Angelo Colagrossi - Mauro Magni. Terra a terra. Un po' sacro un po' profano
Dal 19 Novembre 2016 al 04 Dicembre 2016
Brescia
Luogo: Chiesa di San Zenone all’Arco
Indirizzo: vicolo San Zenone
Curatori: Paolo Pancaldi
Enti promotori:
- Associazione per l’Arte Le Stelle
- Fondazione ASM
- Unione Cattolica Artisti Italiani
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@artelestelle.it
Il giorno 19 novembre 2016 alle ore 17 l’Associazione per l’Arte Le Stelle, la Fondazione ASM e l’Unione Cattolica Artisti Italiani, in collaborazione con Contemporary Arte Pancaldi, presentano, presso gli spazi della Chiesa sconsacrata di San Zenone all’Arco di Brescia, la mostra bipersonale “Terra a terra. Un po’ sacro un po’ profano” di Angelo Colagrossi e Mauro Magni, a cura di Paolo Pancaldi e con i testi in catalogo di Paolo Pancaldi e Alberto Dambruoso.
“Terra a terra, titolo aperto a molteplici significati. Terra come origine, terra come teatro di violenza, terra oltraggiata, terra faticata ma anche percorsa, inseguita, amata. La ceramica è terra. (...) I due artisti pittori si sono cimentati negli ultimi anni nella realizzazione di opere in terracotta, i cui esiti risultano coerenti in rapporto ai rispettivi linguaggi pittorici. Vengono presentate di Colagrossi un nucleo di terrecotte smaltate sul tema della figura ridotta in forma di sagoma. Una serie di profili femminili orientali, africani, adornati di fili di perle. Eleganti ‘come regine’ di epoche passate. Queste sagome sembrano come cancellate o levigate dal vento. Ridotte a forma priva di una sua storia si inseriscono in quella generale riflessione sulla globalizzazione, sul mondo dei consumi che Colagrossi porta avanti da anni. Lo stesso autore in diverse occasioni le ha definite “forme globalizzate”. Di Magni al contrario viene esposta una moltitudine di soggetti: torri di Migdal, monoliti, fiamme, reliquiari, strutture arcaiche ed architettoniche. Opere che attraverso la metafora iconografica arrivano sempre ad un preciso valore simbolico. L’abbondanza dei temi nell’operare di Magni, è espressione di una poliedricità propria dell’artista che procede nel suo lavoro per approfondimento tematico e intriganza intellettuale.” (Dal testo “Terra a terra” di Paolo Pancaldi)
“La ricerca artistica di Angelo Colagrossi si è incentrata fin dagli esordi della sua attività intorno alla pittura, indagata nel suo duplice statuto: quello della pratica del dipingere in una continuità temporale con la storia del medium e quello che si riferisce al polo della rappresentazione, che nel suo caso diviene apparato sintetico atto a trattenere al suo interno lo scorrere degli eventi del mondo. (...) L’universo pittorico di Colagrossi ancor prima che si parlasse di società globale, era già popolato da figure provenienti dall’Africa, dall’Asia e da altri continenti visitati nel passato dall’artista. (...)Le opere che danno vita alla mostra, cui questo catalogo intende dare testimonianza, nascono dalla considerazione dell’incomunicabilità del mondo d’oggi. Molte delle sagome che erano presenti nelle tele degli anni passati, si sono tramutate oggi in ceramiche smaltate. (...)Sono infatti profili senza identità in quanto mancano gli attributi fondamentali per la significazione di un volto, quali gli occhi, il naso, la bocca. Sono figure che conservano però intatta la bellezza esteriore, resa dall’artista attraverso l’allungamento dei colli, o ricorrendo al disegno ricamatorio ricco di volute e linee serpentinate, di decori in altri termini, volutamente ricercati proprio per rimarcare una condizione di bellezza effimera.” (Dal testo “In silenzio, nel rumore contemporaneo” di Alberto Dambruoso)
“Il nucleo tematico da cui si sviluppa la ricerca artistica portata avanti negli ultimi anni da Mauro Magni e di cui questa mostra ne documenta alcuni dei suoi recenti frutti, va individuato all’interno della sua iconosfera familiare, ovvero in quell’affaccio dalla sua finestra di casa dal quale a nord si erge maestosa una montagna, il cui pendio arriva quasi a ridosso della sua abitazione. Come avvenne per il suo illustre predecessore Cézanne, che colse nella Montaigne di Saint Victoire, le diverse sfaccettature di un monte uguale eppur sempre diverso fino a tarlo trasformare in pura forma-colore, astrazione di un’idea, Magni, partendo dalla forma-montagna arriva a parlarci non solo della sua condizione interiore di uomo e di artista ma anche della società in cui viviamo. Così la montagna in un processo d’intenzionale trasfigurazione, ha finito per assumere nel tempo le forme di una torre, anzi della Torre per antonomasia, quella di Babele, con il suo infinito serbatoio di rimandi semantici oltreché allegorici che ci riportano alla condizione dell’oggi. Un oggi, quello rappresentato dall’artista, che viene colto nel suo precario equilibrio tra naturale e artificiale; quest’ultimo indotto da una società alla ricerca di sempre nuove panacee per illudere l’uomo che tutto sta andando bene in nome del progresso a tutti i costi.” (Dal testo “Reliquie residue, fragili contemporaneità” di Alberto Dambruoso)
Angelo Colagrossi (Roma 1960), pittore italiano. Vive e lavora tra Roma e Todi. Frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e si iscrive poi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma laureandosi in Studi storico-artistici. Già dai primi anni di attività partecipa a mostre collettive di rilevo, “Dodicime- notrentacinquesecondo, Giovani artisti a Roma”, Mattatoio di Roma, Ex Borsa in Campo Boario e “Arte e ambiente”, Museo Centrale del Risorgimento, Roma e presenta la sua prima mostra personale nel 1986 a Palazzo Valentini, Roma. Alla fine degli anni Ottanta la sua famiglia si trasferisce a Sana’a, nello Yemen, e l’artista, dopo una permanenza nel paese, rimane affascinato dalla cultura mediorientale e successivamente da quella orientale. All’inizio dei Novanta si trasferisce nella sua casa di campagna a Todi. Tra le esposizioni ricordiamo la mostra personale a Palazzo Acito, Sasso Barisano, Matera e la partecipazione alla collettiva “L’Arte a Roma”, alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Ex Mattatoio di Testaccio, Roma. Altre partecipazioni: Alitalia, “Sala Freccia Alata”, Aeroporto Milano Malpensa; KPMG, Sede di Berlino; La Cassa - Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno; Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno; Foyer Santa Chiara, Trento; Galleria Plus Arte Puls, Roma. E’ invitato, inoltre, ai Premi Sulmona, Morlotti, Michetti, Ferrazzi e Campomarino ed alle collettive “S/AGO/ME 547”, Traforo Umberto Primo e Ministero degli Affari Esteri, Roma; Gezira Art Center, Il Cairo; Creativity Art Center, Alessandria d’Egitto; MUSPAK – Museo d’arte contemporanea, l’Aquila; Planet Vivid Gallery, Francoforte. Nel 2015 è protagonista di una importante mostra personale alla Philobiblon Gallery di Roma. Tra le ultime partecipazioni “Arteporto”, Porti imperiali di Claudio e Traiano, Fiumicino (RM).
Mauro Magni (Roma 1962), pittore italiano. Vive e lavora a Trevignano Romano (Roma). Si diploma nel 1984 all’Accademia di Belle Arti di Roma e frequenta poi la Scuola Libera del Nudo e il corso biennale di affresco presso la Scuola Comunale di Arti Ornamentali “S. Giacomo” della capitale. Inizia ad esporre nel 1982 a Spoleto nella chiesa di S. Eufemia e a Palazzo Valentini a Roma. In parallelo alla pittura, ha realizzato dipinti per interni occupandosi anche di scenografia, grafica ed illustrazione. Nel 2006 una sua opera grafica è presente alla mostra “Il segno contemporaneo italiano” presso il Museo Crocetti di Roma; dallo stesso anno fino al 2008 ha insegnato “Metodologie, Strumenti e Tecniche didattico-espressive” presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Nel 2011 la personale “Limes Human Land Scapes”, a cura di Antonio G. Benemia, presso lo Spazio Mirionima dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Nello stesso anno assieme a A. Colagrossi, P. Perrone, ed altri artisti italiani, Magni viene invitato ad Hangzhou nell’ambito del gemellaggio culturale tra Italia e Cina; viene invitato a Cuba dal Centro L. Di Sarro e dall’Ambasciata Italiana a L’Avana nell’ambito della “XIV Semana de la Cultura italiana”. Nel 2012 partecipa alla mostra “AL BUIO”, nell’ex Lavanderia dell ex Manicomio di Roma, S. Maria della Pietà; tra le partecipazioni più recenti si segnalano nel 2014 le realizzazioni di due imponenti opere pittoriche site-specific (“Reset” e “Sacro Fuoco”) presso il MAAM di Roma, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, e quello del 2015 all’opera “Insieme” (per l’esposizione “Terme culturali”), grande opera collettiva degli artisti del MAAM, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella. Nel 2015 la significativa personale “Con i propri occhi” alla Philobiblon Gallery di Roma e l’installazione pittorica permanente “MARTE-GAZA” realizzata sulle facciate di Palazzo Perotti a Viterbo per “Corpus 1462”. Nel 2016 è presente alla IV Biennale di Viterbo.
Orari: da mercoledì a domenica 16-19
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