ART UP 12/16 - John Armleder
![John Armleder, Senza titolo 1998, acrilico e matita su tela, cm 100×100. Collezione Banca Popolare di Bergamo John Armleder, Senza titolo 1998, acrilico e matita su tela, cm 100×100. Collezione Banca Popolare di Bergamo](http://www.arte.it/foto/600x450/18/56963-ARMLEDER-JOHN.jpg)
John Armleder, Senza titolo 1998, acrilico e matita su tela, cm 100×100. Collezione Banca Popolare di Bergamo
Dal 01 Dicembre 2016 al 30 Dicembre 2016
Bergamo
Luogo: Banca Popolare di Bergamo
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 8
Curatori: Enrico De Pascale
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://www.theblank.it
Come altri artisti della sua generazione Armleder ha intrapreso una riflessione lucida e ironica sulla storia dell’arte, rileggendo a proprio modo la tradizione astratto-geometrica del XX secolo, quella che va da Malevic a Mondrian a Vasarely. In questo leggiadro dipinto una sottile vibrazione luminosa si irradia sulla superficie in un gioco di calcolate corrispondenze tra tonalità calde e fredde, chiare e scure. La composizione letteralmente “gioca” con il linguaggio Optical degli anni Sessanta impaginando la tela con sequenze di pallini colorati (cinque per ciascuna delle cinque file) che definiscono uno spazio ritmico, vibrante e dinamico.
JOHN ARMLEDER (Ginevra 1948)
Esordisce alla fine degli anni Sessanta come co-fondatore del gruppo di artisti di ispirazione Fluxus “Ecart”. Dagli anni Settanta realizza opere che si ispirano alla poetica dei più radicali movimenti d’avanguardia, (il Dadaismo, nato nel suo paese) e della post-avanguardia (Fluxus) che pongono al centro della propria ricerca il rapporto tra arte e vita. Ciò spiega la natura spesso partecipativa e coinvolgente dei suoi lavori, che mirano ad invadere lo spazio della vita quotidiana spezzando il mito di una presunta alterità e sacralità dell’opera d’arte. Per ottenere tale scopo Armleder rinuncia alla mitologia dell’opera-capolavoro e del pezzo unico e inimitabile trasformando l’arte in un comportamento che si dispiega nella quotidianità, come quando alla Biennale di Parigi del 1975 ha servito tazze di tea fumante al pubblico o come quando ha trasformato oggetti domestici e mobili usati, carichi di un proprio vissuto, in una sorta di “nuove nature morte” contemporanee. Artista di punta della generazione post-concettuale ha partecipato tra l’altro alla mostra Ambiente 74 al Kunstmuseum di Winterthur (1974) e alla IX Biennale di Parigi (1975). Nel 1992-93 è stato tra i protagonisti dell’importante mostra itinerante Posthuman a cura di Jeffrey Deitch (Losanna, Rivoli, Atene e Amburgo). Nel 2004-2005 ha realizzato una monumentale opera “site-specific”, Voltes IV, per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) di Bergamo. Recentemente ha preso parte alle collettive Away, Peggy Guggenheim Collection, Palazzo Venier Dei Leoni, Venezia (2011), e Endless, Museion, Bolzano (2016).
Orari: da lunedì a venerdì: 8.20/13.20 – 14.40/16.10
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