Prospettive di futuro. Merano 1945-1965
Dal 29 Settembre 2012 al 13 Gennaio 2012
Merano | Bolzano
Luogo: Merano Arte
Indirizzo: via Portici 163
Orari: da martedì a domenica 10-18
Curatori: Markus Neuwirth, Ursula Schnitzer
Enti promotori:
- Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano
- Cassa di Risparmio di Bolzano
- Provincia Autonoma di Bolzano
- Comune di Merano
- Regione Autonoma Trentino – Alto Adige
- Azienda Energetica SpA
- Università di Innsbruck
- Staschitz Digital
- Cantina Nals Margreid
Telefono per informazioni: +39 0473 212643
E-Mail info: info@kunstmeranoarte.org
Sito ufficiale: http://www.kunstmeranoarte.org/
Merano Arte, per la cura del Professor Markus Neuwirth dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Innsbruck e di Ursula Schnitzer di Merano Arte, con il contributo dello storico meranese Tiziano Rosani, presenta dal 29 settembre 2012 al 13 gennaio 2013 “Prospettive di futuro. Merano 1945-1965”, una mostra che ritrarrà il panorama artistico e culturale della città nel ventennio tra il 1945 e il 1965.
I due decenni successivi alla conclusione del secondo conflitto mondiale segnano uno dei periodi più ricchi di tensioni e contrasti della storia della città di Merano. Da una parte un sentire nuovo e d'avanguardia, dall'altra una certa malinconia per il tempo perduto, hanno condizionato fortemente molti ambiti della vita cittadina. Merano era stata città lazzaretto per reduci di entrambi i fronti, e questo suo ruolo l'aveva risparmiata dai feroci bombardamenti. Si poteva quindi ricostruire partendo da condizioni più favorevoli. Tuttavia non fu un inizio privo di ostacoli: la posizione internazionale a lungo dibattuta dell'Alto Adige, e della stessa vicina Austria fino al 1955, non ebbero influenze di poco conto e le tensioni che ne scaturirono culminarono nell'esplosione del terrorismo di cui la notte dei fuochi del 1961 fu il culmine e segnò un nuovo punto di svolta.
Il periodo in esame, in particolare la seconda metà degli anni Cinquanta e la prima degli anni Sessanta, si è contraddistinto altresì per un impressionante fervore culturale, che ha visto la realizzazione di una serie di mostre di notevole rilevanza (Picasso, Pollock, Ernst per citarne solo alcune), organizzate e sostenute con lungimiranza dall'allora direzione dell'Azienda di Soggiorno. L'attenzione dell'ente turistico alla creazione di un'immagine di Merano imperniata sulla cultura ha portato nella città termale artisti e intellettuali di fama internazionale (da Peggy Guggenheim a Ezra Pound), che hanno creato i presupposti di scambio e confronto con la realtà locale e posto le basi per una rottura con gli stilemi più accademici e tradizionali.
Con la mostra del 2010 dedicata al pittore locale Peter Fellin, Merano Arte è venuta in contatto con informazioni e documenti che rimandavano al fervore avanguardistico del periodo. Le ricerche
effettuate in quell'occasione avevano rilevato come il "Manifesto meranese" e i suoi protagonisti (artisti, scrittori, intellettuali, giornalisti) potessero essere oggetto di approfondimenti e di una presentazione a se stante.
Molti artisti residenti a Merano dominarono la scena culturale del periodo, fra questi Anton Frühauf, Oswald Kofler, Antonio Manfredi, Hans Georg Hölzl, Oskar Müller, Emilio Dall'Oglio, Peter Fellin, Josef Brunner o Willy Gutweniger. Questi, insieme a numerosi intellettuali, giornalisti, scienziati, sottoscrissero il Manifesto Meranese, in cui dichiararono la loro aperta opposizione alle limitazioni che un'opinione pubblica fortemente chiusa voleva imporre alla cultura.
Altri creativi come Gina Thusek, Anni Egösi, Maria Delago, Rheo Martin Pedrazza, Siegfriede Coufal-Ebensperger, Susanne Demmel-Brunner, Luis Stefan Stecher, Lilly Gutweniger , Rina Riva - per citarne solo alcuni - hanno dimostrato di sapersi confrontare con prospettive di grande innovazione con i problemi formali che furono oggetto del discorso artistico del loro tempo. Molti altri artisti come Karl Platter, Willy Valier, Josef Kienlechner non vivono a Merano, eppure si mantengono in constante contatto con la città sul Passirio, vero polo accentratore della cultura altoatesina dell'epoca. All'arricchimento della scena culturale meranese contribuì non poco l'attesa e l'insediamento del poeta americano Ezra Pound, che portò in città molti dei suoi contatti internazionali. Di altrettanta rilevanza furono le mostre organizzate con instancabile entusiasmo dagli allora responsabili dell'Azienda di Cura e Soggiorno, il direttore Giuseppe Maviglia, e il giornalista Luigi Serravalli.
Merano Arte presenterà oltre 300 opere fra le più significative che hanno visto la luce a o che sono passate da Merano in quel periodo. La mostra e l'ampio catalogo di approfondimento e documentazione sono il frutto di una collaborazione con gli uffici culturali della Provincia di Bolzano, nonché di una ventina di esperti in diversi settori della vita sociale e culturale della città. Tra questi, storici, giornalisti, direttori di musei e uffici culturali, sociologi, economisti, storici e critici dell'arte, del cinema e della letteratura, musicologi etc. Quello che ne esce è una visione a tutto tondo del periodo, che renda merito anche e soprattutto delle forti sinergie, volute ed ottenute, fra i diversi settori della vita culturale, sociale, economica e politica della città. I contributi di molti esperti di vari settori vogliono essere lo specchio di una ricerca di maggiore organicità anche nella Merano di oggi.
L’iniziativa si avvale anche delle testimonianze dirette di molti protagonisti dell'epoca, tra cui Willy Gutweniger, Josef e Susanne Brunner, Mary de Rachewiltz o Hansgeorg Hölzl, di cui Merano Arte ha voluto registrare i ricordi e le impressioni.
Il catalogo della mostra è edito da Tappeiner conta circa 400 pagine e viene pubblicato nelle due lingue, italiana e tedesca, in due volumi separati. Vi convergono anche le ricerche svolte per il loro lavoro di tesi da alcune studentesse dell'Università di Innsbruck che hanno approfondito la vita e l'arte di alcuni fra i più notevoli artisti del periodo.
I due decenni successivi alla conclusione del secondo conflitto mondiale segnano uno dei periodi più ricchi di tensioni e contrasti della storia della città di Merano. Da una parte un sentire nuovo e d'avanguardia, dall'altra una certa malinconia per il tempo perduto, hanno condizionato fortemente molti ambiti della vita cittadina. Merano era stata città lazzaretto per reduci di entrambi i fronti, e questo suo ruolo l'aveva risparmiata dai feroci bombardamenti. Si poteva quindi ricostruire partendo da condizioni più favorevoli. Tuttavia non fu un inizio privo di ostacoli: la posizione internazionale a lungo dibattuta dell'Alto Adige, e della stessa vicina Austria fino al 1955, non ebbero influenze di poco conto e le tensioni che ne scaturirono culminarono nell'esplosione del terrorismo di cui la notte dei fuochi del 1961 fu il culmine e segnò un nuovo punto di svolta.
Il periodo in esame, in particolare la seconda metà degli anni Cinquanta e la prima degli anni Sessanta, si è contraddistinto altresì per un impressionante fervore culturale, che ha visto la realizzazione di una serie di mostre di notevole rilevanza (Picasso, Pollock, Ernst per citarne solo alcune), organizzate e sostenute con lungimiranza dall'allora direzione dell'Azienda di Soggiorno. L'attenzione dell'ente turistico alla creazione di un'immagine di Merano imperniata sulla cultura ha portato nella città termale artisti e intellettuali di fama internazionale (da Peggy Guggenheim a Ezra Pound), che hanno creato i presupposti di scambio e confronto con la realtà locale e posto le basi per una rottura con gli stilemi più accademici e tradizionali.
Con la mostra del 2010 dedicata al pittore locale Peter Fellin, Merano Arte è venuta in contatto con informazioni e documenti che rimandavano al fervore avanguardistico del periodo. Le ricerche
effettuate in quell'occasione avevano rilevato come il "Manifesto meranese" e i suoi protagonisti (artisti, scrittori, intellettuali, giornalisti) potessero essere oggetto di approfondimenti e di una presentazione a se stante.
Molti artisti residenti a Merano dominarono la scena culturale del periodo, fra questi Anton Frühauf, Oswald Kofler, Antonio Manfredi, Hans Georg Hölzl, Oskar Müller, Emilio Dall'Oglio, Peter Fellin, Josef Brunner o Willy Gutweniger. Questi, insieme a numerosi intellettuali, giornalisti, scienziati, sottoscrissero il Manifesto Meranese, in cui dichiararono la loro aperta opposizione alle limitazioni che un'opinione pubblica fortemente chiusa voleva imporre alla cultura.
Altri creativi come Gina Thusek, Anni Egösi, Maria Delago, Rheo Martin Pedrazza, Siegfriede Coufal-Ebensperger, Susanne Demmel-Brunner, Luis Stefan Stecher, Lilly Gutweniger , Rina Riva - per citarne solo alcuni - hanno dimostrato di sapersi confrontare con prospettive di grande innovazione con i problemi formali che furono oggetto del discorso artistico del loro tempo. Molti altri artisti come Karl Platter, Willy Valier, Josef Kienlechner non vivono a Merano, eppure si mantengono in constante contatto con la città sul Passirio, vero polo accentratore della cultura altoatesina dell'epoca. All'arricchimento della scena culturale meranese contribuì non poco l'attesa e l'insediamento del poeta americano Ezra Pound, che portò in città molti dei suoi contatti internazionali. Di altrettanta rilevanza furono le mostre organizzate con instancabile entusiasmo dagli allora responsabili dell'Azienda di Cura e Soggiorno, il direttore Giuseppe Maviglia, e il giornalista Luigi Serravalli.
Merano Arte presenterà oltre 300 opere fra le più significative che hanno visto la luce a o che sono passate da Merano in quel periodo. La mostra e l'ampio catalogo di approfondimento e documentazione sono il frutto di una collaborazione con gli uffici culturali della Provincia di Bolzano, nonché di una ventina di esperti in diversi settori della vita sociale e culturale della città. Tra questi, storici, giornalisti, direttori di musei e uffici culturali, sociologi, economisti, storici e critici dell'arte, del cinema e della letteratura, musicologi etc. Quello che ne esce è una visione a tutto tondo del periodo, che renda merito anche e soprattutto delle forti sinergie, volute ed ottenute, fra i diversi settori della vita culturale, sociale, economica e politica della città. I contributi di molti esperti di vari settori vogliono essere lo specchio di una ricerca di maggiore organicità anche nella Merano di oggi.
L’iniziativa si avvale anche delle testimonianze dirette di molti protagonisti dell'epoca, tra cui Willy Gutweniger, Josef e Susanne Brunner, Mary de Rachewiltz o Hansgeorg Hölzl, di cui Merano Arte ha voluto registrare i ricordi e le impressioni.
Il catalogo della mostra è edito da Tappeiner conta circa 400 pagine e viene pubblicato nelle due lingue, italiana e tedesca, in due volumi separati. Vi convergono anche le ricerche svolte per il loro lavoro di tesi da alcune studentesse dell'Università di Innsbruck che hanno approfondito la vita e l'arte di alcuni fra i più notevoli artisti del periodo.
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