Antonio Ligabue
Dal 03 Ottobre 2024 al 28 Febbraio 2025
Bologna
Luogo: Palazzo Pallavicini
Indirizzo: Via San Felice 24
Orari: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00)
Curatori: WeAreBeside
Costo del biglietto: Intero: € 16, Ridotto: € 14. Gratuito: bambini sotto i 6 anni, disabili con certificato
Telefono per informazioni: +39 3313471504
E-Mail info: info@palazzopallavicini.com
Dal 3 ottobre 2024 al 28 febbraio 2025, le sale di Palazzo Pallavicini ospiteranno per la prima volta in assoluto a Bologna una mostra dedicata ad Antonio Ligabue, un grande pittore espressionista italiano (Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, 27 maggio 1965). Organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., unitamente alla Direzione Artistica e curatela di WeAreBeside, produzione in collaborazione con SM.Art e patrocinata da Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, con testi di Francesca Bogliolo.
La mostra suddivisa nelle 7 sale, di Palazzo Pallavicini a Bologna, racconterà con oltre 120 opere, (di cui 81 dipinti, 14 sculture, 17 disegni e 15 incisioni) la vita, la psiche e la storia tormentata di questo affascinante Artista. L’arte per Antonio Ligabue è sempre stata un’esigenza innata che lo aiutava a sopportare le difficoltà e i dolori della vita. Questo è riscontrabile soprattutto nella forza dei suoi dipinti che colpisce ancora oggi, emozionando e colpendo nel profondo. La mostra presenta l’arte di questo genio visionario sempre in evoluzione, la sua appassionata ricerca con la quale sapeva inventare e rinnovare le sue opere usando colori violenti, ma comunque armonici, nella loro pressante suggestione emotiva, proponendo un’iconografia popolare e raffinata. In mostra, in un excursus della sua carriera, troviamo alcuni dei suoi più bei capolavori ed è possibile ammirare ben 12 autoritratti e 7 tigri dalle fauci spalancate, oltre ad agili leopardi, rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza e potenti leoni: una vera e propria giungla cruda e violenta. Le opere provengono da collezioni private, banche e musei, dai celebri autoritratti alla meravigliosa Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, dal Motociclista del 1954; dalle sculture Leone e Leonessa del 1935, a Pantera del 1938, Leonessa accucciata del 1940, fino al Busto di Gorilla del 1956; dai disegni con figure di animali all’Autoritratto a matita del 1955. In questa mostra sono esposte anche 15 preziose incisioni.
In occasione della mostra, il regista Ezio Aldoni, che ha realizzato nel 2015, il docufilm Antonio Ligabue. L’uomo, nel quale ha raccontato la vita drammatica e affascinante di Antonio Ligabue, attraverso le testimonianze dirette di chi l’ha conosciuto, ne realizzerà una edizione ridotta ed aggiornata, con una nuova intervista al critico d’arte Renzo Margonari. Il video sarà trasmesso e visibile esclusivamente in mostra.
Mario Fiori, Segretario Generale della Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, ci ricorda la forza espressiva dell’artista: “Antonio Ligabue è diretto, immediato, mai indeciso, tutte le iconografie da lui eseguite non hanno niente a che vedere con la fantasia, tutto viene compiuto in base a precisi ricordi, o immagini inerenti al suo vissuto quotidiano, vede, o ricorda!”
Al mondo animale di Ligabue ci introduce Francesca Biagioli di WeAreBeside: “gli animali raffigurati da Ligabue si trasformano in allegorie dei suoi tormenti psichici, che si tratti di animali domestici o di predatori feroci, l’artista utilizza tali figure per trasmettere all’osservatore il proprio conflitto interiore, la derisione e l’emarginazione che quotidianamente vive.”
“Gli autoritratti di Ligabue sono testimonianze preziose di un’incessante ricerca di identità, in cui l’artista delinea i contorni della propria fragilità, non scevra di forte inquietudine. Essi si accompagnano alla figurazione degli animali, emblemi di dinamismo e conflittualità: l’intensità della vita è la vera protagonista dell’arte di Ligabue, che irrompe sulla tela senza il filtro della razionalità, attraverso tratti incisivi ed energici”, sostiene Francesca Bogliolo, critico d'arte.
Simona e Cinzia Agosta Tota, alla guida della Fondazione, riassumono lo spirito che anima il loro operato: la Fondazione trova la sua origine e continuità nella pluridecennale attività svolta da Augusto Agosta Tota, nostro padre che, dal 1983 ha dedicato passione, ricerca e studi riuscendo a creare una realtà che è immediatamente divenuta punto di riferimento per chi si accosti ad Antonio Ligabue con interesse critico, culturale e scientifico.
L’organizzazione di Palazzo Pallavicini, infine, è desiderosa di sottolineare che questa grande mostra su Antonio Ligabue, conferma la costante attenzione rivolta al visitatore ed è tesa ad elevare i livelli qualitativi culturali della città di Bologna e del Palazzo, che tiene conto delle richieste di un pubblico sempre più colto, attento ed esigente. Inoltre, per avvicinare le nuove generazioni, le famiglie ed i più piccoli, abbiamo studiato una sezione immersiva dove tigri, leoni ed altri animali selvatici prenderanno vita grazie alle nuove tecnologie.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Palazzo Pallavicini, acquistabile esclusivamente in mostra, con testo critico di Francesca Bogliolo e in appendice gli approfondimenti di sezione scritti da WeAreBeside.
La mostra suddivisa nelle 7 sale, di Palazzo Pallavicini a Bologna, racconterà con oltre 120 opere, (di cui 81 dipinti, 14 sculture, 17 disegni e 15 incisioni) la vita, la psiche e la storia tormentata di questo affascinante Artista. L’arte per Antonio Ligabue è sempre stata un’esigenza innata che lo aiutava a sopportare le difficoltà e i dolori della vita. Questo è riscontrabile soprattutto nella forza dei suoi dipinti che colpisce ancora oggi, emozionando e colpendo nel profondo. La mostra presenta l’arte di questo genio visionario sempre in evoluzione, la sua appassionata ricerca con la quale sapeva inventare e rinnovare le sue opere usando colori violenti, ma comunque armonici, nella loro pressante suggestione emotiva, proponendo un’iconografia popolare e raffinata. In mostra, in un excursus della sua carriera, troviamo alcuni dei suoi più bei capolavori ed è possibile ammirare ben 12 autoritratti e 7 tigri dalle fauci spalancate, oltre ad agili leopardi, rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza e potenti leoni: una vera e propria giungla cruda e violenta. Le opere provengono da collezioni private, banche e musei, dai celebri autoritratti alla meravigliosa Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, dal Motociclista del 1954; dalle sculture Leone e Leonessa del 1935, a Pantera del 1938, Leonessa accucciata del 1940, fino al Busto di Gorilla del 1956; dai disegni con figure di animali all’Autoritratto a matita del 1955. In questa mostra sono esposte anche 15 preziose incisioni.
In occasione della mostra, il regista Ezio Aldoni, che ha realizzato nel 2015, il docufilm Antonio Ligabue. L’uomo, nel quale ha raccontato la vita drammatica e affascinante di Antonio Ligabue, attraverso le testimonianze dirette di chi l’ha conosciuto, ne realizzerà una edizione ridotta ed aggiornata, con una nuova intervista al critico d’arte Renzo Margonari. Il video sarà trasmesso e visibile esclusivamente in mostra.
Mario Fiori, Segretario Generale della Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, ci ricorda la forza espressiva dell’artista: “Antonio Ligabue è diretto, immediato, mai indeciso, tutte le iconografie da lui eseguite non hanno niente a che vedere con la fantasia, tutto viene compiuto in base a precisi ricordi, o immagini inerenti al suo vissuto quotidiano, vede, o ricorda!”
Al mondo animale di Ligabue ci introduce Francesca Biagioli di WeAreBeside: “gli animali raffigurati da Ligabue si trasformano in allegorie dei suoi tormenti psichici, che si tratti di animali domestici o di predatori feroci, l’artista utilizza tali figure per trasmettere all’osservatore il proprio conflitto interiore, la derisione e l’emarginazione che quotidianamente vive.”
“Gli autoritratti di Ligabue sono testimonianze preziose di un’incessante ricerca di identità, in cui l’artista delinea i contorni della propria fragilità, non scevra di forte inquietudine. Essi si accompagnano alla figurazione degli animali, emblemi di dinamismo e conflittualità: l’intensità della vita è la vera protagonista dell’arte di Ligabue, che irrompe sulla tela senza il filtro della razionalità, attraverso tratti incisivi ed energici”, sostiene Francesca Bogliolo, critico d'arte.
Simona e Cinzia Agosta Tota, alla guida della Fondazione, riassumono lo spirito che anima il loro operato: la Fondazione trova la sua origine e continuità nella pluridecennale attività svolta da Augusto Agosta Tota, nostro padre che, dal 1983 ha dedicato passione, ricerca e studi riuscendo a creare una realtà che è immediatamente divenuta punto di riferimento per chi si accosti ad Antonio Ligabue con interesse critico, culturale e scientifico.
L’organizzazione di Palazzo Pallavicini, infine, è desiderosa di sottolineare che questa grande mostra su Antonio Ligabue, conferma la costante attenzione rivolta al visitatore ed è tesa ad elevare i livelli qualitativi culturali della città di Bologna e del Palazzo, che tiene conto delle richieste di un pubblico sempre più colto, attento ed esigente. Inoltre, per avvicinare le nuove generazioni, le famiglie ed i più piccoli, abbiamo studiato una sezione immersiva dove tigri, leoni ed altri animali selvatici prenderanno vita grazie alle nuove tecnologie.
Accompagna la mostra il catalogo edito da Palazzo Pallavicini, acquistabile esclusivamente in mostra, con testo critico di Francesca Bogliolo e in appendice gli approfondimenti di sezione scritti da WeAreBeside.
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