Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024
Dal 25 Giugno 2024 al 06 Ottobre 2024
Cortina d'Ampezzo | Belluno
Luogo: Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi
Indirizzo: Corso Italia 69
Orari: tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 20. Nel mese di agosto il Museo sarà aperto tutti i giorni
Telefono per informazioni: +39 0436 866222
E-Mail info: museo.rimoldi@gmail.com
Sito ufficiale: http://musei.regole.it
In occasione dei cinquant’anni del Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, dal 25 giugno al 6 ottobre 2024 è aperta al pubblico la mostra Il Museo Mario Rimoldi: una favola d’Ampezzo. 1974-2024, curata dalla Commissione Culturale del Museo Rimoldi, con la partecipazione dell’artista Paolo Barozzi, dell’archivista Ilaria Lancedelli e del curatore d‘arte Giorgio Chinea Canale.
La mostra, che si sviluppa in un crescendo ad effetto dalla fine dell’Ottocento fino alle Avanguardie, mette in luce buona parte del lascito originario, successivamente arricchitosi con nuove donazioni, del collezionista Mario Rimoldi (1900-1972), che aveva espresso l’intenzione di far rimanere le opere raccolte tra le sue amate montagne. Il cinquantesimo anniversario del Museo costituisce un’importante occasione per far conoscere la figura di Mario Rimoldi, la sua collezione e il Museo a lui dedicato, prezioso fiore all’occhiello delle Regole d’Ampezzo.
La collezione di Mario Rimoldi
La donazione della collezione, pervenuta nel 1974 alle Regole d'Ampezzo da parte della moglie di Rimoldi, Rosa Braun, e la genesi del Museo non fu al tempo un processo facile, ma giunse a maturazione grazie alla presa di coscienza da parte delle Regole d’Ampezzo del valore della collezione.
Come ricorda Renato Balsamo, primo direttore del Museo in carica per 36 anni, nel catalogo del Museo Rimoldi del 2010, la donazione si concluse infatti grazie all’intervento di Eugenio Gaspari Coletin, allora Presidente della locale Cassa Rurale, con l’appoggio di Silvio Menardi Menego e un’azione decisiva in Deputazione Regoliera di Silvino Verocai, che riuscirono a convincere il Presidente pro-tempore delle Regole d’Ampezzo Francesco Ghedina Basilio, a sua volta supportato dal Senatore Arnoldo Colleselli, ad accogliere tale irrepetibile offerta.
La pregevole raccolta è il frutto della passione di un uomo singolare che, studente alla Scuola Alberghiera di Roma all’inizio degli anni Venti, cominciò a interessarsi all’arte concentrandosi inizialmente sull’Ottocento, per poi farsi coinvolgere sempre più dalle opere dei maestri del Novecento, anche quelli più giovani e non ancora considerati dalla critica.
Alla radice di queste coraggiose scelte, oltre a un’innata lungimiranza, vi furono viaggi, frequentazioni quali Giorgio Zamberlan, Giovanni Comisso e soprattutto l’amicizia con colui che diventerà il pittore principe della collezione: Filippo de Pisis.
L’attrazione per il “Bello” era ormai diventata così intensa da spronare Rimoldi a cercare, con intuito, sempre nuove opere delle quali circondarsi, tra le quali quelle di: de Pisis, de Chirico, Morandi, Semeghini, Rosai, Campigli, Sironi, Savinio, Corpora, Crippa, Dova, Morlotti, Mušič, Santomaso, Vedova, Garbari, Depero, Guttuso, Semeghini, Tomea, Tosi, Guidi, Musič, Kokoschka, Léger, Villon, Zadkine, Saetti, Marussig, Viani, Funi.
La collezione crebbe a dismisura tanto da riempire non solo l’albergo di famiglia, l’Hotel Corona, e l’abitazione privata, ma anche la sua agenzia di viaggi Garage Centrale e la locale Scuola d’Arte, della quale fu presidente. Questa fu una grande opportunità per i ragazzi, che non solo poterono studiare circondati da notevoli opere d’arte, ma ebbero modo di vedere gli stessi pittori al lavoro.
Intorno a Rimoldi si creò un vero e proprio consesso non solo di artisti, critici, collezionisti, ma anche di scrittori, poeti, musicisti, che conferì alla conca ampezzana un’interessante, nuova risorsa. Nella visone di Rimoldi, Cortina doveva imparare a primeggiare nel mondo non solo per le bellezze naturali, ma anche per la qualità dell’offerta culturale cui spettava un ruolo non inferiore alle manifestazioni sportive.
La Cortina di Rimoldi e le prime grandi mostre
Tra i momenti più significativi di questa affascinante storia, va ricordata la prima Mostra delle Collezioni d’Arte Contemporanea del 1941 a Cortina, realizzata sotto l’egida del Ministero dell’Educazione Nazionale e in particolare del ministro Bottai, l’organizzazione di prestigiose mostre e i numerosi contributi di Rimoldi alla crescita di Cortina d’Ampezzo: fu fondatore del Circolo Artistico, sostenitore del Premio Ulisse, ideatore del Premio Parigi. Non è un caso che, su proposta del Ministro dell’Istruzione Aldo Moro, ricevesse la medaglia d'argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte da parte del Presidente della Repubblica.
Quella Cortina che sarebbe stata protagonista dei VII Giochi Olimpici Invernali, e che vedrà Rimoldi primo cittadino, guadagnava ancor più in bellezza e rinomanza: una località alpina che poteva vantare un patrimonio artistico invidiabile dalle più importanti città e che il poliedrico collezionista continuò ad arricchire fino all’ultimo respiro.
La mostra, che si sviluppa in un crescendo ad effetto dalla fine dell’Ottocento fino alle Avanguardie, mette in luce buona parte del lascito originario, successivamente arricchitosi con nuove donazioni, del collezionista Mario Rimoldi (1900-1972), che aveva espresso l’intenzione di far rimanere le opere raccolte tra le sue amate montagne. Il cinquantesimo anniversario del Museo costituisce un’importante occasione per far conoscere la figura di Mario Rimoldi, la sua collezione e il Museo a lui dedicato, prezioso fiore all’occhiello delle Regole d’Ampezzo.
La collezione di Mario Rimoldi
La donazione della collezione, pervenuta nel 1974 alle Regole d'Ampezzo da parte della moglie di Rimoldi, Rosa Braun, e la genesi del Museo non fu al tempo un processo facile, ma giunse a maturazione grazie alla presa di coscienza da parte delle Regole d’Ampezzo del valore della collezione.
Come ricorda Renato Balsamo, primo direttore del Museo in carica per 36 anni, nel catalogo del Museo Rimoldi del 2010, la donazione si concluse infatti grazie all’intervento di Eugenio Gaspari Coletin, allora Presidente della locale Cassa Rurale, con l’appoggio di Silvio Menardi Menego e un’azione decisiva in Deputazione Regoliera di Silvino Verocai, che riuscirono a convincere il Presidente pro-tempore delle Regole d’Ampezzo Francesco Ghedina Basilio, a sua volta supportato dal Senatore Arnoldo Colleselli, ad accogliere tale irrepetibile offerta.
La pregevole raccolta è il frutto della passione di un uomo singolare che, studente alla Scuola Alberghiera di Roma all’inizio degli anni Venti, cominciò a interessarsi all’arte concentrandosi inizialmente sull’Ottocento, per poi farsi coinvolgere sempre più dalle opere dei maestri del Novecento, anche quelli più giovani e non ancora considerati dalla critica.
Alla radice di queste coraggiose scelte, oltre a un’innata lungimiranza, vi furono viaggi, frequentazioni quali Giorgio Zamberlan, Giovanni Comisso e soprattutto l’amicizia con colui che diventerà il pittore principe della collezione: Filippo de Pisis.
L’attrazione per il “Bello” era ormai diventata così intensa da spronare Rimoldi a cercare, con intuito, sempre nuove opere delle quali circondarsi, tra le quali quelle di: de Pisis, de Chirico, Morandi, Semeghini, Rosai, Campigli, Sironi, Savinio, Corpora, Crippa, Dova, Morlotti, Mušič, Santomaso, Vedova, Garbari, Depero, Guttuso, Semeghini, Tomea, Tosi, Guidi, Musič, Kokoschka, Léger, Villon, Zadkine, Saetti, Marussig, Viani, Funi.
La collezione crebbe a dismisura tanto da riempire non solo l’albergo di famiglia, l’Hotel Corona, e l’abitazione privata, ma anche la sua agenzia di viaggi Garage Centrale e la locale Scuola d’Arte, della quale fu presidente. Questa fu una grande opportunità per i ragazzi, che non solo poterono studiare circondati da notevoli opere d’arte, ma ebbero modo di vedere gli stessi pittori al lavoro.
Intorno a Rimoldi si creò un vero e proprio consesso non solo di artisti, critici, collezionisti, ma anche di scrittori, poeti, musicisti, che conferì alla conca ampezzana un’interessante, nuova risorsa. Nella visone di Rimoldi, Cortina doveva imparare a primeggiare nel mondo non solo per le bellezze naturali, ma anche per la qualità dell’offerta culturale cui spettava un ruolo non inferiore alle manifestazioni sportive.
La Cortina di Rimoldi e le prime grandi mostre
Tra i momenti più significativi di questa affascinante storia, va ricordata la prima Mostra delle Collezioni d’Arte Contemporanea del 1941 a Cortina, realizzata sotto l’egida del Ministero dell’Educazione Nazionale e in particolare del ministro Bottai, l’organizzazione di prestigiose mostre e i numerosi contributi di Rimoldi alla crescita di Cortina d’Ampezzo: fu fondatore del Circolo Artistico, sostenitore del Premio Ulisse, ideatore del Premio Parigi. Non è un caso che, su proposta del Ministro dell’Istruzione Aldo Moro, ricevesse la medaglia d'argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte da parte del Presidente della Repubblica.
Quella Cortina che sarebbe stata protagonista dei VII Giochi Olimpici Invernali, e che vedrà Rimoldi primo cittadino, guadagnava ancor più in bellezza e rinomanza: una località alpina che poteva vantare un patrimonio artistico invidiabile dalle più importanti città e che il poliedrico collezionista continuò ad arricchire fino all’ultimo respiro.
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