Renato Barilli. Tutto dal vero

Renato Barilli. Tutto dal vero, Galleria Stefano Forni, Bologna
Dal 19 Settembre 2014 al 16 Ottobre 2014
Bologna
Luogo: Galleria Stefano Forni
Indirizzo: p.zza Cavour 2
Orari: da martedì a sabato 10-12.30 / 16-19.30
Telefono per informazioni: +39 051 225679
E-Mail info: arte@galleriastefanoforni.com
Sito ufficiale: http://www.galleriastefanoforni.com
Venerdì 19 settembre 2014 alle ore 19 la Galleria Stefano Forni inaugura una mostra personale di Renato Barilli dal titolo Tutto dal vero in cui saranno esposte un nutrito numero di tempere inedite realizzate su carta Fabriano. Un gesto coraggioso ed entusiasmante che pone Barilli, per una volta nel ruolo di esaminando.
“Nel 2010 sono andato in pensione, dopo una lunga attività di docente all’Università di Bologna in materie storico-artistiche, e ho deciso di riempire parte del mio tempo libero riprendendo un’attività di pittore che avevo interrotto esattamente cinquant’anni prima, nel 1962, ma che avevo praticato con impegno, diplomandomi all’Accademia di Belle Arti di Bologna con maestri quali Virgilio Guidi e Pompilio Mandelli nel ’59, un anno dopo aver preso una laurea in lettere moderne. Ma da quel momento avevo deciso di non poter servire contemporaneamente due padroni, e dunque avevo sospeso la mia attività d’artista a favore di una militanza in campo critico. Ora ritorno in scena in modi, devo dire, che mi potrebbero procurare l’accusa di essere reazionario, e in piena contraddizione rispetto a quanto ho detto e scritto sul banco della critica. Infatti procedo prendendo foto col cellulare, di volti, a cominciare dal mio, o di interni di stanze, o di angoli di strada, quasi alla ricerca di epifanie nel senso che Joyce dava a questo termine. Il mio alibi potrebbe essere che la rivoluzione del ’68 ha detronizzato l’esercizio del pennello, sostituendolo con quello della foto, e dunque almeno in parte sono fedele a questa impostazione. Solo che poi mi piace ridare al responso fotografico un sapore di cose vissute, di valori tattili e atmosferici, da qui una sorta di verifica per via pittorica. Agli eventuali visitatori il giudizio, se l’operazione sia legittima o inutile, se sia meglio lasciar perdere per non guastare una reputazione di critico faticosamente conquistata. Naturalmente mi presenterò da solo, come feci nella mia unica personale del ’62, al Circolo di cultura, dove tuttavia ebbi un allestitore d’eccezione, Francesco Arcangeli.”
Renato Barilli
“Nel 2010 sono andato in pensione, dopo una lunga attività di docente all’Università di Bologna in materie storico-artistiche, e ho deciso di riempire parte del mio tempo libero riprendendo un’attività di pittore che avevo interrotto esattamente cinquant’anni prima, nel 1962, ma che avevo praticato con impegno, diplomandomi all’Accademia di Belle Arti di Bologna con maestri quali Virgilio Guidi e Pompilio Mandelli nel ’59, un anno dopo aver preso una laurea in lettere moderne. Ma da quel momento avevo deciso di non poter servire contemporaneamente due padroni, e dunque avevo sospeso la mia attività d’artista a favore di una militanza in campo critico. Ora ritorno in scena in modi, devo dire, che mi potrebbero procurare l’accusa di essere reazionario, e in piena contraddizione rispetto a quanto ho detto e scritto sul banco della critica. Infatti procedo prendendo foto col cellulare, di volti, a cominciare dal mio, o di interni di stanze, o di angoli di strada, quasi alla ricerca di epifanie nel senso che Joyce dava a questo termine. Il mio alibi potrebbe essere che la rivoluzione del ’68 ha detronizzato l’esercizio del pennello, sostituendolo con quello della foto, e dunque almeno in parte sono fedele a questa impostazione. Solo che poi mi piace ridare al responso fotografico un sapore di cose vissute, di valori tattili e atmosferici, da qui una sorta di verifica per via pittorica. Agli eventuali visitatori il giudizio, se l’operazione sia legittima o inutile, se sia meglio lasciar perdere per non guastare una reputazione di critico faticosamente conquistata. Naturalmente mi presenterò da solo, come feci nella mia unica personale del ’62, al Circolo di cultura, dove tuttavia ebbi un allestitore d’eccezione, Francesco Arcangeli.”
Renato Barilli
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