è stata quella di mantenere in esposizione solo un’opera del BoCS, quella firmata da Laura Cionci, giovane artista romana recentemente scomparsa, alla memoria della quale, attraverso questo gesto, Aba Catanzaro e BoCS Museum hanno inteso corrispondere un sentito tributo.
BRUNO LA VERGATA
Docente di Graphic Design presso L’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Nato a Cosenza il 1957, si diploma a pieni voti al Liceo Artistico della stessa città. Segue i corsi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove conclude gli studi con lode, con una tesi su Walter Benjamin.
Insegna per sei anni all’Accademia di Firenze e per dieci all’Accademia di Brera a Milano. È inoltre per dieci anni docente a contratto presso l’Università della Calabria.
Collabora con gruppi di ricerca audiovisiva e teatrale e, con “Krypton”, partecipa a Documenta 8, a Kassel in Germania.
Dopo una intensa attività espositiva in Italia e all’estero, dal 2000 si dedica quasi esclusivamente al Graphic Design, con collaborazioni che si estendono fino alla Norvegia e al Giappone.
Suoi lavori sono presenti in musei e collezioni pubbliche e private. Alcuni suoi disegni sono conservati agli Uffizi di Firenze.
La Vergata è docente dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e la sua mostra, curata dai colleghi Simona Caramia e Giuseppe Negro, s’inserisce nel novero delle iniziative nate dalla collaborazione tra l’accademia e il BoCS Museum, diretto da Marilena Cerzoso: “Werke Über Werke” sarà visitabile fino al prossimo 16 gennaio.
Le opere sono il risultato della sovrapposizione digitale di almeno due manifesti realizzati negli anni scorsi da La Vergata. Il risultato è un caleidoscopio di colori che si fondo assieme ai testi e alle forme, dando vita a nuovi manifesti in cui a volte è quasi impossibile distinguere gli originali, in altre la sovrapposizione è netta e ben evidente. Una scelta tutt’altro che casuale, quella dell’artista, che nella realizzazione delle opere ha inteso tenere conto soprattutto del criterio estetico nella sovrapposizione.
Nella realizzazione delle opere, inoltre, La Vergata si è dato delle regole: non tagliare le immagini originali, non ridurle e mantenere omogeneo lo standard di sovrapposizione, «lasciando che gli oggetti delle immagini capitassero dove dovevano capitare. Il bello di questo meccanismo è che il risultato è stato capace di sorprendere me stesso per primo perché le associazioni sono “impertinenti”, nel senso stretto: le immagini che si sovrappongono non sono, cioè, pertinenti l’una all’altra. A guidarmi è stato soprattutto il senso estetico del risultato, l’efficacia formale e non le accoppiate significative in termini concettuali», ha spiegato.
Ma non si tratta di un lavoro di graphic design, quanto piuttosto di un lavoro sul design che nasce da una domanda che si è posto l’artista: «Cosa possiamo fare usando come base l’ordine e la chiarezza del design? Si scatena il caos! Questa cosa è interessante, secondo me», ha aggiunto.
Colori, forme, ricerca del caos hanno dunque ispirato un allestimento che non poteva essere tradizionale: «Abbiamo lavorato su un criterio prettamente sinestetico – ha spiegato Simona Caramia -. Le cromie hanno avuto un ruolo fondamentale e ci hanno spinto a ricercare un ambiente immersivo, “all-over”, potremmo dire, in cui la forza dell’insieme restituisce un ambiente, appunto, sinestetico».
«Rispetto all’allestimento della mostra di Bergantini (la precedente realizzata dall’Aba Catanzaro al BoCS Museum, ndr) – ha aggiunto Giuseppe Negro – ci troviamo in un ambiente completamente diverso, perché Bruno La Vergata ha trasformato quello che ha costruito nel suo percorso da grafico quasi in delle pitture. Un po’ come nel processo seguito da Rotella nello strappare i manifesti, qui abbiamo una sovrapposizione che fanno nascere cromie e forme più simili a quelle proprie di una pittura».
Aba Catanzaro e BoCS Museum di Cosenza trovano in Bruno La Vergata un punto di contatto perfetto. L’artista cosentino, formatosi negli anni del liceo proprio nella città bruzia prima di proseguire gli studi e lavorare tra Firenze e Milano, è tornato in Calabria per lavorare all’Unical e ora è docente dell’accademia catanzarese. Un cerchio che si chiude con la sua personale nel cuore di Cosenza: «Nei manifesti di Bruno La Vergata c’è tanta Cosenza – ha detto Marilena Cerzoso -. Le sue opere, però, vanno bel al di là di questo aspetto: la mostra è estremamente interessante e racconta di un artista di grandi sensibilità e ingegno».
Come avvenuto in occasione della mostra di Simone Bergantini, anche in questo caso Accademia di Belle Arti di Catanzaro e BoCS Museum hanno scelto di mettere in relazione le opere che fanno parte della collezione permanente del museo con quelle dell’artista in esposizione. In questa occasione, però, la scelta è stata quella di mantenere in esposizione solo un’opera del BoCS, quella firmata da Laura Cionci, giovane artista romana recentemente scomparsa, alla memoria della quale, attraverso questo gesto, Aba Catanzaro e BoCS Museum hanno inteso corrispondere un sentito tributo.
BRUNO LA VERGATA
Docente di Graphic Design presso L’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Nato a Cosenza il 1957, si diploma a pieni voti al Liceo Artistico della stessa città. Segue i corsi di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove conclude gli studi con lode, con una tesi su Walter Benjamin.
Insegna per sei anni all’Accademia di Firenze e per dieci all’Accademia di Brera a Milano. È inoltre per dieci anni docente a contratto presso l’Università della Calabria.
Collabora con gruppi di ricerca audiovisiva e teatrale e, con “Krypton”, partecipa a Documenta 8, a Kassel in Germania.
Dopo una intensa attività espositiva in Italia e all’estero, dal 2000 si dedica quasi esclusivamente al Graphic Design, con collaborazioni che si estendono fino alla Norvegia e al Giappone.
Suoi lavori sono presenti in musei e collezioni pubbliche e private. Alcuni suoi disegni sono conservati agli Uffizi di Firenze.
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