Enzo Cucchi
olio su tela, cm 280 x 320
Dal 17 Dicembre 2011 al 01 Aprile 2012
Catanzaro
Luogo: MARCA
Indirizzo: Via Alessandro Turco 63
Orari: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30
Curatori: Achille Bonito Oliva, Alberto Fiz
Costo del biglietto: 3 euro
Telefono per informazioni: +39 0961.746797
E-Mail info: info@museomarca.com
Sito ufficiale: http://www.museomarca.com
Enzo Cucchi è il protagonista della nuova stagione espositiva al MARCA di Catanzaro. L'artista, tra le personalità più note in ambito internazionale, ha realizzato per il museo di Catanzaro un progetto del tutto inedito con oltre 50 opere fra dipinti, sculture e ceramiche degli ultimi tre anni che, all'interno di una narrazione polisemica, superano ogni distinzione di genere.
La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz, s'inaugura il 17 dicembre per rimanere aperta sino al 1° aprile 2012 ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro - Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella.
L'iniziativa è accompagnata da un catalogo edito da Prearo con i saggi dei due curatori e una sezione dedicata all'allestimento del progetto al MARCA.
L'esposizione dedicata a Enzo Cucchi rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione dei 150° anniversario dell'Unità d'Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni. Accanto alla rassegna storica sulla Transavanguardia italiana a Palazzo Reale di Milano, vengono organizzate le personali dei cinque artisti che hanno dato vita al movimento con Sandro Chia all'ex Foro Boario di Modena, Nicola De Maria al Centro Pecci di Prato, Mimmo Paladino all'ex-Gil di Luigi Moretti a Roma e Francesco Clemente a Palazzo Sant'Elia di Palermo.
La presenza di Cucchi al MARCA è stata fortemente voluta da Bonito Oliva e da Alberto Fiz. Proprio il direttore artistico del museo spiega la scelta: "Cucchi non è solo il protagonista di un'esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l'arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l'artefice di una ricerca dove l'immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare."
Bonito Oliva sottolinea come "la visionarietà di Cucchi vada incontro ad un percorso nomadico, spesso imprevedibile, fatto di continui sconfinamenti e di disseminazioni in un terreno che coinvolge il sacro e il profano, la componente materiale e quella volatile, immateriale."
Come afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro, "è motivo di orgoglio che il MARCA prenda parte ad un progetto di così ampio significato. Questa è un'ulteriore conferma del ruolo di primo piano assunto dal museo in ambito nazionale. La transavanguardia e l'opera di Cucchi, in particolare, hanno avuto la capacità d'incidere profondamente sul nostro territorio sdoganando la pittura di molti giovani artisti." La mostra non si sviluppa secondo un percorso cronologico o tematico, ma come verifica costante di un processo che si determina nelle sale del museo in base ad una costante tensione emotiva evidenziata da un allestimento particolarmente sofisticato.
Cucchi aggrega forme e materiali eterogenei uscendo da ogni forma di schematismo e lo spettatore viene accolto da Morsa, una grande composizione di quasi quattro metri sormontata da una rete metallica anch'essa dipinta che interferisce con la pittura sviluppando un'ipotesi costruttiva che prende le distanze da ogni forma di rappresentazione tradizionale potenziando l'autonomia dell'immagine.
Poco più in là è esposto Robin Wood, una grande opera inedita di oltre tre metri che viene presentata al MARCA per la prima volta. In questa circostanza è possibile rintracciare l'immagine di Vincent Van Gogh in un contesto naturale dove il volto del maestro olandese, impigliato tra le fronde degli alberi, è un'apparizione quasi clandestina che sottolinea il significato mitico della pittura.
Ciascun ambiente del museo viene reinterpretato in termini spaziali e architettonici e nella sala centrale si trova la Grande Porta, lamiera in metallo di oltre quattro metri dove si aggancia una serie di idoli in bronzo. "Sono sculture con le gambe che vanno in processione", afferma Cucchi che ancora una volta traghetta le immagini creando opere plastiche imprevedibili da appendere che esprimono un bisogno ancestrale e primitivo.
Nelle sale del MARCA Cucchi sceglie d'intensificare l'immagine in un continuo rimescolamento dei generi dove le ceramiche (alcune nate in occasione di questa rassegna) appaiono reificate: gli elementi caratteristici della sua pittura si fanno presenza e s'identificano soggetti quali cani, galli, case, teschi, oltre ad architetture immaginarie come le Cattedrali, tutti inseriti all'interno di un'unica installazione. Il lavoro di Cucchi abbraccia la creazione nella sua totalità in una continua elaborazione e sovrapposizione di segni dove convivono suggestioni e ricordi differenti provenienti dalla storia dell'arte, dalle leggende, così come dalla cultura popolare.
Attratto dalla sinergia tra elementi in apparenza inconciliabili, la ceramica si presenta sotto altre forme nella serie dei Quadri politici svizzeri esposta in quest'occasione che si possono osservare attraverso una particolare struttura a cannocchiale. In queste opere, dove viene messa in discussione il punto di vista dell'osservatore, la ceramica è parte integrante della pittura determinando uno scavalcamento prospettico che investe le due tecniche. Sono miniature preziose che si sviluppano come estensione della memoria permettendo che si affaccino visioni impreviste di paesaggi o di figure.
Una mostra, dunque, dove Cucchi ha riorganizzato gli spazi del museo attraverso un progetto che apre nuovi interrogativi sul processo artistico e creativo.
In quest'ottica va collocata anche La Galleria di Enzo. Appunti di Pittura, una mostra che Enzo Cucchi, nella veste inedita di curatore, ha voluto realizzare insieme a Arianna Rosica nell'ambito del suo progetto proposto al MARCA.
Dal 17 dicembre al 29 gennaio 2012 un piano del museo è dedicato ad una riflessione sull'attualità del mezzo pittorico attraverso l'esposizione collettiva di un gruppo di giovani artisti tra i più promettenti della scena nazionale scelti dai due curatori: Lorenza Boisi, Gianluca Di Pasquale, Ivan Malerba, Angelo Mosca, Pesce-Khete e Michele Tocca. Tra loro s'intrufola anche Cucchi con un suo dipinto. Lo scambio generazionale prosegue e la rassegna è accompagnata da una specifica pubblicazione con un lungo dialogo tra gli artisti e i curatori dove si tenta di rispondere alla domanda ineludibile e urgente: "Ma che cos'è la pittura?".
Enzo Cucchi nasce a Morro d'Alba, un paese contadino nella provincia di Ancona, il 14 novembre 1949. Considerato l'artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Cucchi ha, sin dagli anni Ottanta, un riconoscimento internazionale. Già dalla fine degli anni Settanta l'artista, trasferitosi a Roma, entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e Sandro Chia, con i quali instaura uno scambio dialettico ed intellettuale.
La pittura è per Cucchi mezzo di aggregazione di forme, concetti, attraverso cui assorbire immagini e pensieri. La perdita delle coordinate spazio temporali e l'incursione continua nel territorio culturale e in quello delle emozioni, coincide con un uso personale dei colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati, e con una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, dal mosaico, al bronzo. La sinergia tra le arti lo ha condotto a muoversi in ambiti differenti (dalle arti visive all'architettura, al design, alla moda). Così nascono le collaborazioni con Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e Mario Botta.
Negli ultimi anni, quattro opere permanenti sono state appositamente realizzate dall'artista per quattro diverse città: il mosaico per il Museum of Art di Tel Aviv, la ceramica monumentale per l'Ala Mazzoniana della Stazione Termini a Roma, i due lavori in ceramica per la Stazione Salvador Rosa, progettata da Mendini, nella metropolitana di Napoli e il mosaico per l'aula delle udienze del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara. Lavori che dimostrano come l'attualità di un linguaggio fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno e seduzione formale della materia, possa rapportarsi con la complessità dello spazio urbano e con i singoli contesti culturali con i quali questo entra in comunicazione. Tra i lavori più significativi in questa direzione vanno citati gli affreschi della Cappella di Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata dall'architetto Mario Botta (1992 - 1994) e l'ideazione del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali e ha preso parte a mostre collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, Il Musée d'art modern di Saint- Etienne Metropole, il Museo Correr di Venezia, la Triennale di Milano. Ha partecipato, inoltre, alle rassegne d'arte contemporanea più significative a livello internazionale tra cui la Biennale di Venezia e Documenta di Kassel. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.
La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz, s'inaugura il 17 dicembre per rimanere aperta sino al 1° aprile 2012 ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro - Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella.
L'iniziativa è accompagnata da un catalogo edito da Prearo con i saggi dei due curatori e una sezione dedicata all'allestimento del progetto al MARCA.
L'esposizione dedicata a Enzo Cucchi rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione dei 150° anniversario dell'Unità d'Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni. Accanto alla rassegna storica sulla Transavanguardia italiana a Palazzo Reale di Milano, vengono organizzate le personali dei cinque artisti che hanno dato vita al movimento con Sandro Chia all'ex Foro Boario di Modena, Nicola De Maria al Centro Pecci di Prato, Mimmo Paladino all'ex-Gil di Luigi Moretti a Roma e Francesco Clemente a Palazzo Sant'Elia di Palermo.
La presenza di Cucchi al MARCA è stata fortemente voluta da Bonito Oliva e da Alberto Fiz. Proprio il direttore artistico del museo spiega la scelta: "Cucchi non è solo il protagonista di un'esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l'arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l'artefice di una ricerca dove l'immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare."
Bonito Oliva sottolinea come "la visionarietà di Cucchi vada incontro ad un percorso nomadico, spesso imprevedibile, fatto di continui sconfinamenti e di disseminazioni in un terreno che coinvolge il sacro e il profano, la componente materiale e quella volatile, immateriale."
Come afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro, "è motivo di orgoglio che il MARCA prenda parte ad un progetto di così ampio significato. Questa è un'ulteriore conferma del ruolo di primo piano assunto dal museo in ambito nazionale. La transavanguardia e l'opera di Cucchi, in particolare, hanno avuto la capacità d'incidere profondamente sul nostro territorio sdoganando la pittura di molti giovani artisti." La mostra non si sviluppa secondo un percorso cronologico o tematico, ma come verifica costante di un processo che si determina nelle sale del museo in base ad una costante tensione emotiva evidenziata da un allestimento particolarmente sofisticato.
Cucchi aggrega forme e materiali eterogenei uscendo da ogni forma di schematismo e lo spettatore viene accolto da Morsa, una grande composizione di quasi quattro metri sormontata da una rete metallica anch'essa dipinta che interferisce con la pittura sviluppando un'ipotesi costruttiva che prende le distanze da ogni forma di rappresentazione tradizionale potenziando l'autonomia dell'immagine.
Poco più in là è esposto Robin Wood, una grande opera inedita di oltre tre metri che viene presentata al MARCA per la prima volta. In questa circostanza è possibile rintracciare l'immagine di Vincent Van Gogh in un contesto naturale dove il volto del maestro olandese, impigliato tra le fronde degli alberi, è un'apparizione quasi clandestina che sottolinea il significato mitico della pittura.
Ciascun ambiente del museo viene reinterpretato in termini spaziali e architettonici e nella sala centrale si trova la Grande Porta, lamiera in metallo di oltre quattro metri dove si aggancia una serie di idoli in bronzo. "Sono sculture con le gambe che vanno in processione", afferma Cucchi che ancora una volta traghetta le immagini creando opere plastiche imprevedibili da appendere che esprimono un bisogno ancestrale e primitivo.
Nelle sale del MARCA Cucchi sceglie d'intensificare l'immagine in un continuo rimescolamento dei generi dove le ceramiche (alcune nate in occasione di questa rassegna) appaiono reificate: gli elementi caratteristici della sua pittura si fanno presenza e s'identificano soggetti quali cani, galli, case, teschi, oltre ad architetture immaginarie come le Cattedrali, tutti inseriti all'interno di un'unica installazione. Il lavoro di Cucchi abbraccia la creazione nella sua totalità in una continua elaborazione e sovrapposizione di segni dove convivono suggestioni e ricordi differenti provenienti dalla storia dell'arte, dalle leggende, così come dalla cultura popolare.
Attratto dalla sinergia tra elementi in apparenza inconciliabili, la ceramica si presenta sotto altre forme nella serie dei Quadri politici svizzeri esposta in quest'occasione che si possono osservare attraverso una particolare struttura a cannocchiale. In queste opere, dove viene messa in discussione il punto di vista dell'osservatore, la ceramica è parte integrante della pittura determinando uno scavalcamento prospettico che investe le due tecniche. Sono miniature preziose che si sviluppano come estensione della memoria permettendo che si affaccino visioni impreviste di paesaggi o di figure.
Una mostra, dunque, dove Cucchi ha riorganizzato gli spazi del museo attraverso un progetto che apre nuovi interrogativi sul processo artistico e creativo.
In quest'ottica va collocata anche La Galleria di Enzo. Appunti di Pittura, una mostra che Enzo Cucchi, nella veste inedita di curatore, ha voluto realizzare insieme a Arianna Rosica nell'ambito del suo progetto proposto al MARCA.
Dal 17 dicembre al 29 gennaio 2012 un piano del museo è dedicato ad una riflessione sull'attualità del mezzo pittorico attraverso l'esposizione collettiva di un gruppo di giovani artisti tra i più promettenti della scena nazionale scelti dai due curatori: Lorenza Boisi, Gianluca Di Pasquale, Ivan Malerba, Angelo Mosca, Pesce-Khete e Michele Tocca. Tra loro s'intrufola anche Cucchi con un suo dipinto. Lo scambio generazionale prosegue e la rassegna è accompagnata da una specifica pubblicazione con un lungo dialogo tra gli artisti e i curatori dove si tenta di rispondere alla domanda ineludibile e urgente: "Ma che cos'è la pittura?".
Enzo Cucchi nasce a Morro d'Alba, un paese contadino nella provincia di Ancona, il 14 novembre 1949. Considerato l'artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Cucchi ha, sin dagli anni Ottanta, un riconoscimento internazionale. Già dalla fine degli anni Settanta l'artista, trasferitosi a Roma, entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e Sandro Chia, con i quali instaura uno scambio dialettico ed intellettuale.
La pittura è per Cucchi mezzo di aggregazione di forme, concetti, attraverso cui assorbire immagini e pensieri. La perdita delle coordinate spazio temporali e l'incursione continua nel territorio culturale e in quello delle emozioni, coincide con un uso personale dei colori, addensati, poi stirati, violenti, poi accennati, e con una sperimentazione ad ampio raggio delle tecniche artistiche, dalla pittura alla ceramica, dal mosaico, al bronzo. La sinergia tra le arti lo ha condotto a muoversi in ambiti differenti (dalle arti visive all'architettura, al design, alla moda). Così nascono le collaborazioni con Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e Mario Botta.
Negli ultimi anni, quattro opere permanenti sono state appositamente realizzate dall'artista per quattro diverse città: il mosaico per il Museum of Art di Tel Aviv, la ceramica monumentale per l'Ala Mazzoniana della Stazione Termini a Roma, i due lavori in ceramica per la Stazione Salvador Rosa, progettata da Mendini, nella metropolitana di Napoli e il mosaico per l'aula delle udienze del nuovo Palazzo di Giustizia di Pescara. Lavori che dimostrano come l'attualità di un linguaggio fondato sul cortocircuito tra forza narrativa del segno e seduzione formale della materia, possa rapportarsi con la complessità dello spazio urbano e con i singoli contesti culturali con i quali questo entra in comunicazione. Tra i lavori più significativi in questa direzione vanno citati gli affreschi della Cappella di Monte Tamaro, vicino a Lugano, progettata dall'architetto Mario Botta (1992 - 1994) e l'ideazione del sipario del teatro La Fenice di Senigallia (1996).
Enzo Cucchi ha realizzato numerose mostre personali e ha preso parte a mostre collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli, Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l'Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, Il Musée d'art modern di Saint- Etienne Metropole, il Museo Correr di Venezia, la Triennale di Milano. Ha partecipato, inoltre, alle rassegne d'arte contemporanea più significative a livello internazionale tra cui la Biennale di Venezia e Documenta di Kassel. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali.
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