Roberto Giglio. Le forme dell’oblio
![Roberto Giglio, Paese Roberto Giglio, Paese](http://www.arte.it/foto/600x450/84/128961-Roberto_Giglio_-_Paese_8.jpg)
Roberto Giglio, Paese
Dal 07 Maggio 2022 al 31 Agosto 2022
Catanzaro
Luogo: Museo MARCA
Indirizzo: Via Alessandro Turco 63
Orari: 9.30-13.00 / 15.30-20.00; chiuso il lunedì
Curatori: Giorgio de Finis
Enti promotori:
- Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro
Costo del biglietto: intero Euro 4, ridotto Euro 3
Telefono per informazioni: +39 0961 746797
E-Mail info: info@museomarca.com
Sito ufficiale: http://www.museomarca.info
Gli spazi espositivi del piano inferiore del Museo MARCA, dal 7 maggio 2022, ospiteranno la mostra di Roberto Giglio “Le forme dell’oblio”, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro. L’esposizione, curata da Giorgio de Finis, antropologo e direttore del Museo delle Periferie di Roma, proporrà alla visione 35 opere pittoriche, alcune di grande formato, selezionate tra le più significative della produzione dell’artista, e oltre 90 disegni.
Roberto Giglio, artista originario di Badolato, ha voluto rivolgere con “Le forme dell’oblio” un riconoscimento alla sua terra natia e non solo; la mostra si apre con una sequenza di opere dedicate alla Calabria e riassume il percorso artistico di un architetto che a un certo punto della sua vita ha deciso di dedicarsi più compiutamente all’arte. Un percorso segnato da una convincente continuità nel modo di fare pittura, nelle tecniche, nelle atmosfere evocate: da “I fantasmi di Badolato”, alle piazze e agli scorci di numerosi altri antichi borghi abbandonati della Calabria che non recano più tracce d’umano, nelle sue tele c’è l’urgenza di ridare un senso a questi luoghi e agli abitanti. “[…] I suoi quadri guardano avanti e non solo indietro, e guardano ben oltre i confini del proprio territorio…”, come sottolinea il curatore della mostra nel suo testo in catalogo.
Giglio mostra una sensibilità profonda per le arti visive, per la pittura e in particolare per l'acquerello, passando dalla figura all’informale. Utilizza il bianco e la luce per decostruire volti e architetture, nell’istintivo bisogno di cercare l’essenziale delle cose e della vita. Dipinge luoghi e persone sospesi nel mistero, nel dolore, nella bellezza, nella loro pura e semplice essenza, forme sospese tra cielo e terra, figura e astrazione, realtà e immaginazione, materia e spirito, centro e periferia, progresso e immobilità.
La mostra si inserisce nel più vasto progetto ideato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, Glocal V, nella sezione Attraversare il Territorio, offrendo ancora una volta l’occasione per conoscere e apprezzare il dinamismo creativo di quegli artisti che si dedicano con passione ad arricchire il patrimonio culturale del territorio.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano /inglese), edito da Silvana Editoriale per la collana “Quaderni del Marca”, contenente i testi critici di Rocco Guglielmo, Giorgio de Finis, Mimmo Gangemi e Giuseppe Sommario.
Roberto Giglio nasce a Badolato, in Calabria e precocemente inizia a dipingere sotto la guida del padre. Nel 1986 è a Roma dove frequenta la facoltà di Architettura, laureandosi con una tesi in scenografia avente come tema “Il teatro dei luoghi”. Durante gli studi universitari avviene l’incontro con il pittore spagnolo Pedro Cano, che diventerà suo maestro e sarà fondamentale per la maturazione della sua cifra artistica. Dopo gli studi universitari inizia una lunga collaborazione con l’architetto Pasquale Piroso, che lo porterà a sperimentare fusioni di linguaggio tra arte, artigianato e design. Dal 2008 a oggi partecipa alla progettazione e realizzazione, tra Roma e la Calabria, di spettacoli teatrali, festival ed eventi artistico-culturali. In particolare, ha dato vita a una serie di installazioni-laboratorio per bambini, ambientati in piccoli centri storici calabresi a rischio d’abbandono. Laboratori che abbracciano l’idea di arte nei luoghi e arte come esperienza condivisa, il cui proposito è quello di scoprire immagini, simboli e valori, attraverso il racconto, la manualità e la creazione artistica, quale strumento educativo per eccellenza.
La pittura di Roberto Giglio è narrazione e concentrazione di memoria immaginativa. Passando dalla figura all’informale, utilizza il bianco della luce per decostruire volti e architetture. Il suo lavoro esprime un senso di mistero e sospensione. Attraverso visioni incantate e surreali, la sua tecnica elabora un lento passaggio filtrato nella memoria, anti-descrittivo e lirico. La pittura è nei suoi lavori un viaggio della lentezza in cui la vera poesia è tutto il vissuto che si deposita tra l’ombra e la luce. Attualmente vive e lavora tra Badolato e Roma.
Inaugurazione Sabato 7 maggio 2022 ore 18.30
Roberto Giglio, artista originario di Badolato, ha voluto rivolgere con “Le forme dell’oblio” un riconoscimento alla sua terra natia e non solo; la mostra si apre con una sequenza di opere dedicate alla Calabria e riassume il percorso artistico di un architetto che a un certo punto della sua vita ha deciso di dedicarsi più compiutamente all’arte. Un percorso segnato da una convincente continuità nel modo di fare pittura, nelle tecniche, nelle atmosfere evocate: da “I fantasmi di Badolato”, alle piazze e agli scorci di numerosi altri antichi borghi abbandonati della Calabria che non recano più tracce d’umano, nelle sue tele c’è l’urgenza di ridare un senso a questi luoghi e agli abitanti. “[…] I suoi quadri guardano avanti e non solo indietro, e guardano ben oltre i confini del proprio territorio…”, come sottolinea il curatore della mostra nel suo testo in catalogo.
Giglio mostra una sensibilità profonda per le arti visive, per la pittura e in particolare per l'acquerello, passando dalla figura all’informale. Utilizza il bianco e la luce per decostruire volti e architetture, nell’istintivo bisogno di cercare l’essenziale delle cose e della vita. Dipinge luoghi e persone sospesi nel mistero, nel dolore, nella bellezza, nella loro pura e semplice essenza, forme sospese tra cielo e terra, figura e astrazione, realtà e immaginazione, materia e spirito, centro e periferia, progresso e immobilità.
La mostra si inserisce nel più vasto progetto ideato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, Glocal V, nella sezione Attraversare il Territorio, offrendo ancora una volta l’occasione per conoscere e apprezzare il dinamismo creativo di quegli artisti che si dedicano con passione ad arricchire il patrimonio culturale del territorio.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano /inglese), edito da Silvana Editoriale per la collana “Quaderni del Marca”, contenente i testi critici di Rocco Guglielmo, Giorgio de Finis, Mimmo Gangemi e Giuseppe Sommario.
Roberto Giglio nasce a Badolato, in Calabria e precocemente inizia a dipingere sotto la guida del padre. Nel 1986 è a Roma dove frequenta la facoltà di Architettura, laureandosi con una tesi in scenografia avente come tema “Il teatro dei luoghi”. Durante gli studi universitari avviene l’incontro con il pittore spagnolo Pedro Cano, che diventerà suo maestro e sarà fondamentale per la maturazione della sua cifra artistica. Dopo gli studi universitari inizia una lunga collaborazione con l’architetto Pasquale Piroso, che lo porterà a sperimentare fusioni di linguaggio tra arte, artigianato e design. Dal 2008 a oggi partecipa alla progettazione e realizzazione, tra Roma e la Calabria, di spettacoli teatrali, festival ed eventi artistico-culturali. In particolare, ha dato vita a una serie di installazioni-laboratorio per bambini, ambientati in piccoli centri storici calabresi a rischio d’abbandono. Laboratori che abbracciano l’idea di arte nei luoghi e arte come esperienza condivisa, il cui proposito è quello di scoprire immagini, simboli e valori, attraverso il racconto, la manualità e la creazione artistica, quale strumento educativo per eccellenza.
La pittura di Roberto Giglio è narrazione e concentrazione di memoria immaginativa. Passando dalla figura all’informale, utilizza il bianco della luce per decostruire volti e architetture. Il suo lavoro esprime un senso di mistero e sospensione. Attraverso visioni incantate e surreali, la sua tecnica elabora un lento passaggio filtrato nella memoria, anti-descrittivo e lirico. La pittura è nei suoi lavori un viaggio della lentezza in cui la vera poesia è tutto il vissuto che si deposita tra l’ombra e la luce. Attualmente vive e lavora tra Badolato e Roma.
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