Vincenzo Foppa. San Giovanni Battista e Santo Stefano
![Vincenzo Foppa, San Giovanni Battista e Santo Stefano, 1510 ca. Vincenzo Foppa, San Giovanni Battista e Santo Stefano, 1510 ca.](http://www.arte.it/foto/600x450/97/133331-Polittico_del_Santissimo_Sacramento_Foppa_.jpg)
Vincenzo Foppa, San Giovanni Battista e Santo Stefano, 1510 ca.
Dal 27 Settembre 2022 al 05 Febbraio 2023
Brescia
Luogo: Pinacoteca Tosio Martinengo
Indirizzo: Piazza Moretto 4
Orari: tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00
Telefono per informazioni: +39 030 2977833 / 834
E-Mail info: cup@bresciamusei.com
Sito ufficiale: http://www.bresciamusei.com
Mentre lo Stendardo di Orzinuovi sarà temporaneamente ospitato nella mostra che la città orceana ha programmato per celebrarne la memoria, la sala II della Pinacoteca ospiterà a fianco dei propri capolavori foppeschi queste due tavole della collezione BPER, anch’essi ascrivibili alla fase più matura del pittore e quindi a una provenienza bresciana.
Le due tavole che rappresentano San Giovanni Battista e Santo Stefano sono elementi di un polittico smembrato la cui identità non è ancora stata riconosciuta e del quale sembrano essere l’unica testimonianza superstite. La prima tavola, collocata in origine a sinistra dell’elemento centrale che forse era una Madonna col Bambino, raffigura san Giovanni Battista con l’abituale rustica tunica e un manto rosso accomodato sulle spalle, ricadente su un braccio. Con la mano sinistra regge un’esile e lunga croce che egli stesso addita quale segno della venuta del Cristo, oltre che viatico alla sua prossima e violenta fine. L’altra tavola, già collocata a destra della principale, mostra invece il protomartire Stefano, riconoscibile per la ricca dalmatica intessuta d’oro e di seta sopra la tunicella bianca, che tiene nelle mani il libro del Vangelo e la palma del martirio. Secondo la leggenda del santo, Stefano subì il martirio per lapidazione, e pertanto è riconoscibile per le pietre che gli vengono normalmente associate quale specifico attributo, qui visibili una in testa e una su una spalla. Entrambi i santi sono raffigurati all’aperto, sullo sfondo di un paesaggio padano che doveva collegare e unificare tutte le tavole del polittico. Il particolare timbro cromatico degli incarnati grigiastri e l’essenzialità delle figure sono elementi di stile che inducono a una datazione molto tarda di questi due pannelli nella produzione del Foppa, da porre all’incirca intorno al 1510, suggerendo utili confronti con la cosiddetta Pala dei Mercanti (1505-1510) e con lo Stendardo di Orzinuovi (1514).
I due dipinti sono da leggere come un preludio alla gentile timidezza e alla malinconia delle figure di Moretto. Questo evento sarà l’occasione per presentare la grande mostra dedicata al Rinascimento bresciano in programma nell’estate autunno 2023.
Le due tavole che rappresentano San Giovanni Battista e Santo Stefano sono elementi di un polittico smembrato la cui identità non è ancora stata riconosciuta e del quale sembrano essere l’unica testimonianza superstite. La prima tavola, collocata in origine a sinistra dell’elemento centrale che forse era una Madonna col Bambino, raffigura san Giovanni Battista con l’abituale rustica tunica e un manto rosso accomodato sulle spalle, ricadente su un braccio. Con la mano sinistra regge un’esile e lunga croce che egli stesso addita quale segno della venuta del Cristo, oltre che viatico alla sua prossima e violenta fine. L’altra tavola, già collocata a destra della principale, mostra invece il protomartire Stefano, riconoscibile per la ricca dalmatica intessuta d’oro e di seta sopra la tunicella bianca, che tiene nelle mani il libro del Vangelo e la palma del martirio. Secondo la leggenda del santo, Stefano subì il martirio per lapidazione, e pertanto è riconoscibile per le pietre che gli vengono normalmente associate quale specifico attributo, qui visibili una in testa e una su una spalla. Entrambi i santi sono raffigurati all’aperto, sullo sfondo di un paesaggio padano che doveva collegare e unificare tutte le tavole del polittico. Il particolare timbro cromatico degli incarnati grigiastri e l’essenzialità delle figure sono elementi di stile che inducono a una datazione molto tarda di questi due pannelli nella produzione del Foppa, da porre all’incirca intorno al 1510, suggerendo utili confronti con la cosiddetta Pala dei Mercanti (1505-1510) e con lo Stendardo di Orzinuovi (1514).
I due dipinti sono da leggere come un preludio alla gentile timidezza e alla malinconia delle figure di Moretto. Questo evento sarà l’occasione per presentare la grande mostra dedicata al Rinascimento bresciano in programma nell’estate autunno 2023.
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