Fabio Fabbi (1861-1945). Il viaggio dell'anima
Dal 16 Ottobre 2021 al 16 Novembre 2021
Bologna
Luogo: Galleria Fondantico
Indirizzo: Via de' Pepoli 6/E
Curatori: Edoardo Battistini e Francesca Sinigaglia
Enti promotori:
- Con il patrocinio di Archivio Fabio Fabbi
Telefono per informazioni: +39 051.265980
E-Mail info: info@fondantico.it
Sito ufficiale: http://www.fondantico.it
Fabio Fabbi nacque a Bologna il 18 luglio 1861 in via Santo Stefano 57. I genitori appartennero all’alta borghesia bolognese. Ebbe una carriera brillante da pittore e illustratore, tra Bologna e Firenze. Definito «l’ultimo degli Orientalisti», Fabbi continua ad ammaliare lo spettatore per l’eleganza e sensualità dei soggetti esotici e dei dettagli raffinati che gli procurarono grande fama e fortuna, che ancora oggi cavalcano le pieghe del mercato internazionale tramite case d’aste e gallerie private provenienti da tutto il mondo. Fu celebre anche grazie al mitico viaggio in Egitto del 1886, in cui l’artista raggiunse il fratello Alberto ad Alessandria d’Egitto per una peregrinazione nel Mediterraneo.
L’esposizione di quest’anno Fabio Fabbi (1861-1945). Il viaggio dell’anima, a cura di Edoardo Battistini e Francesca Sinigaglia presso la Galleria Fondantico di Bologna, rappresenta un aggiornamento reale e importante dello stato dell’arte riguardo a Fabbi e non solo per la grande quantità di opere rinvenute - il numero è di più di cento opere, di cui almeno la metà inedite - ma anche per la ricognizione documentaria che ha portato ad aggiornare notevolmente le vicende storiche, artistiche e umane del pittore bolognese. Un grosso lavoro di esplorazione sulle fonti e nell’opera di Fabbi che ha permesso di mettere in luce la notevole versatilità dell’artista, che riuscì a fare della sua passione un’arte immortale. Analizzando passo dopo passo le scelte e la vita lunghissima dell’artista si può riflettere su quanto la dinamica del viaggio, la curiosità, l’avventura, la fantasia abbiano influenzato la sua poetica pittorica rivelando una personalità colta, fine, elegante, borghese, intellettuale che si manifesta favolosamente all’interno dei suoi lavori. Se è vero che l’Oriente lo allineò al vero respiro della vita, tanto da modificare la sua visione interiore, allo stesso modo l’esperienza del viaggio e dell’inatteso si ritrova in altre opere non orientaliste, dalla rappresentazione della città fino al vasto capitolo delle illustrazioni della narrativa contemporanea.
Non solo: nelle ricerche storiche, a volte, non è raro che avvengano dei veri e propri miracoli. E forse quello che è capitato per l’occasione di questa antologica sul pittore orientalista Fabio Fabbi può essere definito un prodigio. La ricognizione della documentazione storica riguardante l’artista si è sviluppata su più livelli: dopo lo studio dello status quaestionis sono stati scandagliati musei, pubblicazioni coeve, cimiteri, quotidiani, biblioteche, archivi, fondi privati, il mercato antiquario e ogni possibile occasione per poter aggiornare i dati anagrafici e professionali dell’artista. Obiettivo principale era il ritrovamento della documentazione riguardante il mitico viaggio in Egitto del 1886 tanto vociferato dai cronisti dell’epoca: è stato infatti possibile ritrovare i taccuini autografi che testimoniano le peregrinazioni dell’artista attraverso l’Oriente e l’Europa. Essi saranno esposti alla mostra e dialogheranno con i dipinti realizzati durante i suoi viaggi non solo in Oriente ma anche a Parigi, Varsavia, nelle città italiane come Firenze, Bologna, Venezia, nei litorali toscani e nel Mare Adriatico. In mostra ci saranno un corposo numero di opere orientaliste ma non solo. Così, prima si potranno ammirare i capolavori che hanno reso celebre il pittore, come La vendita della schiava (di cui si ha un esemplare eccezionalmente datato 1919) che nel 1893 partecipò alla Mostra Internazionale di Monaco di Baviera, ma anche La favorita dell’harem, tre versioni dei Sette vizi capitali, soggetto iconico che Fabbi espose nel 1895 a Monaco, il Mercato delle schiave, le Danzatrici, Il mercante di tappeti, oltre che numerosi disegni realizzati durante il viaggio in Oriente che andarono a confluire in Egitto: Ricordi di Fabio Fabbi, un rarissimo album di cui oggi si conoscono poche versioni, una alla Biblioteca Marucelliana di Firenze e l’altra presso l’Archivio Fabio Fabbi. Seguono il percorso i grandi masterpieces dedicati alle vedute delle città italiane come Le quattro torri e Le due torri, pendant dal valore storico ambientato nella sua città natale durante gli sventramenti urbanistici dovuti al nuovo piano regolatore, ma anche Boulevard de Paris, oppure Piazza Duomo a Firenze, Venezia: il ponte dei Sospiri, e tante prove legate alle visioni estive come Bagno Balena, mitica tavoletta di uno chalet belle epoque sul mare di Viareggio, Viale Margherita a Cattolica, Entroterra della Romagna, ma anche le Bagnanti al Lido di Casalecchio e tanti altri. Non solo: si tratterà anche di un viaggio attuato attraverso i lidi della fantasia, grazie alla presenza di opere legate all’illustrazione libraria, come Le cortacce e Una fuga di ladri, piccoli oli che si rifanno alla Firenze sotterranea di Jarro, libro illustrato da Fabbi nel 1900, ma anche La primavera, le Tre Grazie, Il Bacio, tutti dipinti che riprendono le tematiche sviluppate poi da Fabbi nella narrativa coeva di cui fu provetto illustratore.
Dopo vent’anni dall’ultima personale, la mostra Fabio Fabbi (1861-1945). Il viaggio dell’anima aggiorna senza paragoni le informazioni artistiche e archivistiche legate al pittore: una mostra epocale, unica nel suo genere. Per tutta la sua carriera Fabbi si mosse attraverso la fitta rete del mercato privato, di conseguenza la mostra di quest’anno, voluta fortemente da Edoardo Battistini della Galleria Fondantico, mantiene la tradizione celebrando al meglio, attraverso un filo diretto coerente, il grande collezionismo fin de siècle.
Con la rassegna si vuole infine far conoscere al grande pubblico l’Archivio Fabio Fabbi di Francesca Sinigaglia (co-curatrice della mostra e autrice del catalogo), che tutela e conserva le carte, le fotografie e i taccuini privati del pittore e che, come già ricordato, saranno esposti per l’occasione.
(F.S.)
Inaugurazione 16 ottobre dalle ore 16:00
L’esposizione di quest’anno Fabio Fabbi (1861-1945). Il viaggio dell’anima, a cura di Edoardo Battistini e Francesca Sinigaglia presso la Galleria Fondantico di Bologna, rappresenta un aggiornamento reale e importante dello stato dell’arte riguardo a Fabbi e non solo per la grande quantità di opere rinvenute - il numero è di più di cento opere, di cui almeno la metà inedite - ma anche per la ricognizione documentaria che ha portato ad aggiornare notevolmente le vicende storiche, artistiche e umane del pittore bolognese. Un grosso lavoro di esplorazione sulle fonti e nell’opera di Fabbi che ha permesso di mettere in luce la notevole versatilità dell’artista, che riuscì a fare della sua passione un’arte immortale. Analizzando passo dopo passo le scelte e la vita lunghissima dell’artista si può riflettere su quanto la dinamica del viaggio, la curiosità, l’avventura, la fantasia abbiano influenzato la sua poetica pittorica rivelando una personalità colta, fine, elegante, borghese, intellettuale che si manifesta favolosamente all’interno dei suoi lavori. Se è vero che l’Oriente lo allineò al vero respiro della vita, tanto da modificare la sua visione interiore, allo stesso modo l’esperienza del viaggio e dell’inatteso si ritrova in altre opere non orientaliste, dalla rappresentazione della città fino al vasto capitolo delle illustrazioni della narrativa contemporanea.
Non solo: nelle ricerche storiche, a volte, non è raro che avvengano dei veri e propri miracoli. E forse quello che è capitato per l’occasione di questa antologica sul pittore orientalista Fabio Fabbi può essere definito un prodigio. La ricognizione della documentazione storica riguardante l’artista si è sviluppata su più livelli: dopo lo studio dello status quaestionis sono stati scandagliati musei, pubblicazioni coeve, cimiteri, quotidiani, biblioteche, archivi, fondi privati, il mercato antiquario e ogni possibile occasione per poter aggiornare i dati anagrafici e professionali dell’artista. Obiettivo principale era il ritrovamento della documentazione riguardante il mitico viaggio in Egitto del 1886 tanto vociferato dai cronisti dell’epoca: è stato infatti possibile ritrovare i taccuini autografi che testimoniano le peregrinazioni dell’artista attraverso l’Oriente e l’Europa. Essi saranno esposti alla mostra e dialogheranno con i dipinti realizzati durante i suoi viaggi non solo in Oriente ma anche a Parigi, Varsavia, nelle città italiane come Firenze, Bologna, Venezia, nei litorali toscani e nel Mare Adriatico. In mostra ci saranno un corposo numero di opere orientaliste ma non solo. Così, prima si potranno ammirare i capolavori che hanno reso celebre il pittore, come La vendita della schiava (di cui si ha un esemplare eccezionalmente datato 1919) che nel 1893 partecipò alla Mostra Internazionale di Monaco di Baviera, ma anche La favorita dell’harem, tre versioni dei Sette vizi capitali, soggetto iconico che Fabbi espose nel 1895 a Monaco, il Mercato delle schiave, le Danzatrici, Il mercante di tappeti, oltre che numerosi disegni realizzati durante il viaggio in Oriente che andarono a confluire in Egitto: Ricordi di Fabio Fabbi, un rarissimo album di cui oggi si conoscono poche versioni, una alla Biblioteca Marucelliana di Firenze e l’altra presso l’Archivio Fabio Fabbi. Seguono il percorso i grandi masterpieces dedicati alle vedute delle città italiane come Le quattro torri e Le due torri, pendant dal valore storico ambientato nella sua città natale durante gli sventramenti urbanistici dovuti al nuovo piano regolatore, ma anche Boulevard de Paris, oppure Piazza Duomo a Firenze, Venezia: il ponte dei Sospiri, e tante prove legate alle visioni estive come Bagno Balena, mitica tavoletta di uno chalet belle epoque sul mare di Viareggio, Viale Margherita a Cattolica, Entroterra della Romagna, ma anche le Bagnanti al Lido di Casalecchio e tanti altri. Non solo: si tratterà anche di un viaggio attuato attraverso i lidi della fantasia, grazie alla presenza di opere legate all’illustrazione libraria, come Le cortacce e Una fuga di ladri, piccoli oli che si rifanno alla Firenze sotterranea di Jarro, libro illustrato da Fabbi nel 1900, ma anche La primavera, le Tre Grazie, Il Bacio, tutti dipinti che riprendono le tematiche sviluppate poi da Fabbi nella narrativa coeva di cui fu provetto illustratore.
Dopo vent’anni dall’ultima personale, la mostra Fabio Fabbi (1861-1945). Il viaggio dell’anima aggiorna senza paragoni le informazioni artistiche e archivistiche legate al pittore: una mostra epocale, unica nel suo genere. Per tutta la sua carriera Fabbi si mosse attraverso la fitta rete del mercato privato, di conseguenza la mostra di quest’anno, voluta fortemente da Edoardo Battistini della Galleria Fondantico, mantiene la tradizione celebrando al meglio, attraverso un filo diretto coerente, il grande collezionismo fin de siècle.
Con la rassegna si vuole infine far conoscere al grande pubblico l’Archivio Fabio Fabbi di Francesca Sinigaglia (co-curatrice della mostra e autrice del catalogo), che tutela e conserva le carte, le fotografie e i taccuini privati del pittore e che, come già ricordato, saranno esposti per l’occasione.
(F.S.)
Inaugurazione 16 ottobre dalle ore 16:00
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