Enzo Minarelli. Fonografie
![Enzo Minarelli. Fonografie, Biblioteca Sala Borsa, Bologna Enzo Minarelli. Fonografie, Biblioteca Sala Borsa, Bologna](http://www.arte.it/foto/600x450/d9/25683-bo.jpg)
Enzo Minarelli. Fonografie, Biblioteca Sala Borsa, Bologna
Dal 02 Ottobre 2014 al 15 Ottobre 2014
Bologna
Luogo: Biblioteca Sala Borsa
Indirizzo: piazza Nettuno 3
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 2194400
E-Mail info: bibliotecasalaborsa@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.bibliotecasalaborsa.it
Nell’ambito della manifestazione Il suono in-verso, per festeggiare l’inserimento nell’archivio “La Voce Regina” di un nuovo gruppo di poeti messicani che va ad ampliare la collezione di poesia ispanoamericana della postazione interattiva permanente di Sala Borsa, Enzo Minarelli ripropone sedici storiche Fonografie realizzate negli anni Ottanta su carta Fabriano, 70x90, sfruttando varie tecniche di scrittura. Si tratta di tavole visuali che partendo dagli antifonari medioevali, sviluppano il suono nel suo aspetto scritto al di là del pentagramma; un vero omaggio alla sonorità visuale da parte di un artista che ha fatto della ricerca sonora uno dei perni della sua ricerca polipoetica.
“Le Fonografie - per riprendere le parole di Giuliano Serafini che le presentava nel catalogo Poema, 1977-87 – sono l’ennesimo atto rabdomantico di Minarelli negli interstizi dei sensi. Si trattava di visualizzare, dietro uno spunto che chiama in causa le sperimentazioni di Cangiullo, una data energia sonora fuori delle modalità della scrittura musicale; «riversare» cioè in immagine l’impulso sonoro trasmesso dalla parola, e, viceversa, scomporre e ricostruire, la struttura di questa in varianti foniche analogiche”.
Lo stesso Minarelli, in un catalogo edito per una sua personale dal titolo Fonografie, tenuta alla Galleria Il Brandale [Savona, 16 febbraio-1 marzo 1985] così scriveva: “Le Fonografie fissano sulla tela la traccia esatta del suono. Il baricentro dello schema è il pentagramma che convalida le diverse dimensioni del cerchio come simbolo di tono e ritmo. L’idea nasce dall’incrocio tra lo spartito musicale (penso alle decorazioni degli spartiti medioevali, alle innovazioni intraprese da Cangiullo in Poesia pentagrammata) e il drill psicolinguistico, per produrre una sintetica fusione di segno e suono, accoppiamento di polipoetiche funzioni”.
Durante l’inaugurazione, dopo l’illustrazione dei materiali esposti, si terranno le performance di Alessandra Berardi e Mariana Chiesa.
“Le Fonografie - per riprendere le parole di Giuliano Serafini che le presentava nel catalogo Poema, 1977-87 – sono l’ennesimo atto rabdomantico di Minarelli negli interstizi dei sensi. Si trattava di visualizzare, dietro uno spunto che chiama in causa le sperimentazioni di Cangiullo, una data energia sonora fuori delle modalità della scrittura musicale; «riversare» cioè in immagine l’impulso sonoro trasmesso dalla parola, e, viceversa, scomporre e ricostruire, la struttura di questa in varianti foniche analogiche”.
Lo stesso Minarelli, in un catalogo edito per una sua personale dal titolo Fonografie, tenuta alla Galleria Il Brandale [Savona, 16 febbraio-1 marzo 1985] così scriveva: “Le Fonografie fissano sulla tela la traccia esatta del suono. Il baricentro dello schema è il pentagramma che convalida le diverse dimensioni del cerchio come simbolo di tono e ritmo. L’idea nasce dall’incrocio tra lo spartito musicale (penso alle decorazioni degli spartiti medioevali, alle innovazioni intraprese da Cangiullo in Poesia pentagrammata) e il drill psicolinguistico, per produrre una sintetica fusione di segno e suono, accoppiamento di polipoetiche funzioni”.
Durante l’inaugurazione, dopo l’illustrazione dei materiali esposti, si terranno le performance di Alessandra Berardi e Mariana Chiesa.
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