Matt Mullican. The Meaning of Things

Matt Mullican. The Meaning of Things, Ex Chiesa San Francesco - Spazio Culturale Antonio Ratti, Como
Dal 19 Luglio 2013 al 06 Settembre 2013
Como
Luogo: Ex Chiesa San Francesco - Spazio Culturale Antonio Ratti
Indirizzo: largo Spallino 1
Orari: da martedì a domenica 16-20
Curatori: Simone Menegoi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 031 233111
E-Mail info: infocsav@fondazioneratti.org
Sito ufficiale: http://www.fondazioneratti.org
The Meaning of Things si incardina intorno a Untitled, set di quattro stendardi realizzato da Mullican per la sua mostra personale a Le Magasin di Grenoble (1990) e da allora esposto solo un’altra volta in ragione delle sue dimensioni (ogni stendardo misura quasi 14 metri di altezza per 7 di larghezza). Gli stendardi, che scandiranno nel senso della lunghezza la navata dell’ex chiesa di San Francesco, contengono un repertorio di figure stilizzate che tocca ogni aspetto del reale e dell’esperienza umana, dal più immediato al più astratto.
I simboli sono suddivisi in cinque aree di colore diverso: verde (gli elementi fisici), azzurro (il mondo in quanto dotazione di vita e di significato), giallo (le arti), nero (il linguaggio) e rosso (la soggettività). Il linguaggio visivo dei banner è estremamente immediato, simile a quello dei loghi commerciali, della segnaletica urbana o – paragone calzante, dato il contesto in cui l’opera viene esposta – dell’araldica. Al tempo stesso il significato dei simboli, e l’architettura del sistema che li comprende, richiedono allo spettatore la conoscenza del codice soggettivo elaborato dall’artista.
Come Mullican non si stanca di ripetere, la sua complessa cosmologia è in realtà una meta-cosmologia, una riflessione artistica sul modo in cui costruiamo collettivamente un’immagine del reale: «La mia cosmologia è un modello di cosmologia; non è una cosmologia. Una cosmologia non è un fenomeno formale, ma sociale; è una struttura di convinzioni, una struttura di valori condivisi». Una struttura come quella del Cristianesimo, ad esempio, che ha determinato la forma dell’edificio in cui avrà luogo la mostra.
Fra uno stendardo e l’altro troveranno posto tavoli allestiti con stampe e vetrine-scultura che offriranno allo spettatore ulteriori chiavi di accesso al complesso “sistema di sistemi” inventato dall’artista. Completeranno la mostra una serie di nuovi schemi cosmologici disegnati su carta e quattro video: due girati da “That Person”, l’alter ego dell’artista sotto ipnosi, e due animazioni digitali che illustrano una sorta di città ideale concepita da Mullican a partire dalla sua cosmologia, o, per dirla con le sue parole, «a chart as a city».
I simboli sono suddivisi in cinque aree di colore diverso: verde (gli elementi fisici), azzurro (il mondo in quanto dotazione di vita e di significato), giallo (le arti), nero (il linguaggio) e rosso (la soggettività). Il linguaggio visivo dei banner è estremamente immediato, simile a quello dei loghi commerciali, della segnaletica urbana o – paragone calzante, dato il contesto in cui l’opera viene esposta – dell’araldica. Al tempo stesso il significato dei simboli, e l’architettura del sistema che li comprende, richiedono allo spettatore la conoscenza del codice soggettivo elaborato dall’artista.
Come Mullican non si stanca di ripetere, la sua complessa cosmologia è in realtà una meta-cosmologia, una riflessione artistica sul modo in cui costruiamo collettivamente un’immagine del reale: «La mia cosmologia è un modello di cosmologia; non è una cosmologia. Una cosmologia non è un fenomeno formale, ma sociale; è una struttura di convinzioni, una struttura di valori condivisi». Una struttura come quella del Cristianesimo, ad esempio, che ha determinato la forma dell’edificio in cui avrà luogo la mostra.
Fra uno stendardo e l’altro troveranno posto tavoli allestiti con stampe e vetrine-scultura che offriranno allo spettatore ulteriori chiavi di accesso al complesso “sistema di sistemi” inventato dall’artista. Completeranno la mostra una serie di nuovi schemi cosmologici disegnati su carta e quattro video: due girati da “That Person”, l’alter ego dell’artista sotto ipnosi, e due animazioni digitali che illustrano una sorta di città ideale concepita da Mullican a partire dalla sua cosmologia, o, per dirla con le sue parole, «a chart as a city».
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 26 febbraio 2025 al 05 maggio 2025 Venezia | Museo Fortuny
Sergio Monari. Sincronie
-
Dal 01 marzo 2025 al 29 giugno 2025 Torino | Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito – Mastio della Cittadella
PAUL GAUGUIN. IL DIARIO DI NOA NOA E ALTRE AVVENTURE
-
Dal 27 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Milano | Palazzo Reale
Art Déco. Il trionfo della modernità
-
Dal 28 febbraio 2025 al 09 giugno 2025 Roma | Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
CHROMOTHERAPIA. La fotografia a colori che rende felici
-
Dal 22 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Forlì | Museo Civico San Domenico
Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie
-
Dal 21 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Rovigo | Palazzo Roverella
HAMMERSHØI e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l’Italia